Leviamo i ganzi di loggia
Il punto di Aldo Grandi
Le accuse ai giocatori rossoneri di aver venduto la partita con il Pisa sono una prova di inciviltà e ignoranza sportiva
23/03/2011 09:18
La sconfitta di Pisa non è piaciuta a tutti coloro che l'hanno vista allo stadio Romeo Anconetani né a chi l'ha guardata in Tv. I nerazzurri hanno mangiato i cugini rossoneri grazie a una fame maggiore o, se vogliamo usare un'altra metafora, a un digiuno che durava da molto più tempo. In campo, Carparelli e compagni sono partiti a razzo aggredendo sistematicamente l'avversario che non è stato mai capace, salvo nei primi venti minuti, di tamponare e ripartire. Goduria, ovviamente, per i tifosi nerazzurri che ben poco, finora, hanno goduto e amarezza per i supporters venuti dal Foro di San Giuliano nella convinzione di vedere una partita di grosso spessore agonistico. Così, purtroppo, non è stato e la Lucchese non ha fatto un solo tiro in porta, ad eccezione del gol annullato, durante tutti i 90 minuti.
Peccato e pazienza. Era una gara importante, soprattutto, sotto il profilo del campanilismo, ma averla persa non è stata una tragedia anche perché, effettivamente, le tragedie sono ben altre. Comunque sia ai play-off la Lucchese non può arrivare se non grazie a uno di quei miracoli che, raramente, si riescono ad ottenere. Detto questo, per tutta la settimana prima della gara con la Cavese, abbiamo dovuto sentire, in sottofondo, la voce di alcuni e non pochi tifosi che accusavano i giocatori di non aver onorato la maglia, di aver venduto la partita, di non essersi impegnati pur sapendo quanto la piazza teneva a questa partita che è qualcosa di più, persino, di un derby.
Sia Piccinni sia Carloto, negli spogliatoi dopo la vittoria con la Cavese, hanno espresso rabbia e amarezza per essere stati pesantemen te offesi prima dell'avvio della gara dai soliti tifosi esacerbati. E hanno ragione. Noi non sappiamo cosa fanno, nella vita, coloro i quali accusano i giocatori di essersi venduti una gara (chissà, poi, perché?) e di essere scesi in campo senza voglia di lottare. Probabilmente, si spera, lavoreranno o, magari, studieranno. In entrambi i casi, siamo certi, nessuno rimprovera loro per le manchevolezze o gli errori dovuti a scarsi risultati, qualora essi dipendano da una oggettiva difficoltà nel cercare di ottenerli. Nessuno può essere accusato se, nel fare il proprio dovere, non raggiunge sempre ciò che si è prefissato. Noi ci rifiutiamo di dare credito a coloro che, in preda a una sorta di raptus, sostengono che la Lucchese ha venduto la partita col Pisa. E lo facciamo, soprattutto anche se non meriterebbe nemmeno una citazione l'occuparsene. perché l'umana intelligenza non può scendere fino ai livelli toccati da alcuni tifosi.
Rispetto. Per questa squadra alla luce di ciò che ha fatto e sta facendo. Memoria. Per quei tifosi che sfogano le proprie frustrazioni allo stadio e che non ricordano dove eravamo solo due anni fa. Maturità. Quella che manca a certa gente: facciamola finita con queste accuse idiote; Carlo e compagni sono ragazzi che vanno in campo per non perdere, poi, per tante ragioni, soprattutto perché c'è, di fronte, un avversario da sconfiggere, non ce la fanno. Ma tutto finisce lì e la vita è ben altro dramma rispetto a una sconfitta nel derby. Sostenere che era meglio vincere a Pisa e perdere le altre partite, non fa altro che dimostrare il provincialismo di chi lo afferma.