L'intervista
by gazzetta lucchese
Dalle stalle alle stelle e...ritorno: il curioso caso di Thomas Lucie Smith
08/03/2011 09:37
Dalle stalle alle stelle e ritorno nell'arco di soli dodici mesi: questo singolare percorso, più unico che raro, ha caratterizzato, in estrema sintesi, la parte iniziale della carriera da calciatore di Thomas Lucie Smith, classe 1988, attaccante dai piedi buoni e dal fisico che "spacca" (1.90 di altezza per 85 chili di peso). Il nome è fuorviante: il ragazzo è italiano, nativo di Viareggio ma lucchese d'adozione, e in lucchesia ha mosso i primi passi da giocatore: trafila nel florido settore giovanile dell'Atletico Luccasette fino agli Juniores Regionali, categoria in cui, nella stagione 2006-2007, ha fatto sfracelli al punto da farsi notare dagli osservatori della prima squadra della Stella Rossa Castelfranco, (Eccellenza), società che lo ha contrattizzato nell'estate 2007. Quindi la rapida ascesa: nove gol al primo anno fra i grandi, e ben sedici nella stagione 2008-2009, uno score invidiabile per un ragazzo appena ventenne. L'eco delle gesta di Smith non ha tardato ad essere udito da Pino Vitale, direttore generale dell'Empoli, che, dopo averne vagliato in prima persona le qualità durante un'amichevole tra i biancoazzurri ed il Castelfranco, ha portato il giovane attaccante lucchese alla corte di Salvatore Campilongo. Era l'estate del 2009, ed il nome di Smith, che firmando per l'Empoli faceva un salto di ben quattro categorie, (dall' Eccellenza alla Serie B), veniva accostato a quello di giocatori che hanno lasciato un'impronta importante nel calcio italiano pur avendo esordito nelle categorie minori: si parlava di Smith come del nuovo Cristian Bucchi o lo si paragonava a Moreno Torricelli (entrambi, Bucchi e Torricelli, passati direttamente dalla D alla A). Per una serie di cause, tuttavia, le cose non sono andate secondo i migliori auspici, ed è iniziato il declino: l'attaccante lucchese non ha trovato spazio nell'Empoli che a fine agosto 2009 lo ha dirottato a Potenza, in Prima Divisione. In Basilicata Smith ha fatto il suo,( tre gol fra Campionato e Coppa Italia), ma il crac societario lo ha costretto a fare nuovamente le valige e a cercarsi una nuova squadra. Nel mercato di riparazione della scorsa stagione, a gennaio 2010, Smith viene tesserato dalla Colligiana, (Siena), col cartellino che rimane a metà con l'Empoli e la speranza fondata di risollevare le sorti della squadra senese che arranca in Seconda Divisione nello stesso girone della Lucchese. Ma anche a Colle Val d'Elsa tutto gira storto: Smith non sempre gioca titolare, non segna e la Colligiana prima retrocede e poi fallisce: l'Empoli ne prende atto e svincola il ragazzo. E' tutto da rifare. Nella stagione in corso Smith è tornato alle origini: categoria Eccellenza, squadra Pesciauzzanese, sparring partner della Lucchese nella partitella del giovedì nella settimana che precede il derby contro il Pisa.
Riavvolgiamo il nastro di un anno: ci parli dell'esperienza di Empoli. "L'esperienza di Empoli è durata poco, mi sono allenato un'estate coi biancoazzurri di Campilongo, ho fatto tutta la preparazione pre-campionato, tutto il ritiro e poi sono andato in comproprietà al Potenza a fine agosto, nelll'ultimo giorno del mercato estivo. Il ritiro con l'Empoli è stato duro, tosto: tanti allenamenti, però sono stato bene, ad Empoli tutto è perfetto. Non mi sarei mai aspettato che l'Empoli mi tesserasse: è stata una bellissima sorpresa. Tutto è nato da un amichevole fra Empoli e Castelfranco: gli osservatori della società biancoazzurra mi hanno notato durante quella partita ed in seguito mi hanno tenuto d'occhio durante tutto l'arco della stagione 2008-2009, e alla fine hanno deciso di prendermi. Il giocatore più amichevole che ho conosciuto ad Empoli? Vannucchi".
