Leviamo i ganzi di loggia
Il punto di Aldo Grandi
Questa volta è finita, finita per davvero. Maestrelli se ne va, il calcio anche. Ci abbiamo provato e creduto fino all'ultimo, non è servito a niente
28/07/2011 21:35
Peccato. Questa volta è, davvero, finita. Mentre è in corso l'assemblea convocata dal sindaco di Capannori Giorgio Del Ghingaro, Riccardo Maestrelli, collegato al telefono con Gazzetta Lucchese, ha annunciato di averci ripensato e di non avere più alcuna intenzione di prendere la nuova Lucchese. La notizia è di quelle capaci di ammazzare un toro se questi, come scrisse Galeazzo Ciano nel suo diario, avesse la possibilità di leggerla. Invece no, non ce l'ha. In compenso ce l'abbiamo noi e appena abbiamo ascoltato dalla voce di Riccardo Maestrelli la sua decisione definitiva, ci si è gelato il sangue e tutto il resto. E' finita, la Lucchese Libertas 1905, ammazzata dai Valentini e dai genovesi, non salvata dai Giuliani, non soccorsa da tanti altri ai quali, della società rossonera, fotteva niente, scompare, chissà fino a quando, dal calcio e non solo da quello che conta. Scompare, intendiamoci, la Lucchese intesa come entità e come squadra di tutti, non certo la Lucchese Libertas 1905 ché quella, ormai, è morta da un pezzo, sportivamente parlando e non solo.
Lucca muore con un pallone che non rivedrà per chissà quanto tempo. E' peggio che ai tempi di Fouzi Hadj, quando, almeno, ci furono la Cipriano Costruzioni e la Valore Spa che la presero dal nulla per traghettarla in C1 in soli due anni. I miracoli, si sa, non solo non avvengono quasi mai, ma, anche se accadono, di sicuro non si ripetono. In questo triste momento siamo costretti a prendere atto non solo che il calcio è finito a Lucca, ma che il calcio è finito per le categorie minori a cominciare dalla serie C1. E la serie B è lì dietro l'angolo. E' finita la pacchia, è finito il mondo dorato, è ora che i calciatori per primi, questi ragazzi pieni di sogni e di salute, comprendano che non si può più pensare di vivere tirando calci ad un pallone. Almeno se quel pallone rimbalza sui tappeti verdi di città di provincia come la nostra e tante altre.
La ristrutturazione dello stadio Porta Elisa era l'unica possibilità, l'ultima chance per far sì che la società rossonera potesse vivere e brillare di luce propria. E' andata com'è andata, inutile strapparsi i capelli, ma un ringraziamento speciale i Giovanni Valentini e i Giuseppe Bulleri, gli avvocati Gianfranceschi e i Galli del pollaio, se lo meritano davvero. Aggiungiamoci, però, anche uno special thanks per il consulente di Cipriano Costruzioni, il dottor Paolinelli, che ha fatto, bene, il suo mestiere, ma che, purtroppo, ha decretato, complici i suoi datori di lavoro, la fine di questa splendida avventura. Che costa, è costata e costerà ancora, soprattutto a Giuliani che è l'unico che ha i soldi per pagare lo scotto, la Valore è non alla frutta, ma al dolce!, ancora parecchie centinaia di migliaia di euro.
Aldo Grandi