Leviamo i ganzi di loggia
Il punto di Aldo Grandi
Sul viale del tramonto rossonero qualcuno meriterebbe di essere salutato. Chi ha sbagliato lo ha fatto per la Lucchese, magari con ignoranza, superficialità e presupponenza, ma non certo per arricchirsi
11/03/2010 22:14
Qualcuno, sicuramente, avrà sorriso e, tra sé e sé, pensato che,
finalmente, il sirio-armeno era finito dove meritava di essere chiuso.
In carcere. Qualcun altro, seppur senza sorridere, si sarà domandato
come sia stato possibile non accorgersi che la barca stava facendo
acqua da tutte le parti e, quindi, trarne le dovute conseguenze. In
molti avranno anche gioito per aver visto giusto, altri per aver visto
sbagliato, ma aver avuto, adesso, una vendetta, altri ancora per non
aver visto nulla, né giusto né, tantomeno, sbagliato, ma,
semplicenente, così, perché a Lucca lo sport più praticato è da sempre
il godere delle disgrazie altrui.
Fouzi Hadj era un filibustiere, nessuno lo nega. Era un bandito
e questo appare evidente se si guardano gli atti da lui posti in essere
nella gestione della società rossonera. Era un fallito e,
effettivamente, i suoi criteri di gestione economica delle sue imprese
stanno lì a dimostrarlo. Eppure, per noi è stato, soprattutto, un
incompetente, un uomo incapace di condurre in porto un'impresa che sia
una, superficiale, imbarazzante nella sua ignoranza delle cose di
questo mondo che non fossero il casinò o i vini pregiati o i vestiti
griffati. Noncurante delle regole che sono alla base di ogni civile
convivenza sociale, commerciale o giuridica e convinto di essere sempre
vittima di qualche ingiustizia, tipico degli arabi, che rimandano
sempre a domani quello che dovrebbero e non hanno voglia di fare oggi.
Furbo, almeno in apparenza, ma solo fino a quando i suoi interlocutori
erano i poveri abitanti della Guinea Conakry, stupido e vanitoso,
invece, al di qua del Mediterraneo. Falso come i soldi del Monopoli e
sfuggente come un serpente a sonagli, paziente come un ippopotamo in
uno stagno e accattivante come una nobile giraffa, in realtà scaltro
come un gatto prima di essere addentato dal cane stanco di vedersi
prendere in giro.
La Lucchese è andata a picco, soprattutto se non solamente, per
colpa sua. Gli altri indagati hanno agito per diversi motivi, non
ultimo quello di cercare di raggiungere la promozione in serie B che
sola avrebbe potuto ridimensionare la gravità della situazione
societaria. Giusti, Kutufà, Torre, i tre componenti il collegio
sindacale dagli occhi bendati, la stessa moglie del Nostro, Alicia
Pitilenko originaria dell'Ucraina, saranno chiamati a rispondere e a
pagare più avanti e non per aver commesso direttamente certi atti,
quanto per non aver fatto nulla per impedirne l'esecuzione. Torre è
finito nel calderone forse per ambizione e ragioni di prestigio essendo
anche un tifoso rossonero di vecchia data. I revisori dei conti non
hanno revisionato un bel niente pensando si trattasse tutto di una pura
e semplice formalità. Alicia Hadj sarà meglio sorvolare. Ecco, questa è
la truppa finita sotto inchiesta. Silvio Giusti ci si è giocato salute,
benessere, soldi e immagine. Eppure non molla né mollerà mai.
Aldo Grandi