L'intervista
by gazzetta lucchese
Intervista a Francesco Minotti, direttore generale della Cassa di Risparmio di Lucca: "Il presidente della Lucchese Giuliani sostiene che l'atteggiamento delle banche sotto forma di sponsorizzazioni è freddino? Ma le banche non sono dei Paperon de Paperoni"
28/09/2010 12:42
Pubblichiamo un'intervista, a firma Aldo Grandi, al direttore generale della Cassa di Risparmio di Lucca, Pisa e Livorno Francesco Minotti nella quale si affronta anche il problema del Porta Elisa e gli aiuti alla Lucchese.
Romano di nascita, 41 anni, sposato con Alessandra, anch'essa nata nella capitale, una figlia piccola di nome Carolina. Laureato in Economia e Commercio all'Università La Sapienza, esperienze professionali nel settore bancario in Lussemburgo, Irlanda e a Milano con Comit, Unicredit e Banco Popolare. Da circa tre anni direttore generale della Cassa di Risparmio di Lucca, Pisa e Livorno in piazza San Giusto. Questo, in sintesi, il profilo biografico di Francesco Minotti, carattere, dicono, particolarmente suscettibile, almeno sul lavoro, perfezionista e capace di mantenere la testa in funzione e attenta ai mercati 24 ore su 24 sonno compreso.
Romano de Roma piovuto a Lucca quando e con quale prima impressione.
"Sono arrivato a Lucca nell'autunno 2007 in occasione del week-end dei comics. Ricordo ancora che con mia moglie, venuta anche lei per cercare casa, ci trovammo immersi in questa folla così mascherata da personaggi dei fumetti per cui ci guardammo dicendoci: 'Ma dove siamo capitati? Quanto all'impatto con la città, devo dire che, avendo vissuto, in precedenza, in altre simili località della provincia italiana, rimasi piacevolmente colpito dalla ricchezza di storia e cultura che si respira".
Pregi e difetti dell'esser lucchesi.
"Un difetto potrebbe essere l'eccessiva prudenza nel modo di vedere le cose, negli investimenti, nel fare le scelte. Un pregio, la serietà diffusa, il fatto, cioè, che quando un lucchese dice una cosa, in genere, è quella. Per me Lucca è una città molto mitteleuropea, quasi austriaca per certi versi con un forte senso del dovere".
Città ipocrita?
"Direi come tutte le città un po’ chiuse, ma il termine è improprio. Non ho trovato, poi, così molte differenze, ad esempio, rispetto a Verona o Bergamo, dove ho vissuto e lavorato in precedenza".
La sua banca ha sempre avuto un rapporto privilegiato con la Lucchese Libertas 1905. Avendone anche dei dispiaceri dalla precedente gestione. Lei segue il calcio?
"Sì, ma non sono un grande tifoso. La mia squadra è la Roma. Quanto ai rapporti attuali con la Lucchese, posso solo dire che si tratta di una bella squadra ben gestita. Oggi una formazione simpatica e che vince, a parte il risultato di Gela. Una società, mi preme dirlo, gestita bene e oculatamente".
Il presidente rossonero Giuliani sostiene che l'atteggiamento delle banche sotto forma di sponsorizzazioni è piuttosto freddino.
"Si ha l'idea che le banche debbano essere una sorta di Paperon de Paperoni. Oggi non è più così. Siamo in tempi di vacche magre e, casomai, avrebbero bisogno che qualcuno fosse munifico nei loro confronti, se mi consente la battuta".
Avete in programma, come Cassa di Risparmio, una forma di finanziamento-aiuto per la Lucchese?
"Sono cose che valuteremo nell'ambito del budget che andremo a fare".
Ma al momento?
"Al momento non c'è nulla di stanziato".
Lei è favorevole o contrario al nuovo stadio?
"Se può essere un nuovo contributo allo sviluppo e un motore di crescita per la città, benvenga".
Che cosa pensa di tutte queste polemiche politiche cittadine?
"La politica sta attraversando un'estate complessa non solamente a Lucca, ma in tutto il Paese. A Lucca ci sono, a mio avviso, persone di grande spessore".
Veniamo alla Cassa di Risparmio. Cos'è questa storia delle quote che la Fondazione Cassa di Risparmio vorrebbe riacquistare dopo averle vendute al Gruppo Banco Popolare?
"Guardi, qui bisogna fare chiarezza. Secondo accordi ben precisi, la Fondazione aveva venduto al Gruppo Banco Popolare delle quote ad un prezzo ritenuto vantaggioso e, così è stato. Ricomprarne a prezzi inferiori, mi sembrerebbe un’ipotesi difficilmente percorribile".
