Leviamo i ganzi di loggia
Il punto di Aldo Grandi
Crisi libica: la vergogna di una classe politica, senza distinzioni, imbelle, ipocrita, ruffiana, antinazionale e devastante per questo Paese. A dimostrazione che non solo non esiste più il senso dello Stato, ma nemmeno lo Stato
21/02/2011 16:01
Tempo fa un lettore ci rimproverò di usare questa rubrica e questo notiziario per argomenti, talvolta, diversi da quelli legati alle vicende sportive e societarie della Lucchese Libertas 1905. Aveva ragione, non a rimproverarci, ma a farcelo notare perché era ed è la pura e semplice verità che noi, orgogliosamente, rivendichiamo. Tanto più che, fra dieci giorni o poco più, prenderà il via La Gazzetta di Lucca, quotidiano che si occuperà di tutto fuorché di calcio.
Fatta questa premessa, anche in questa circostanza lo spunto per una riflessione ci viene dall'ennesima, vergognosa figura che questa classe politica senza distinzioni di appartenenza e di partito, fornisce, quotidianamente, a questo Paese e a questa gente che avrebbe il diritto, se solo ne avesse il coraggio e l'intelligenza, oltre all'autonomia di giudizio, di pretendere che tutti, dal primo deputato all'ultimo senatore, venissero spediti a casa a calci nel sedere. Facciamo riferimento alla drammatica crisi che sta investendo la Libia, Stato a noi vicino per tante ragioni e non sempre edificanti vista la repressione e i ripetuti tentativi di colonizzazione attuati a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Ebbene, in Libia, stando, almeno, alle notizie che fuoriescono con difficoltà, sarebbe in atto una sorta di rivoluzione-rivolta contro Gheddafi, dittatore che da decenni ha fatto il bello e il cattivo tempo senza che nessuno, tra i leaders italiani, abbia mai avuto gli attributi per farglielo notare. Il Governo Berlusconi è stato battuto per ben tre volte oggi pomeriggio alla Camera su altrettanti argomenti attinenti i rapporti con la Libia di Gheddafi che, non va dimenticato, anche di recente è stato ricevuto con tutti gli onori (addirittura il baciamano di Berlusconi) e che si era permesso, nella sua visita romana, di sbeffeggiare il Parlamento italiano e non solo.
Ebbene, poiché chi scrive ha avuto e ha la fortuna di possedere una memoria storica e una coscienza critica, non può non riandare indietro nel tempo, quando mister Gheddafi, davvero, poteva permettersi, nel nostro Paese, di scatenare i suoi vili sgherri per uccidere gli oppositori sul nostro territorio oppure tessere rapporti più che amichevoli con tutti coloro che, allora era di moda, erano amici dei guerriglieri palestinesi e di tutti coloro che odiavano Israele. A cominciare dalla sinistra estrema e radical chic dell'epoca per passare, traversalmente, tra le file del Partito Socialista di Craxi e i comunisti. Per cui, se qualcuno, nel lontano 1986, tale Ronald Reagan, massacratore di sandinisti in Nicaragua e terrore dei poveri campesinos sudamericani, bombardava Tripoli nel tentativo - giusto e legittimo - di vendicare gli attentati compiuti dagli scherani di Gheddafi o che quest'ultimo proteggeva, ecco insorgere i comunisti o i democratici con la C e la D maiuscola i quali, ossequiosi, chi più chi meno, dei dettami dell'Urss, attaccavano gli Stati Uniti guerrafondai.
