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Lettere alla Gazzetta Lucchese

La festa vista da un tifoso rossonero romano de... Roma: 700 chilometri per non mancare all'appuntamento e alle emozioni con la Lucchese

04/05/2010 22:04

Pubblichiamo la testimonianza di un tifoso rossonero d'eccezione, Andrea Pasqualitti, classe 1961, che vive e lavora a Roma, ma che, seguendo la Lucchese da vicino, pur essendo di fede laziale, se ne è innamorato:

"Domenica, per l'ennesima volta, mi sono sorbito oltre 700 chilometri per venire a seguire la Lucchese, ma l'occasione era di quelle irrinunciabili. Soprattutto dopo essere passato da Gavorrano, Rieti, Celano, Nocera e altri stadi che non hanno proprio fatto la storia del calcio italiano. Per certi versi, io che sono un assiduo frequentatore di Londra ho potuto notare delle cose comuni; la prima, non proprio positiva, è che nelle svariate volte che sono venuto a Lucca (estate o inverno che sia) ho quasi sempre trovato la pioggia, domenica, poi, in maniera quasi esagerata; la seconda, sicuramente più positiva, è stata la partecipazione alla festa al Caffè San Colombano, in cui come spesso accadeva nelle mie passeggiate domenicali a Finsbury Park, mi trovavo ad ammirare le migliaia di persone di tre/quattro generazioni tutte rigorosamente con i colori biancorossi dell'Arsenal che occupavano un quartiere intero tra colazioni all'inglese, hot dog, birre e una gioiosa e spensierata attesa di dirigersi verso Highbury stadium. Al San Colombano, chiaramente con colori e numeri diversi, ho vissuto la stessa atmosfera di voglia di stare insieme, di festeggiare in ogni caso e di vivere il calcio in maniera diversa e più adatta a tutti. Ho visto bambini/e con i loro genitori, ragazzi, persone con qualche anno in più e qualche capello in meno, diverse (gradevoli) ragazze, tutti uniti nello stesso spirito goliardico e sotto le insegne della Pantera".

"E' stata, poi, ma questa è una considerazione del tutto personale (consentitemelo) la mia prima volta al Porta Elisa, sembra assurdo ma ho seguito la squadra per mezz'Italia e non ero mai stato ad una partita in casa. Sicuramente la giornata ha riservato tutta una serie di emozioni e di considerazioni legate ad una partita di festa e di fine anno, tant'è vero che anche il San Marino, sul 3 a 1, non si è dannato troppo l'anima per difendere il risultato, quindi non mi dilungherò sull'analisi della partita. Ma una cosa - e non è la prima volta che accade - mi è subito saltata all'occhio, ovvero che la Lucchese schiera nelle proprie file un uomo, un giocatore che si eleva (e non me ne vogliano gli altri) come capacità, sacrificio e cuore e che anche ieri è stato una spanna sopra gli altri. Per 90 minuti ha corso, sudato, portato la croce, tirato e preso a sportellate l'intera difesa sanmarinese. Questo giocatore risponde al nome di Damiano Biggi".

"Ecco, l'immagine della promozione rimane, per me, aver visto questo ragazzo dannarsi l'anima per tutto il fronte offensivo con facilità di movimenti e convinzione nei propri mezzi, con la stessa semplicità in cui praticamente in mutande e sotto la pioggia a fine partita era fuori dagli spogliatoi con in braccio la figlioletta con la maglia numero 10 della Lucchese. Anche dalla tribuna i tifosi erano in gran parte per Damiano e per le sue giocate. Sicuramente va dato un 10 a tutti: dal magazziniere al presidente, passando per l'allenatore, il direttore sportivo, i giocatori, ma per quello che conta il mio DIECI E LODE lo divido volentieri tra Biggi e i tifosi Lucchesi. Alla fine di questa stagione consentitemi di ringraziare per primo Aldo Grandi che mi ha avvicinato a questa splendida città e alla sua squadra, per non dimenticare Fabrizio Vincenti sempre presente e disponibile e un abbraccio a Giulio e Duccio compagni di pranzi, viaggi e trasferte".

"Per ultimi, ma non ultimi, un GRAZIE a tutti quei tifosi con cui ieri ho avuto modo di scambiare qualche chiacchiera e che con mia enorme sorpresa - anche se so che il sito di Gazzetta Lucchese è ormai una realtà consolidata - mi hanno riconosciuto per le mie sortite su queste pagine. Un arrivederci all'anno prossimo e sempre Forza Lucchese!".

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Risponde Aldo Grandi: "Conosco Andrea Pasqualitti da quando, insieme, frequentavamo l'istituto tecnico commerciale Maffeo Pantaleoni di via Maria Luisa di Savoia a Roma. Era il 1977 o giù di lì. Lui abitava a via Pomponazzi, accanto a piazzale degli Eroi ed io in viale delle Milizie, qualche centinaio di metri più in là. Avevamo in comune la passione per il calcio, poi, a inizi anni Ottanta, ci siamo persi di vista per poi ritrovarci venticinque anni dopo a Lucca in occasione di una rimpatriata di ex compagni-giocatori di quel tempo. E' vero, ho avuto il merito-demerito a seconda dei punti di vista, di avvicinare Andrea e altri ex compagni di scuola a Lucca e alla Lucchese, ma lo scolaro più diligente, più attento e più bravo è stato, fin dall'inizio, proprio lui, Andrea Pasqualitti. Durante l'era infausta di Fouzi Hadi ci ha accompagnato, noi di Gazzetta Lucchese, a Taranto, a Crotone e da qualche altra parte; così come, in queste due ultime stagioni, come lui stesso ha scritto nella sua lettera, è venuto nei meandri della serie D e della C2. Ora, con la promozione in C1, con Andrea e, probabilmente, con qualcun altro, torneremo a girare l'Italia nel vero senso della parola e, magari, come accadde a Crotone e sulla spiaggia pugliese di Torre dell'Orso, a farci il bagno l'inverno e giocare a pallone sulla spiaggia. Non più, però, bagni propiziatori che tanto propizi non sono stati, ma semplici goliardate all'insegna di ciò che Lirenzo de' Medici scrisse in un suo componimento: "Quant'è bella giovinezza. Che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto sia: di doman non v'è certezza". Ecco, sono io a ringraziare Andrea e i miei vecchi compagni di ragioneria per aver dimostrato, a oltre trent'anni di distanza da quegli anni, che l'Amicizia si può ancora scrivere con la a maiuscola".

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