Leviamo i ganzi di loggia
Il punto di Aldo Grandi
L'Architetto è buon profeta: "Entro fine campionato un terremoto si abbatterà sul mondo del pallone"
04/03/2011 08:03
Giovanni Valentini, in uno dei suoi sempre più rari sfoghi che, poi, sfoghi non sono, lo aveva annunciato quasi si trattasse di una boutade: "Entro la fine di questo campionato si abbatterà sul sistema calcio un vero e proprio terremoto causato dalla impossibilità di far fronte ai propri impegni economico-finanziari". Ecco, avevamo pensato, pur consapevoli della fragilità del sistema, ad una sorta di sparata ad effetto, anche perché l'Architetto aveva adoperato la predizione per confermare la validità e la unicità del progetto Porta Elisa, unico modo per sollevare le società calcistiche dal rischio, concreto e onnipresente, del fallimento. "Il progetto per la ristrutturazione del Porta Elisa - aveva detto - rappresenta un'occasione per tutti. Per la città, che avrà nuovi posti di lavoro e non solo; per la Lucchese che, finalmente, sarà libera da ricatti o da eventuali aggressioni di gente senza scrupoli; per l'immagine della città stessa che diventerà un esempio da seguire per chiunque, in Italia, vorrà dare al sistema pallone, un futuro".
Ebbene, le parole di Macalli, presidente di Lega Pro, con cui ha annunciato le irregolarità rilevate dalla Covisoc, sono la più pesante e importante delle conferme. 36 club in difetto e, addirittura, 12 appartengono alla stessa categoria dei rossoneri. Un dramma. Una tragedia sportiva anche se Abete è già corso ai ripari sostenendo che le dichiarazioni di Macalli sono state improvvide in quanto, ha detto, le ireregolarità non deriverebbero da mancati pagamenti, ma da pagamenti effettuati con conti correnti diversi da quelli dichiarati a inizio stagione. Mah! Sarà, ma che tutte queste società (tra cui altre 12 di Seconda Divisione) abbiamo commesso lo stesso, ingenuo, errore pare, abbastanza, arduo. La verità, scomoda quanto si vuole, è, a nostro avviso, la stessa di sempre: il calcio delle categorie minori serie B inclusa, fatica a tenere il passo. Ci sono decine di società che hanno mensilità di stipendi arretrati non pagate, il sistema è al collasso e questo i vertici del calcio lo devono capire se non vogliono che la bolla esploda distruggendo tutto. A noi non piace, tanto per intenderci, il mega progetto di una superlega europea come qualcuno vorrebbe. A noi non piace un calcio per pochi e poche briciole per tutti gli altri. A noi interessa il calcio come veicolo di trasmissione di passione sportiva e l'unico compromesso che siamo disposti ad accettare è quello, evidente e, purtroppo, non più rinviabile, della necessità di far sì che le società inizino a crescere con le proprie gambe verso forme di autofinanziamento. E la realizzazione del progetto del Porta Elisa, ad esempio, ne è la prova concreta. Salvo smentite che i posteri, fra qualche lustro, si occuperanno, magari, di testimoniare.
Aldo Grandi