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Due anni e due mesi a Andrea Palmeri per aver fatto il saluto fascista! Una vergogna e una dimostrazione di forza usata, sempre e purtroppo, nel modo sbagliato. Ma, allora, ai tifosi serbi a Genova cosa dovrebbero rifilare? L'ergastolo?

05/11/2010 10:14

Abbiamo letto, questa mattina sui giornali, che Andrea Palmeri, fascista nel senso più deleterio del termine (ammesso che essere fascisti possa avere una connotazione positiva), conosciuto alle forze dell'ordine lucchesi e alla procura della Repubblica di questa città per aver più volte violato la legge con soprusi e violenze nei confronti di avversari politici e tifosi rossoneri che non erano disposti ad accettare i suoi diktat, è stato condannato a 26 mesi di reclusione per, così reciterebbe il capo d'accusa, apologia del fascismo ossia per aver violato la legge del 1952 dell'allora ministro Scelba che vietava la ricostituzione del partito fascista e tutta una serie di manifestazioni ad essa correlate.

Noi non abbiamo mai avuto simpatie ideologiche o politiche verso Andrea Palmeri, troppo rispettosi della Storia con la S maiuscola per poter anche solo giustificare chi, al giorno d'oggi, si definisce fascista. Noi non abbiamo dubbi che, il fascismo, sia stato un fenomeno fuoriuscito dai suoi tempi e in un periodo che, comunque, va storicizzato per essere compreso e metabolizzato. Siamo certi che il fascismo fosse dalla parte sbagliata anche e, soprattutto, alla luce delle scelte politiche interne ed estere di Mussolini. Addirittura, lo confessiamo, ci appaiono ridicoli tutti coloro che continuano a rimpiangere, pur senza aver mai vissuto il Ventennio, il duce e il fascismo.

Tuttavia, non riusciamo ad accettare che una persona, sia pure, per certi versi, esaltata, possa subire una condanna a due anni e due mesi di carcere solamente per aver salutato con il braccio teso. E' una vergogna! Sembra che, oggi, il problema unico di questo Paese, ogni qualvolta se ne presenta l'occasione, sia il timore di un rigurgito fascista. La sinistra antagonista vive di antifascismo quando, in realtà, dovrebbe dimostrare di essere capace di vivere nel presente senza richiamarsi a slogan vecchi e superati dal tempo. Lo potevamo comprendere nei giovani del '68, nei militanti dei gruppi più o meno operaisti degli anni Settanta, in un contesto generazionale, storico, politico, ideologico e internazionale che vedevano, davvero, il mondo diviso in due. Ma oggi, nell'anno di grazia 2010, tutto ciò è inaccettabile.

Andrea Palmeri ha pagato e anche duramente per le sue colpe, beccandosi anche e, magari, giustamente, nove mesi di carcerazione preventiva. Ma chi, oggi, si fa un periodo così lungo di prigione? Ve lo diciamo noi: nessuno salvo rare eccezioni. E anche per reati ben più gravi che il classico e, ormai, trinariciuto saluto romano. Il Governo italiano, addirittura, ha chiesto alla procura di Lucca di procedere nei confronti di Palmeri per il saluto fascista mostrato a Sofia durante una gara della Nazionale italiana e giù con i giornali di pseudo sinistra e radical chic che hanno pompato la vicenda perché, si sa, l'Italia è, attualmente e da 70 anni, sotto la minaccia costante di un colpo di Stato fascista (peccato che l'ultimo tentativo, abortito sul nascere, risalga all'8 dicembre 1970, meglio conosciuto come il tentato Golpe Borghese).

A noi sembra, e concludiamo, che tanta, troppa gente e che troppi giovani, soprattutto, si sciacquino, da una parte, la bocca con l'antifascismo e che, dall'altra, un gruppo meno numeroso, se la sciacqui con gli slogan del fascismo. Nessuno che abbia il senso della misura e la capacità di proporre nuovi agglomerati ideologici e politici. Comunque sia, una volta di più ci rendiamo conto di come vengano, spesso, usati, in particolare dalle forze dell'ordine e non solo, due pesi e due misure: forti con i deboli, deboli con i forti. E non veniteci a dire che Palmeri rappresenta una minaccia per la Repubblica Italiana né, tantomeno, per quella di Lucca. A lui, però, consigliamo un po' più, se non di prudenza, di intelligenza. Qualche buona lettura non guasterebbe e, se proprio vogliamo dirla tutta, eviti di fare, sempre e comunque, il provocatore, a cominciare dalle liti più o meno casuali con chi non gli piace a quando non rispetta, sistematicamente, i sensi unici delle strade del centro storico. Non è un santo, né un martire, ma un violento e prepotente per definizione. E si ricordi, innanzitutto, che, per sua fortuna e nostra, il fascismo, così come il comunismo e il nazismo, non hanno mai attecchito e che i campi di concentramento, così come i Gulag sovietici, sono esistiti e ci sono stati milioni di persone uccise e imprigionate solo perché, in giro, c'erano degli ignoranti (ed è un eufemismo!) come lui che credevano, con la violenza e la dittatura, di poter sopprimere la libertà e far nascere l'Uomo nuovo. Che non è mai nato né nascerà mai.

Aldo Grandi

P.S. Ma se a Palmeri la giustizia ha inflitto due anni e due mesi di reclusione, ai tifosi serbi che a Genova hanno ridicolizzato lo Stato italiano, cosa dovrebbero appioppargli? L'ergastolo?

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