Ma lei sarebbe favorevole a un ritorno della Fondazione all'interno della Cassa di Risparmio?
"A me non risulta che sia stato formalizzato dalla Fondazione un interesse in tal senso e comunque le trattative avvengono tra i soci e non certo a livello esecutivo".
Ma lei sarebbe favorevole? "
Posso solo dirle che in tutte le occasioni in cui abbiamo collaborato abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto".
Retail e Corporate: più importante il primo o il secondo?
"La Toscana è una zona in cui la grande impresa è rara rispetto alla piccola e media, che sono il nostro core business".
Impieghi o raccolta?
"Gli accadimenti della crisi ci hanno dimostrato che le Banche tradizionali con equilibrio tra i due aggregati hanno avuto la meglio. La Cassa è una banca di questo tipo che raccoglie e impiega sul proprio territorio".
C'è chi dice che la banca è sempre più 'disumana' nel concedere prestiti e che l'autonomia discrezionale dei direttori di filiale sia ridotta al lumicino. E' vero?
"Più che disumana direi attenta anche agli aspetti formali. Esistono un credito di sostanza e uno di forma mentre fino a qualche anno fa c'era un credito senza particolari formalismi. Oggi c'è più attenzione a certi parametri e a un ordine maggiore nelle cose sia da parte del cliente sia da parte della banca".
Trent'anni fa entrare in banca era come vincere alla lotteria. Oggi non è più così. Perché un giovane dovrebbe scegliere di fare il bancario?
"Perché è un gran bel mestiere occuparsi dei risparmi di una famiglia o aiutare un’azienda a crescere vuol dire contribuire al futuro della propria comunità. Anche oggi è così".
Sì, ma è indubbio che la familiarità con il cliente che c'era una volta ora è solo un lontano ricordo.
"Ci sono state, nel tempo, operazioni che hanno comportato fusioni e accorpamenti e relativi spostamenti di persone all'interno del sistema bancario. C'è stata una forte instabilità. Ora che certi processi sono stati compiuti, la stabilità è maggiore e le relazioni potranno essere ricostruite nel tempo".
Il personale della Cassa di Risparmio, dicono i sindacati, è insufficiente. Sono previste nuove assunzioni?
"Al momento no. Il personale della Cassa di Risparmio lavora bene e con coscienza ed il servizio che viene offerto è in linea con i migliori standard di mercato".
Peccato che, dice ancora qualcuno, l'età media sia un po' troppo... alta.
"E sbaglia. Perché nella nostra banca l'età media è, al contrario, molto bassa. Questo perché, dopo la fusione, sono state fatte molte assunzioni e mi creda abbiamo tante persone di gran qualità giovani e meno giovani".
Che lei sappia sono previsti, a livello di gruppo, incentivi al prepensionamento?
"Al momento non sono previsti incentivi al prepensionamento".
Quindi se uno viene da lei e le chiede di prendere in considerazione la possibilità di rompere il contratto di lavoro, la banca non darebbe alcuna buonuscita?
"Sarà valutato caso per caso".
Cosa risponde a chi sostiene che nella Cassa di Risparmio c'è poco di lucchese?
"La Cassa fa parte di un grande Gruppo Cooperativo come il Banco Popolare che vede nella sua strategia il primo posto l’attenzione ai territori ed alle comunità che li abitano. Dalla rappresentanza nel nostro CdA alle tante attenzioni ad esempio iniziativa del Volto Santo ……. credo che Lucca sia sempre nel cuore della Cassa".
Sa che sono molti i bancari che si lamentano per lo stress da lavoro?
"Guardi, fare banca è, come le dicevo, un bel mestiere ma non è semplice, soprattutto in questo contesto economico che richiede decisioni anche non facili".
E lei la notte dorme o sta sveglio per i troppi pensieri?
"Di solito dormo".
Se avesse la bacchetta magica, cosa farebbe?
"Cambierei il contesto macroeconomico, più sereno".
Potere economico e potere politico. Lei è iscritto a qualche partito?
"No".
A qualche loggia massonica?
"Neppure".
Alla fine dell'Ottocento le grandi famiglie della grande borghesia lombarda erano solite inviare a Roma a fare politica i figli meno 'dotati' dal punto di vista imprenditoriale e tenere in azienda i più capaci e intraprendenti. E' ancora così?
"Dei politici posso dirle poco non essendo un mondo che frequento abitualmente; se penso ai nostri imprenditori di capaci ed intraprendenti me ne vengono in mente diversi".
Aldo Grandi