Leviamo i ganzi di loggia
Il punto di Aldo Grandi
Bulleri e soci hanno presentato la nuova Lucchese Libertas 1905, ma al di là di questa superficiale pennellata di vernice, la sostanza non cambia: le responsabilità per la perdita della C1 restano, i debiti pure, il rischio di fallimento anche
02/09/2011 18:51
Aver dedicato alcuni articoli alle vicende della Lucchese Libertas 1905 di Giuseppe Bulleri ha suscitato un vespaio notevole, con molti dei nostri lettori che si sono domandati cosa, mai, fosse accaduto per una clamorosa inversione di rotta: come scrive, nella sua lettera, Riccardo Franchini, "siete passati dal definirli 'morti di fame' a pubblicarne quattro articoli in brevissimo tempo". Colgo, dunque, l'occasione per fare chiarezza una volta per tutte partendo, proprio, dagli articoli dedicati alla squadra messa su, in quattro e quattr'otto, da Giuseppe Bulleri coadiuvato dall'amico Salvatore Trunfio con il contributo economico di Montali, proprietario della Nice srl detentrice dell'80 per cento delle quote della Lucchese Libertas 1905 ancora viva, ma sempre sotto polmone d'acciaio.
Quando Fouzi Hadj condusse la Lucchese allo sfascio, ossia alla radiazione dal calcio professionistico, un ex giocatore, in costante rapporto con l'alloera businessman sirioarmeno, diede vita a una squadra di terza categoria che aveva, come compito, quello, lodevole, di far esistere ancora una bandiera che non era mai stata ammainata in 103 anni di storia; aveva, però, anche un altro obiettivo: tirarla alla lunga in attesa di incassare i soldi disponibili in Lega a seguito della cessione di alcuni giocatori. Accadde, così, che la squadra, militante in terza categoria, giocò diverse partite con tanto di spaccatura tra la tifoseria e Fouzi Hadj incassò la prima tranche di oltre 100 mila euro con cui pagò i debiti con i dipendenti tenendo per sé il resto.
Ciò che sta accadendo in questo momento, secondo l'autore di queste righe, non è, poi, così diverso. Giuseppe Bulleri, mosso, probabilmente, anche dalla passione e dalla voglia di mettersi in discussione - lui vive e lavora a Lucca, un eventuale fallimento dell'iniziativa lo segherebbe a livello di immagine senza appello - ha costruito una squadra destinata a militare anch'essa e salvo miracoli dell'ultim'ora, in terza categoria. Con la differenza che ad allenarla o a darle la benedizione è arrivato un ex campione del mondo del 1986, quel Pedro Paolo Pasculli che, ieri pomeriggio, ha messo piede sul campo di Marginone ad Altopascio. L'attuale Lucchese Libertas di Giuseppe Bulleri e Montali, oltre che di Giuliani per il 20 per cento, vanta un credito, in Lega, di circa 250 mila euro che verranno pagati, in tre tranches, a partire dalla fine di settembre.
E' indubbio che uno degli obiettivi, anche se da loro smentito, sia quello di entrare in possesso di questa somma che, checché se ne dica, rappresenta, pur sempre, un discreto gruzzolo. Che cosa ci faranno i Bulleri e i Montali con questo denaro, non spetta a noi dirlo. Di debiti da saldare, a parte i decreti ingiuntivi appena spediti e già arrivati, ce ne sono parecchi: si parla di 1 milione 600 mila euro!!!! Ecco perché chi scrive lo ha detto a chiare tinte, proprio a Bulleri: "La sua decisione di portare avanti la squadra in terza categoria è una scelta incomprensibile, almeno da un punto di vista logico, che si spiega solo con i 250 mila euro da recuperare". Bulleri ha risposto che, lui e i suoi amici, vogliono fare calcio seriamente e che, per lui, questa è l'occasione propizia in cui gettare anima e corpo visto che il calcio l'aveva dovuto abbandonare da giovane per motivi familiari.
Noi non sappiamo come Bulleri intenda saldare i quasi due milioni di euro di debiti della società rossonera, condizione sine qua non per la sua permanenza nel registro delle imprese. Noi siamo ancora convinti che questa Lucchese non avrà altro futuro che quello del fallimento. Non vediamo, inoltre, quale sia il senso di tenere una società iscritta in terza categoria con tutto quello che comporta il mantenerla per un campionato e con quei nomi. Tuttavia, registrare la nascita di questa compagine e pubblicare alcuni articoli non vuol dire aver cambiato rotta. Per sapere se Giuseppe Bulleri ha la lingua biforcuta non ci vuole molto: basta attendere un po' di tempo. Noi non gli abbiamo dato alcuna apertura di credito o fido incondizionati. Vogliamo solo vedere come andrà a finire questa storia anche se, e lo abbiamo detto anche a lui e ai suoi soci, crediamo di poter indovinare quale sarà il finale.
Aldo Grandi