Leviamo i ganzi di loggia
Il punto di Aldo Grandi
Un lettore se la prende con i Valentini e con i Vincenzini perché troppo attenti all'aspetto economico e poco a quello sportivo rossonero. Ma dove è vissuto fino ad oggi?
22/02/2011 20:56
Riceviamo e, volentieri, pubblichiamo:
In merito alla vostra intervista alla cordata interessata alla lucchese, volevo esprimere un mio parere da cittadino/tifoso. Trovo raccapricciante il fatto che si debba per forza collegare l'acquisto della Lucchese ad eventuali benefici che la nuova società deve trarre da accordi extra-sportivi con il comune. Vorrei sapere quale strano legame strano sussiste a Lucca che unisce, cosi indissolubilmente, la Lucchese Calcio con l'amministrazione pubblica. E' inutile negare che gli investimenti sportivi possano anche rappresentare un guadagno per l'imprenditore che se ne accolla i rischi, ma così come Valentini anche Vincenzini sembra proporsi su un'insolita lunghezza d'onda.
Il primo aveva a cuore l'investimento stadio ed il mega-progetto del Serpentone e, per quello che ne sappiamo, il suo disimpegno nel calcio sembra legato proprio alle difficoltà del comune nell'approvare il suo progetto edile di S.Anna. Vincenzini invece, per quello che ho capito, vuole proporre un progetto di riqualificazione e valorizzazione delle superfici pubbliche per produrre energia elettrica.
Cosa c'entra questo con lo sport? Non possono praticare la loro professione di imprenditori lasciando da parte la Lucchese? La squadra rappresenta, per loro, un lasciapassare utile per scavalcare le leggi (vedi progetto stadio a S. Donato... illegale per come veniva presentato) e per ottenere appalti importanti? Mi piacerebbe che ci fosse qualche giornalista in grado di fare queste domande".
Saluti, Filippo Barsotti
Risponde Aldo Grandi:
Caro Filippo benvenuto nel club di coloro che hanno aperto gli occhi. Anche se, concedimelo, un po' in ritardo. Valentini, Vincenzini, Giuliani, Susanna, Auricchio, magari con gradazione diversa, sono imprenditori, non benefattori dell'umanità. Amano, sicuramente, Lucca, ma non possono e non vogliono rischiare la ghirba per una sfera presa a calci su un campo di erba sia pure all'interno di uno stadio prestigioso come il nostro Porta Elisa. Ha detto bene Alfredo Susanna e lo cito testuale, nell'intervista-chiacchierata di ieri al ristorante Damiani: "Se qualcuno pensa che esista Babbo Natale, allora possiamo dire e scrivere quello che vogliamo. Se, invece, qualcuno pensa che siamo qui per guadagnarci il pane come abbiamo sempre fatto, allora possiamo, veramente, metterci seduti e discutere". Più chiaro di così! Però, non capisco perché tanta sorpresa. Il calcio è un business e come tale va gestito. Il cuore può aiutare a gestirlo meglio, non a rimetterci di tasca propria.