Leviamo i ganzi di loggia
Il punto di Aldo Grandi
Il mercato latita, i tifosi rumoreggiano, il presidente vuole almeno 2000 abbonamenti: che fare?
15/06/2010 11:30
Squilla il telefono. All'altro capo del filo (si fa per dire) c'è un tifoso rossonero, uno di quelli, tanto per capirsi, dei meno esagitati, assiduo sia in casa sia in trasferta, uno che ha seguito la Lucchese anche nei due anni di purgatorio appena passati, uno, in sostanza, che usa la testa quando ce n'è bisogno. Senza tante perifrasi, va diritto al sodo e si lamenta del mercato della società di viale San Concordio: "Ma cosa hanno intenzione di fare? - sbotta - Il presidente vuole duemila abbonamenti? Prima costruisca una squadra che mira in alto, poi vedremo. Qui ancora non abbiamo comprato nessuno e nomi di livello non se ne vedono. La gente è tutt'altro che soddisfatta".
L'altra mattina in un bar del centro storico. Due tifosi della Lucchese, assidui, ma di quelli sempre un po' criticoni e scontenti, fanno notare che, fino ad oggi, il mercato rossonero lascia a desiderare e se i nomi in giro sono quelli sino ad oggi emersi, c'è ben poco da stare allegri. Provare a far loro cambiare idea è azzardato anche perché non sembra ne abbiano particolare voglia. Tutt'altro. Aspettano al varco società e presidente.
La telefonata e l'incontro sono, per chi scrive, inaspettati. Ad essere onesti all'autore di queste righe sembrava già tanto essere riusciti a tornare dove eravamo due anni fa e prima di sprofondare nel pozzo senza fine del fallimento. Così è sorta spontanea la domanda: forse mi sono perso qualcosa? No, niente di tutto questo. E', semplicemente, il fatto che i tifosi, o una parte di essi, non si accontentano mai e vorrebbero sempre il massimo senza rendersi conto che, fino ad oggi, il massimo hanno avuto. Ora chiedono un mercato all'altezza delle ambizioni della Lucchese e delle promesse-premesse della coppia Giuliani-Valentini anche se, ad essere onesti, di premesse e promesse ce ne sono state, sì, ma di tenore diverso rispetto a quanto si augurano i tifosi di tutte le squadre.
E' vero. Il mercato sta andando a rilento, ma non si può negare fiducia a uno come Giovannini che, fino ad oggi, ha sbagliato poco o nulla. Né si può biasimare Giuliano Giuliani se ha deciso di mettere a disposizione del diesse una somma contenuta rispetto a quanto vorrebbero i supporters rossoneri. I soldi, in fondo, li tirano fuori lui e, soprattutto, Valentini di Prato. Giocatori liberi, tuttavia, ce ne sono parecchi in giro per cui si può anche attendere qualche altro giorno per non dire settimana. L'allarme della tifoseria, però, non va sottovalutato, ma, casomai, interpretato e indirizzato. E' indubbio che l'appetito vien mangiando, ma questo accade sia per i tifosi sia per il primo sostenitore in assoluto che è il presidente. Quest'ultimo non ama perdere. Al contrario, vuole sempre vincere. Senza, però, fare pazzie e qui sta il nocciolo della questione.
I tifosi dovrebbero capire che dopo due anni passati così in carrozza, bisogna avere anche la consapevolezza che prima di tentare l'assalto alla B c'è bisogno di un po' di assestamento e, magari, un campionato interlocutorio meno stressante. Questo lo pensano in molti tra gli addetti ai lavori, meno, presumibilmente, il tifoso comune. Giuliani dice che vuole 2000 tessere? Dal suo punto di vista non ha tutti i torti visti i risultati ottenuti. Epperò, c'è un però. Nessuno chiede alla coppia Giuliani-Valentini la luna e, stando anche a quanto ha detto l'altro giorno a Gazzetta Lucchese il sindaco Favilla - l'iter per il nuovo loook del Porta Elisa sta procedendo come previsto - i due imprenditori avranno il loro ritorno economico. Proprio per questo, quindi, dovrebbero pensare, quantomeno, ad allestire una formazione competitiva che consenta alla Lucchese di ben figurare in C1 e, chissà, magari aspirare anche a qualcosa di più. Allora sì che le duemila tessere sarebbero sacrosante. Dall'altro lato, tuttavia, anche i tifosi dovrebbero formare una sorta di fiducia-cambiale in bianco e sottoscrivere l'abbonamento, proprio per dimostrare gratitudine e stimolare all'investimento. Non a caso è sempre meglio dare prima di ricevere per poi, casomai, pretendere.