Qual è il motivo del suo trasferimento in comproprietà al Potenza?:
Non avevo spazio all'Empoli, il Potenza era in C1, aveva bisogno di un attaccante e quindi era una bella opportunità. A Potenza l'impatto è stato duro: non trovavo spazio nemmeno lì all'inizio, Capuano, l'allenatore, non mi vedeva. Però con gli altri giocatori mi sono trovato bene dal punto di vista umano, e Potenza è una città tranquilla in cui mi sono trovato bene dall'inizio alla fine. Per quanto riguarda l'aspetto prettamente tecnico, le cose piano piano sono migliorate: sono riuscito a ritagliarmi uno spazio importante nella formazione titolare, alla fine le cose andavano un po' meglio, come testimoniano i tre gol che ho messo a segno, tuttavia a fine gennaio 2010 sono andato via perché con mister Capuano il rapporto non è mai stato dei migliori. A novembre fu scoperto l'illecito societario e scoppiò il caos: presidente e direttore sportivo finirono in carcere per aver combinato diverse partite nelle stagioni precedenti. Noi giocatori eravamo ignari della vicenda, e al momento del procedimento degli arresti ai membri della società noi calciatori siamo arrivati al campo d'allenamento senza più presidente né direttore: una situazione surreale".
Poi arriva l'esperienza con la Colligiana.
"A fine gennaio 2010 mi sono trasferito alla Colligiana sempre in comproprietà con l'Empoli. A posteriori è una scelta che non rifarei, la considero un errore perché la società della squadra senese era allo sbando: eravamo tantissimi giocatori, una situazione particolare nell'accezione negativa. Però ho giocato, avrei sì potuto fare meglio, ma non era una situazione piacevole. A marzo 2010 giocai contro la Lucchese, quella partita è un bel ricordo sia per l'importanza contingente del match per la nostra classifica, sia per la presenza di tanti amici venuti da Lucca a Colle Val d'Elsa a seguirmi: peccato che non abbia segnato. Nella partita contro la Lucchese mi ha impressionato Francesco Potenza, che fece su e giù lunga la fascia destra senza che nessuno dei nostri riuscisse a fermarlo: imprendibile. Alla fine siamo retrocessi ai play-out in un modo brutto: siamo retrocessi a seguito di due pareggi a causa del peggior piazzamento in classifica, siamo stati sfortunati e l'arbitro all'ultima partita ci ha fischiato contro. Tutto sommato, anche se il campionato era stato bruttino, ci potevamo salvare, e la salvezza avrebbe risolto la situazione societaria: invece c'è l'amarezza di essere retrocessi ai play-out pur uscendo imbattuti, con due pareggi".
Il giocatore più forte con cui ha giocato?
"Vannucchi. Anche se con lui mi sono solo allenato e non ho avuto occasione di giocarci assieme partite ufficiali, tuttavia sono stati sufficienti li allenamenti per farmi capire che aveva qualcosa in più. Poi ho giocato con un ragazzo che attualmente gioca nella Nocerina, Emanuele Catania, che è davvero forte: veloce, ha un passo in più. Un altro giocatore che mi ha impressionato da avversario quando giocavo nella Colligiana è stato Alessandro Marotta: militava nel Gubbio e ci fece doppietta. Marotta mi impressionò perché è un attaccante completo: ha forza, velocità, tiro, tecnica, mi colpì molto e infatti sta facendo molto bene anche quest'anno nella Lucchese".
Che idea si è fatto del calcio professionistico?
"Dipende da società a società. In generale non è facile trovare amici, ci sono tanti personaggi che pensano esclusivamente ai propri interessi e si comportano come li conviene: quando le amicizie ci sono, spesso sono fasulle, dettate da convenienza. E' difficile trovare persone genuine e cordiali. L'eccezione è Empoli: ad Empoli c'è un ambiente serio in cui si sta bene, rilassati, senza pressioni esterne, per quel poco che ho visto è un ottimo ambiente per esprimersi al massimo. Viceversa, più si scende di categoria, più tutto assume un equilibrio precario, i soldi scarseggiano e si configurano situazioni allo sbando fatte da gente che cerca di andare avanti per la propria strada senza guardarti in faccia. In conclusione, la vita da calciatore professionista non è facile".
Come si conciliano studio e calcio professionistico, atteso che lei è studente universitario?
"E' dura. L'impegno richiesto è tanto sia in B che in C2, perché in taluni giorni della settimana sono previste doppie sedute di allenamento. E' difficile conciliare lo studio col calcio professionistico, chiaramente è impossibile sostenere gli esami alla frequenza di uno studente qualsiasi. Volendo il tempo per studiare lo si può trovare nelle rare mattine libere ed ogni lunedì: però è difficile focalizzarsi sullo studio perché nessuno dei compagni studia, e quando gli altri calciatori escono a divertirsi non è facile rimanere a casa a studiare, io non ci sono riuscito".
Andrea Brunicardi