Leviamo i ganzi di loggia
Il punto di Aldo Grandi
Grazie Giancarlo! Te lo sei meritato
19/04/2010 19:06
Abbiamo, in questa rubrica, più volte sottolineato i meriti, per queste due stagioni strepitose, di Paolo Giovannini e di una società che ha avuto una grande saggezza di comportamento. Questa volta, però e dopo la splendida vittoria contro il Prato, sentiamo il dovere e il piacere di dedicare alcune righe a Giancarlo Favarin, l'allenatore piovuto a Lucca circondato da un alone di scetticismo e diventato, a tutti gli effetti, un timoniere d'eccezione. A parlarci Favarin tutto sembra fuorché un burbero. Poi, in campo, si trasforma e le sue urla, il suo disappunto, i suoi incitamenti risuonano all'interno del rettangolo di gioco come scudisciate per i destinatari. Sicuramente Favarin è un bravo motivatore, non si spiegherebbe altrimenti perché, da due anni a questa parte, la Lucchese continua ad avere una fame da lupi.
Domenica contro il Prato ha fatto centro con due cambi che hanno dato la svolta. Taddeucci e Pera hanno trafitto i lanieri e servito su un piatto d'argento alla truppa rossonera la promozione in C1. Favarin ha avuto a disposizione un'ottima rosa per la categoria e ha saputo amalgamarla come meglio non avrebbe potuto fare. Il mister pisano aveva, quando è arrivato, chiara la consapevolezza che questa avrebbe potuto essere l'occasione giusta per ricominciare e riscattare qualche amarezza maturata sulle panchine di società poco serie. Accettando la proposta di Giovannini Favarin ha fatto Bingo e la Lucchese con lui. Serio, modesto, sereno, ma non docile, amico, ma anche fratello maggiore e, in certi casi, persino papà, Favarin ha capito che in questa duplice avventura finita nel migliore dei modi anche lui ci ha messo del suo, conquistandosi un'immagine e una reputazione difficili da scalfire. Favarin è una persona semplice, sicuramente ambiziosa, un po' sorniona, ma molto, molto perspicace e con le orecchie sempre ben dritte per intercettare umori e malumori del mondo circostante. Diciamo pure che il tecnico rossonero è provvisto di quella intelligenza sopraffina derivatagli dall'esperienza e da un background che lo fa essere, innanzitutto, un uomo attaccato alle cose concrete, alla fatica che paga sempre e, che quando non paga, bisogna cercarne le ragioni dentro di sé e non certo da qualche altra parte.
Navigato come può esserlo un comandante che ha salpato per rotte piuttosto pericolose, ovviamente sotto il profilo calcistico - vedi Scafatese e non solo - il Giancarlo rossonero ha anche con sé quel pizzico di furbizia di contadina memoria che lo a essere sempre in grado di capire dove andare e, nel caso, dove fermarsi. Non ama la luce dei riflettori, più per carattere che per convinzione, ma non disdegna gli apprezzamenti quando sono sinceri e corrispondenti alla realtà dei fatti. In campo si arrabbia, ma si agita raramente e altrettanto raramente viene redarguito dal direttore di gara. Non vi aspettate da lui atteggiamenti da prima donna o plateali, non cercate nelle sue esternazioni la provocazione o la presupponenza, non fatelo più eroe di quello che appare, guardatelo dritto negli occhi e vi accorgerete che davanti avrete una persona che ha avuto tanta fame di affermarsi e altrettanta ne ha per confermarsi, che ha lavorato sodo per conquistarsi un posto al sole e che adesso, comprensibilmente, gioisce tra sé per quello che ha ottenuto. In tanti hanno pensato, visti i risultati dei rossoneri, che tutto fosse quasi scontato per questa Lucchese. Non è così né lo è mai stato. Favarin ha meritato questa doppia promozione ed è venuto il momento di ringraziarlo.
Aldo Grandi