Già, la ragione di Stato dirà qualcuno. Nessuno, all'epoca, nemmeno tra coloro i quali, militanti adesso nelle file del Pd, ora sono così solleciti ad attaccare il leader dittatore libico, mosse un solo dito in favore della democrazia nel Paese che, all'epoca mussoliniana, veniva definito uno scatolone di sabbia. Ecco che adesso, invece, tutti si improvvisano, a destra e a sinistra, più a sinistra che a destra, compreso il monegasco Fini, paladini dei cittadini libici che si rivoltano, a quanto pare, contro il Dittatore. Ma noi non pensiamo che Gheddafi sia diventato solo ora un Dittatore sanguinario. Lo sapevamo e lo abbiamo sempre saputo che ha governato la Libia con il pugno di ferro e in una maniera che definire nepotista e vergognosa sarebbe un eufemismo. Noi, che storicamente riteniamo l'aggressione fascista alla Libia e i metodi di repressione usati da Graziani nei confronti dei ras ribelli al volere fascista, una vergogna, non possiamo non giudicare l'atteggiamento supino e storicamente fasullo e inutile che il capo del Governo Berlusconi e il suo codazzo hanno avuto ricevendo il leader libico. Ma non sono stati gli ultimi né gli unici. Come se questo Paese dovesse cospargersi il capo di cenere perché la Libia è stata una colonia fascista e per le ingiustizie commesse durante l'occupazione. E allora, avanti con i rimborsi, con i danni da rifondere e se prima c'era il pericolo o il timore di un attacco libico (sic!) - ricordate il missile sparato contro l'Italia da Gheddafi negli anni Ottanta e arenatosi molto prima di raggiungere la Sicilia? - ora c'è il ricatto dei barconi carichi di immigrati che verranno spediti verso le nostre coste. In mezzo, sempre, la solita classe politica schifosa e falsa, attenta solo al proprio tornaconto di parte piuttosto che all'interesse del Paese.
Oggi il Governo Berlusconi è stato battuto tre volte da coloro i quali si schierano, apertamente, contro Gheddafi, ma che, in realtà, non perdono occasione per cercare un motivo, sia esso di natura privata sia pubblica, per abbattere questo Esecutivo che fa dell'imbecillità e dell'impunità il simbolo della propria azione. E così facendo pretendono di fare l'interesse del Paese. Così, adesso, sparano su Gheddafi mentre trent'anni fa e non soltanto, sparavano sugli Stati Uniti e su quei Paesi disposti a far pagare, una volta petr tutte, le proprie respionsabilità nel favorire il terrorismo internazionale a Gheddafi. Già, ma c'era il capitale libico nella Fiat, c'era il Dc 9 Itavia precipitato a Ustica e il pilota del Mig libico ritrovato sulla Sila che doveva essere rispedito subito indietro per non urtare la suscettibilità del dittatore libico.
Tutto questo per dire una cosa sola. Il nostro è un Paese Levantino incapace di dimostrare unità di intenti e di pensare al proprio interesse nazionale. Dispiace dirlo, ma Roberto Benigni piace a Sanremo perché dice cose talmente elementari che non fanno male a nessuno e che fanno sorridere tutti. No, qui c'è bisogno di qualcosa di più, di qualcuno che spieghi veramente cosa significa essere italiani in grado di assumersi, una volta per tutte, la responsabilità di 150 anni di Storia compresi, sì, i venti di fascismo e, in aggiunta, i cinquanta di consociativismo parlamentare oltre agli ultimi anni di questa ridicola Seconda Repubblica. Nulla è cambiato e a poco servono le manifestazioni rievocative. La gente, quella con la g minuscola, quella che tutte le mattine si alza, accompagna i figli a scuola e va a lavorare per vivere - non quella che non ha un cazzo da fare se non manifestare in piazza contro questo e quello - merita rispetto e una classe politica capace di guardare, veramente, agli interessi del Paese. E a questi ultimi, purtroppo ed è la tragedia, non sanno pensarci né i Berlusconi né, tantomeno, i Fini, i Bossi, i Bersani e tutti i complici di questo sfascio che sta, da decenni, sotto gli occhi di chi vuole, veramente, guardare e capire. Qui non manca il senso dello Stato come tanti sostengono, manca proprio lo Stato.