Leviamo i ganzi di loggia
Il punto di Aldo Grandi
Il presidente sbotta e ce l'ha con chi non fa l'abbonamento: eppure nel suo entourage ci sono persone molto addentro le cose di Lucca. Possibile che non siano capaci di invitare amici e soci di spessore a sottoscrivere una tessera per la Lucchese? Basta con le ipocrisie perché ora ci siamo davvero rotti le scatole
19/07/2010 10:50
Voci di corridoio ci annunciano che un giorno sì e l'altro pure il presidente della Lucchese Libertas 1905 Giuliano Giuliani sbotta contro chi non si è ancora deciso a fare l'abbonamento. 350 tessere sottoscritte fino ad oggi sono, per lui, un numero risibile e, per noi, altrettanto. Alla luce di quel che accade in altre piazze, dove le crisi economico-finanziarie sono all'ordine del giorno, Lucca è un'oasi e un'isola felice per cui i lucchesi dovrebbero essere i primi ad entusiasmarsi di questo nuovo ciclo. Invece niente e, inoltre, se a settembre il Comune non manterrà la sua parola in merito alla variante al piano regolatore, saranno dolori con il rischio, concreto, di ulteriori dilazioni nel tempo. Giuliani, di tutta questa storia, ne ha le palle piene. E a ragione, ma succede sempre così: i tempi della politica e dell'amministrazione pubblica sono lontani anni luce, così come la produttività del settore, da quelli dell'imprenditoria e del privato. E' sempre stato così e sempre sarà.
Noi, però, siamo stanchi di sentire sempre ripetere le stesse cose senza che vengano proposte soluzioni o dichiarate responsabilità. Tutti sanno che la cordata che ha acquistato la Lucchese ruota ed è stata appoggiata da gente che più lucchese dei lucchesi non si può. Ci hanno fatto una testa così per spiegarci che, finalmente, il Comune tramite sindaco e assessore allo Sport Moschini, era riuscito a restituire la Lucchese alla città e a gente che aveva voglia di investire e di riportare in alto il nome della società e della città. Tutto vero e di ciò non saremo mai grati abbastanza ai promotori di questa operazione. Detto questo, tuttavia, va detto che le critiche e le esternazioni del presidente dovrebbero sparare non nel gruppo, troppo facile, ma proprio in quell'ambiente lucchese doc che, a parole, ha da due anni a questa parte foraggiato l'asse Giuliani-Valentini.
Dove sono finiti coloro i quali, a parole, si sono prodigati per questa società ma che sono incapaci di lanciare anche una sola proposta per far sottoscrivere l'abbonamento? Dove sono tutti quei lucchesi doc che appartengono all'elite professionale di casa nostra e che, gente dal palato fine, amano sciacquarsi la bocca con le critiche e le battute, ma poi, quando si tratta di operare concretamente magari semplicemente facendo un abbonamento per dimostrare la propria vicinanza alla società, scompaiono e tirano indietro la manina? Le categorie professionali - commercianti in testa - che cosa hanno fatto e che cosa fanno per far sì che anche il calcio diventi patrimonio della città? Hanno inventato le vetrine rossonere. Ma quali? Ma quando? L'unica vetrina rossonera degna di questo nome l'ha allestita Federico Lanza in via Fillungo e per modestia si era anche guardato dal pubblicizzarla troppo. La verità, e qui la pensiamo come Giuliani e come qualcun altro, è che a Lucca sono tutti buoni a aprire la bocca, ma, poi, preferiscono tirarsi indietro.
Che cosa fanno le istituzioni cittadine, private soprattutto e penso alle banche, per far sì che un abbonamento diventi, magari, una sorta di strenna o di premio o di occasione scontata per chi aprisse un conto o partecipasse a qualche altra iniziativa? Dove sono tutti quei dirigenti pubblici e privati con la puzza sotto il naso per i quali la forma conta più della sostanza? Semplice, ai loro posti con le sedie, sempre più numerose, attaccate al culo con la colla UHU. Presidente, ci dia ascolto: se proprio deve sparare, lo faccia non verso quei tifosi che, bene o male più bene che male, hanno sempre seguito questa squadra, ma miri in alto, anche vicino a lei, anche a quei circoli, ordini, associazioni, raggruppamenti, consorterie e consorzi, logge e loggette più o meno scoperte, categorie economiche e professionali. Una tessera della Lucchese per il prossimo campionato non costa granché: mettere mano al portafoglio non ci sembra un grande sforzo se paragonato al ritorno economico che una squadra di calcio in salute e vittoriosa può portare alla città. Giuliani ha ragione quando dice che i lucchesi, piuttosto che impegnarsi o fare una scelta, trovano mille scuse una più ridicola dell'altra.