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Quella lettera che a noi non è mai arrivata... e che qualcun altro, chissà perché, ha subito pubblicato

18/06/2011 09:55

Ci dicono, perché, fortunatamente, non abbiamo né la voglia né l'interesse, né la curiosità di leggerlo, che il quotidiano La Nazione la cui cronaca locale è gestita dal collega Remo Santini, ha pubblicato una lettera di un'associazione di club rossoneri in cui viene criticato aspramente l'atteggiamento da noi tenuto nei confronti della nuova dirigenza societaria della Lucchese. A parte il fatto che questa lettera è stata inviata, pare, solo al quotidiano La Nazione mentre a Il Tirreno non è mai arrivata, così come al Nuovo Corriere o a Noi Tv. A parte il fatto che se questi signori ce l'avessero inviata l'avremmo pubblicata come facciamo sempre con tutto e con tutti purché firmata; c'è da dire che, nei 20 anni in cui chi scrive ha avuto la fortuna di lavorare al giornale fiorentino, era prassi non pubblicare le critiche o le osservazioni rivolte a un altro organo di informazione per un articolo o più articoli pubblicati.

Una sorta di deontologia professionale, nonostante la spietata concorrenza con i colleghi de Il Tirreno, ha sempre fatto sì che ognuno rispondesse delle proprie cose, non certo di quelle scritte dagli altri. Ma, evidentemente, le cose sono cambiate, almeno in piazza del Giglio. Non ce ne duole, anzi, siamo orgogliosi ancora di più di questa nostra capacità di saper dire sempre ciò che pensiamo e pensare sempre ciò che diciamo. E scriverlo anche. Noi, è bene dirlo una volta per tutte, non abbiamo niente di personale contro i Giuseppe Bulleri, i Luigi Gallo, i Marco Gianfranceschi e via dicendo. Noi contestiamo il complesso e il pedegree non certo immacolato di alcuni dei personaggi che sono arrivati alla Lucchese. E poiché siamo in democrazia, crediamo giusto manifestarlo e continueremo a farlo.

Quanto ai tifosi che hanno scritto la lettera senza nemmeno avere gli attributi per inviarcela; quanto a quei colleghi che, sciocchi come si è sciocchi quando si è troppo presi da se stessi e presuntuosi, diciamo che se vogliono continuare a sparare merda su Gazzetta Lucchese sono liberi di farlo, ma questo è un quotidiano on line di informazione sportiva - l'unico! - sulla Lucchese che vanta oltre 3 mila contatti quotidiani con punte anche sopra i 4 mila, che sa di poter contare non sui tifosi a prescindere, ma su quei tifosi che sono capaci di ragionare intorno a un tavolo e che, soprattutto, vivono anche di Lucchese, non solo e soltanto di e per la Lucchese. La nostra è una passione, ma che è sempre sottomessa alla razionalità e, consentitecelo, anche ad una certa cultura. Si può parlare di calcio senza essere spocchiosi né beceri.

Noi, caro Remo Santini, che secondo lei ci siamo prostrati a Fouzi Hadj quando era presidente - ma lei, scusi, non era il responsabile della redazione il cui cronista sportivo di punta si era prostrato? - non ci risulta che abbia mai avuto niente da dire quando l'ex presidente sirio-armeno veniva in redazione per il filo diretto o quando avevamo, sempre, prima e dopo le gare, le notizie in anteprima o quando, non, in esclusiva. Era normale. I rapporti umani, per avere notizie, sono fondamentali nel nostro mestiere. Anche in cronaca nera, giudiziaria e bianca. Poi, alla Lucchese, i tempi sono cambiati ed è accaduto, il fallimento, quel che è accaduto. Ma noi abbiamo, anche sul suo giornale, continuato a scrivere, semplicemente, quello che stava succedendo. Come stiamo facendo da cinque anni. E come continueneremo a fare, se Dio lo vorrà, per altri cinque.

C'è una sola persona alla quale riconosciamo il diritto di dirci qualcosa sull'era Fouzi: Luca Tronchetti de Il Tirreno, uno che, all'epoca, tenne una posizione rivelatasi, poi, giusta, se non altro per la convinzione che tutto sarebbe andato a finire male. Per noi, abbiamo pagato abbastanza per quell'errore di prospettiva, sia pure fatto in totale buona fede, e lei, caro Santini, lo sa benissimo, meglio ancora, probabilmente, dell'autore di queste righe.

Noi, con questo quotidiano sportivo e con il fratello gemello La Gazzetta di Lucca che lei, sicuramente, ben conosce, ci facciamo un culo così per vivere raccogliendo finanziamenti solo in chi crede nel nostro progetto. Noi, per vendere qualche copia in più, non possiamo indire concorsi per il miglior gelataio, il miglior pizzettaio, il miglior parrucchiere, il miglior cuoco o pubblicare libretti da regalare ai lettori usufruendo dei contributi di enti pubblici, fondazioni o istituti dio credito. Noi ci guadagnamo da vivere senza chiedere niente se non ciò che noi, in quanto tali, siamo in grado di poter avere.

Concludo quindi, con un invito: ci lasci in pace, pensi alla sua carriera - a proposito, auguri per la imminente nomina a presidente del Rotary Club di Lucca - la smetta di fare il pierre di se stesso e ritrovi un po' di umiltà che, quella, non guasta mai.

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