Valentini è seduto al tavolo da poker: se si alza e se ne va perde tutto, se rilancia rischia di perdere ancora di più. Lo aveva previsto? Saprà barcamenarsi nel fango e nelle sabbie mobili della politica? O dovrà pagare un prezzo troppo alto?

04/10/2010 09:21

Giovanni Valentini, socio di maggioranza della Lucchese Libertas con l'80 per cento delle quote e il suo socio di minoranza Giuliano Giuliani, cominciano, giustamente, a mostrare segni di impazienza e di insofferenza. Hanno mantenuto i loro impegni, hanno risollevato le sorti della Lucchese restituendo lustro e immagine sportiva a una città che di lustro e di immagine sportiva ne aveva davvero poche e ora si aspettavano di vedersi, quantomeno, ringraziare in maniera tangibile con una procedura veloce per il loro progetto di ristrutturazione del Porta Elisa. C'è anche chi dice che, un anno e qualcosa fa, Giuliano Giuliani, in un momento di entusiasmo e con il vento in poppa, abbia provocatoriamente confidato ad un amico che nell'area su cui sorge il Porta Elisa ci starebbero chissà quanti appartamenti. Era, ovviamente, una boutade e un modo per manifestare la fiducia nei propri mezzi e nella possibilità di superare la burocrazia. Erano i tempi in cui sembrava profilarsi all'orizzonte la possibilità di realizzare un nuovo stadio a San Donato, idea, successivamente, abbandonata per cause di forza maggiore. Ripiegando su quella, più attuabile e gradevole, del rifacimento del Porta Elisa. E badate bene che hanno demolito perfino un monumento al calcio come lo stadio Wembley per cui il Porta Elisa, tutto sommato, può anche subire un parziale ritocco.

Di acqua e di tempo sotto i ponti ne sono passati parecchi. Adesso Giuliani e Valentini sono seduti al tavolo da poker allestito dai politici lucchesi e la partita in corso è di quelle che non ammettono errori. Fino ad oggi la coppia di imprenditori ha investito sulla Lucchese la bellezza di oltre tre milioni di euro senza ricevere, in cambio, alcunché. Alzi la mano chi avrebbe speso questo denaro per salvare la società rossonera dal dimenticatoio. Non si vedono, nel raggio di venti chilometri, segni di braccia alzate. Valentini e Giuliani hanno accettato di sedersi al tavolo e giocare convinti che, alla lunga, avrebbero avuto la meglio sulle lungaggini e le idiozie della burocrazia e della politica.

Ora, dopo tre anni di attesa e di promesse non mantenute, la situazione è di stallo. Al tavolo da poker Valentini ha già perso oltre tre milioni di euro. Il suo umore non è nero, è di più. Quello di Giuliani era abbastanza buono e temporeggiatore finché la squadra vinceva, ora che perde, anche quella magra soddisfazione è volata via e all'orizzonte ci sono nuvole in vista. A questo punto, immaginando, se non conoscendo il carattere e il temperamento del patron di Valore, Valentini si alzerebbe e rovescerebbe il tavolo addosso ai giocatori-politici senza palle e senza coerenza. Giuliani, più prudente anche perché a Lucca e in Lucchesia ci deve vivere e lavorare, lo sta tirando per la giacca, ma non si sa fino a quando riuscirà a frenarne l'impeto e la lingua. Se, però, la coppia sceglierà e non può fare altrimenti, di restare e continuare la partita, allora dovrà prepararsi a tirare fuori altri soldi e nemmeno pochi. Con il rischio di recuperarli se e chissà quando. Cosa faranno, dunque, i nostri due alfieri?

Mi dicono che ieri pomeriggio, allo stadio, qualche imbecille - sempre i soliti - si è messo a gridare e inveire contro Giuliani e il nuovo Porta Elisa. No, non ci dite chi è stato, per due motivi: primo perché non ce ne siamo nemmeno accorti. Secondo perché, sicuramente, sarà il consueto gruppo sul quale Digos e magistratura hanno già messo le mani.

Aldo Grandi