L'intervista

by gazzetta lucchese

 

L'intervista

 

Leonardo Di Lorenzo in arte Leos: "Non mi bastavano le Lacoste, così ho pensato di aprire una pizzeria. La gente mangerà sempre, anche in tempi di crisi"

27/08/2011 14:37

In arte è Leos, ma, all'anagrafe, di nome fa Leonardo Di Lorenzo, 39 anni, nato a Firenze, ma residente a Lido di Camaiore, concessionario della Lacoste per Lucca, Viareggio e Montecatini, sposatio e con due figlie e, infine, tanta voglia di arrivare. Al punto che, dopo essersi cimentato con l'abbigliamento, ha pensato bene, vista anche la crisi che impone una sorta di... diversificazione degli investimenti, aprire un ristorante-pizzeria, Leos, sul viale San Concordio a Pontetetto. Una pizzeria al metro, idea non certamente nuova, ma che a Lucca, evidentemente, sta sbancando il... banco poiché, per potersi sedere e gustare ua pizza o qualunque altro genere di piatto, bistecche comprese, è necessaria la prenotazione. "Coltivavo un sogno gastronomico - spiega - che era quello di aprire un locale e, dovendo scegliere, ho scelto di aprirlo a Lucca".

Uno che vive in Versilia e laora anche a Montecatini, apre a Lucca. Perché?

Perché sono affascinato dai lucchesi che, a mio avviso, sono molto compagnoni mentre a Viareggio, ad esempio, l'ambiente è più chiuso e provinciale.

In genere dicono il contrario...

Perché non hanno mai vissuto a Viareggio. A parte le battute, Lucca mi piace molto di più, è una città meravigliosa e radiosa e io la conosco da 15 anni. Ho aperto questo locale nonostante i consigli di tutti, amici e semplici conoscenti, che mi dicevano non essere il momento adatto per aprire un'attività. Invece ho dimostrato che conun po' di idee e voglia di lavorare si può sopravvivere nonostante la crisi.

Da Leos chi non prenota non mangia.

Non la metteri, proprio, così, sembra che, altrimenti, non ci sia mai posto per chi vuole venire all'ultimo momento. Certamente, senza la prenotazione, soprattutto da una certa ora in poi, è difficile sedersi e mangiare.

Che tipo di ristorante è il suo?

Guardi, quando l'ho pensato, volevo che fosse un locale per tutti, non per un certo tipo di clientela e questo proprio per evitare che diventasse una sorta di moda del momento. La simpatia e la professionalità su tutto. Lo staff è composto di 12 persone, il personale è curato dal sottoscritto.

Non le bastavano i tre negozi di Lacoste?

Vede, l'abbigliamento, quando c'è crisi, è uno dei segmenti che ne risente di più. Ero a cena con amici e tutti non facevano altro che parlare di questo, però tutti concordavano sul fatto che, alla fine, la gente, a cena, ci va sempre. Così ho pensato di inventare qualcosa che si basasse su una più che buona qualità e un prezzo accessibile. Ci si scorda troppo spesso che si può far da mangiare bene guadagnando, magari, un po' meno. Gli anni che ci ho impiegato a concepirlo, hanno fatto sì che avessi una attenzione maniacale per i dettagli: a cominciare dalle tovagliette con i modi di dire lucchesi.

Certo, dal vestire Lacoste alla pizza al metro il salto è lungo, il target, soprattutto, è diverso.

Mi sono accorto che il mondo è cambiato e bisogna cambiare anche noi, scendendo anche a compromessi e lavorando un po' di più, perché è ovvio che nei miei negozi di abbigliamento io lavoravo sì, ma adesso, qui da Leos, ci sono altri tempi e altri ritmi, qui servono anima e corpo. Sono, però, contento perché di Leos si parla anche al di fuori. L'obiettivo è lavorare e far sì che tutti, quando escoo da qui, possano dire di essere stati bene.

Ascom o Confesercenti?

Con i miei negozi sono iscritto ad entrambe le associazioni di categoria.

Finisce che farà concorrenza ai grandi ristoratori.

Io non ci ho mai pensato e mi avvicino a questo settore con grande umiltà perché, da questi grandi maestri ristoratori lucchesi, ho solo da imparare.

Lei ha rivalutato un locale fermo da anni.

Diciamo che aveva patito più fallimenti, quindi, la mia, è stata anche una scommessa perché non era facile attecchire qui. Invece è andato tutto bene e la gente viene, mangia e si diverte. Lucca merita questo e altro.

Al. Gra.

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