Leviamo i ganzi di loggia
Il punto di Aldo Grandi
Ingiusti i cori e le offese contro Valentini: non se li merita
03/05/2011 18:06
Chi scrive, a dire la verità, non li ha sentiti, forse perché affetto e afflitto da una sordità latente che peggiora di anno in anno, ma gli altri, a cominciare dai tifosi e dagli addetti ai lavori, giurano di aver udito e non è la prima volta, cori e offese contro la famiglia Valentini e, in particolare, contro Giovanni Valentini, presidente del gruppo Valore Spa socio di maggioranza, almeno fino a prova contraria e fino ad oggi, della Lucchese Libertas 1905.
Giovanni Valentini, architetto e imprenditore di successo, avrà, sicuramente, qualche difetto, non ultimo quello di aver pensato che a Lucca si potesse lavorare con tranquillità e di essersi, dicono mostrato troppo pratese con chi, invece, è abituato a muoversi e a parlare con circospezione e, sovente, eccessiva prudenza se non, addirittura, ipocrisia. Ma tant'è. Ammesso e non concesso che sia, effettivamente, andata così, i cori e le offese che una parte della tifoseria rossonera avrebbe intonato all'indirizzo di Valentini sono ingiusti e immeritati.
Valentini ha commesso un errore ed è stato quello di poter pensare che la Lucchese potesse essere venduta a un prezzo assolutamente inadeguato. Avrebbe dovuto muoversi con maggiore circospezione e mitigare, di parecchio, le sue pretese. A parte ciò, tuttavia, Valentini ha dovuto sopportare, in questo ultimo anno, le considerazioni e le critiche di quei soci della Valore a cui della Lucchese fregava il giusto e che, quando si sono resi conto che non c'era possibilità di redditività, hanno insistito per mollare.
Attenzione, però. La Valore sta vivendo un momento particolare, ci sono cantieri aperti e appartamenti invenduti e da vendere, ci sono dipendenti da pagare, mutui bancari da onorare. Giovanni Valentini si è reso conto, con il passare delle settimane, che portare avanti la sua posizione di intransigenza, avrebbe condotto il gruppo ad un suicidio per cui, con gli altri azionisti, ha pensato bene di mollare gli ormeggi e rischiare il tutto per tutto: rinunciare a percepire quello che era stato speso in tre anni di gestione, ma recuperare la fidejussione in Lega, 400 mila euro, e non tirare fuori un euro per stipendi e debiti di varia natura inerenti la gestione della squadra. La Valore ha rinunciato, così facendo, a centinaia di migliaia di euro per non dire a milioni di euro, ma non aveva scelta alcuna, pena far subìre alla Lucchese una via Crucis che avrebbe trascinato con sé, inevitabilmente, anche la società immobiliare pratese.
La Valore doveva disimpegnarsi dalla Lucchese, ne andava della propria vita economica. Non avrebbe potuto nemmeno permettersi di partecipare alla realizzazione del progetto di ristrutturazione del Porta Elisa. La parola d'ordine, in casa Valore, è liberarsi il più possibile dei contratti onerosi. Valentini ha fatto ciò che non poteva non fare e se anche la gratitudine non è di questo mondo, la parola grazie gli va, comunque, data. In tre anni questo socio ha contribuito a riportare la Lucchese dov'era e ce l'ha fatta restare sia pure, nell'ultima stagione, con l'apporto, decisivo, del socio di minoranza che, al contrario, ha tenuto duro fino in fondo, ma, evidentemente, la Valore non è la Cipriano Costruzioni, anche come introiti o mancati introiti.
La Valore ha richiamato i propri uomini invitandoli ad abbandonare la terra lucchese, ovviamente sotto il profilo calcistico e sportivo. E' un peccato, con tutti i suoi, presunti, difetti, Valentini è una persona onesta e di questi tempi, credete, è merce rara.