Leviamo i ganzi di loggia
Il punto di Aldo Grandi
Lettera aperta a Giovanni Valentini e agli azionisti del Gruppo Valore di Prato: "E' arrivato il momento di scegliere e di dire la verità"
19/01/2011 23:43
Preg.mo dottor Giovanni Valentini,
quella che sto per indirizzarLe è una lettera aperta che vuole essere, nel suo piccolo, un tentativo per cercare di spingere Lei e i Suoi soci del Gruppo Valore a riconsiderare alcuni aspetti relativi alla Vostra, ormai, chiara intenzione di abbandonare baracca e burattini e lasciare Lucca al suo destino.
Premetto che la votazione del consiglio comunale sulla variante urbanistica dovrebbe essere, per lei, motivo di sollievo e di ripensamento, ma, conoscendo un po' il mondo, per farLa ritornare sui suoi passi, credo ci vorrebbe e ci vorrà ben altro. Lei ha scelto di isolarsi nella Sua isola di Giannutri o a Zanzibar o in un qualunque altro punto dell'Oceano, pare, Indiano tagliando i ponti con tutti, Giuliani compreso. Ha dichiarato, più o meno tacitamente e così hanno fatto anche alcuni soci a Lei vicini in quel di Prato, che questa città ha fatto di tutto per farLa disamorare e che, da ultimo, come ha detto alcuni giorni fa un azionista del Gruppo Valore, sarebbe stato usato nei confronti del socio di minoranza rossonero - la Cipriano Costruzioni - persino, un trattamento diverso e migliore rispetto a quelli adottati nei confronti della Valore.
E' possibile, anzi, probabile che Lei, che lucchese non è né lo sono i Suoi partners di cordata, non abbia del tutto torto a dire che siete invisi ad un certo ambiente imprenditoriale, ma, del resto, che a Lucca e non solo esistano dei comitati di affari dediti a spartirsi la torta in maniera più o meno legittima, è cosa risaputa da decenni né, posso pensare a un Suo così profondo imbarazzo o altrettanta sorpresa, poiché il Suo gruppo non è, certamente, l'ultimo arrivato né il più sprovveduto. Lei, caro Valentini, è una persona intelligente e, mi consenta l'aggettivo, tosta. Nel senso che la mosca se la fa passare, al naso, una volta sola: la seconda, salvo improbabili sviste dell'ultimo secondo, la schiaccia.
La Lucchese e Lucca non sono, tuttavia, una mosca e, qualora anche molti dei suoi più o meno legittimi rappresentanti si comportassero come tale, sarebbero sempre una sparuta minoranza. Lei non può mascherare il Suo disappunto, Suo e dei Suoi compagni di cordata, semplicemente, dicendo che avete la netta sensazione di essere mal tollerati e che, per quello che avete fatto dovreste essere, se non amati, sicuramente favoriti nelle vostre imprese. Qualora fosse anche vero, resta il fatto che avete preso un impegno e, soprattutto, ci avete messo la faccia e la parola. Volevate uno stadio nuovo e, giustamente, non ve lo hanno fatto costruire; avete ripiegato sulla ristrutturazione di quello vecchio e, altrettanto giustamente, ve lo hanno concesso. Avevate altri progetti e, dite, vi hanno costretto ad andare via rimettendoci denaro e tempo prezioso, per non parlare dei tre anni di ritardo sulla realizzazione del mega progetto di via Einaudi nonostante tutto fosse, e qui avete ragioni da vendere, in regola.
Però, c'è, come sempre, un però. Se fosse per noi, lo diciamo senza problemi, non daremmo più un solo permesso di costruire e di cementificare una città che, ormai e grazie alla sua classe politica, ha cementificato anche l'incementificabile, che ha fatto sì che venissero costruiti oltre tremila appartamenti senza nemmeno immaginare chi li avrebbe acquistati anche solo per affittarli a qualcun altro. Se dipendesse da noi, concederemmo permessi solamente per le ristrutturazioni di edifici da ristrutturare. Già, ma, poi, le imprese edili dove le mandiamo? In Siberia? E' un po' come le malattie: il giorno che non dovessero più esistere, a cosa servirebbero tutti questi medici? E se trionfasse il bene, una volta per tutte, cosa ci faremmo con tutti questi avvocati? Dilemmi shakespeariani, non c'è dubbio.
Quindi, proprio perché non dipende da noi, Lucca continuerà ad essere cementificata così come le malattie continueranno ad esistere e a proliferare, così come pure il male avrà sempre più spesso la meglio sul bene. Stia, quindi, tranquillo, Giovanni Valentini, perché la verità non ha, come spesso si dice, due o più facce, ma solamente una. Non abbia, dunque, timori ed esca allo scoperto, dica apertamente quello che pensa alla città e ai lucchesi, spieghi anche che senza nuovo Porta Elisa non ci sarà più calcio a Lucca e aggiunga che non sempre ciò che è giusto può anche essere reale. Nessuno via ha chiesto - noi no di sicuro - di prendere la Lucchese né, tantomeno, di spendere due milioni e mezzo di euro per farla tornare in C1. Se lo avete fatto, essendo voi tutt'altro che dei mecenati, ma degli imprenditori con la I maiuscola, è perché avete fatto una scommessa vedendoci un affare. O più di uno. Adesso, tuttavia, è arrivato il momento di scegliere: o lasciare il tavolo e alzarsi oppure rilanciare dimostrando coerenza e attributi. In entrambi i casi nessuno potrà non riconoscervi e non riconoscerLe i meriti che avete e che ha avuto; nessuno potrà disconoscervi quanto avete provato a fare e se, ora, non ce la fate più, basta essere onesti e sinceri, dicendolo pubblicamente e spiegandone le ragioni. Questo, i veri tifosi e non solo del calcio e della Lucchese, lo pretendono e ne hanno anche il diritto.
Aldo Grandi