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Presentata istanza di fallimento per circa 60 mila euro da un architetto: la Lucchese Libertas 1905 come il Titanic

26/10/2011 00:57

Dispiace assistere al lento, inesorabile affondamento di quella che, per ben due anni, in serie D e in Seconda Divisione, è stata la corazzata per eccellenza, la Lucchese Libertas 1905. Dispiace vedere come quello che era, a tutti gli effetti, un Titanic dai colori rossoneri, stia sprofondando negli abissi dell'oceano di vergogna in cui l'architetto Giovanni Valentini con la sua Valore spa, coadiuvato dalla Nice srl e, per quel 20 per cento, dalla Cipriano Costruzioni, lo hanno abbandonato. Certo, il comandante del transatlantico affondato nel 1912 si lasciò morire con la sua nave, mentre questi, al contrario, sono ben vivi e vegeti anche se, per fortuna, ci penserà qualcuno, probabilmente l'autorità giudiziaria, a ripescarli dal loro più o meno dorato esilio.

Un architetto che aveva, pare, effettuato lavori per conto della Lucchese Libertas 1905 inerenti i progetti per il nuovo stadio, ha presentato una istanza di fallimento per circa 60 mila euro. "Avrebbe potuto chiamarci e dircelo - ha detto Giuseppe Bulleri, ex amministratore della società prima che si insediasse il commercialista incaricato di studiare un concordato preventivo da sottoporre ai creditori - Magari avremmo potuto trovare una soluzione". Sarà. In realtà ci sono, almeno, altri 10-15 decreti ingiuntivi presentati al tribunale affinché la Lucchese Libertas adempi alle sue obbligazioni. I colpi, è la realtà, ormai arrivano da tutte le parti. I topi, capita l'antifona, lasciano la nave e presentano, giustamente, il conto.

Anche se non abbiamo mai avuto buon sangue con Pino Bulleri e i suoi discepoli Montali e Gianfranceschi, dispiace vedere come quest'uomo dal robusto spessore culturale, piovuto a Lucca per scelta e non per obbligo, stia giocandosi la reputazione tenendo in vita, inspiegabilmente almeno a livello razionale, una squadra di terza categoria che prende schiaffi a destra, ne dà pochi a manca, ma, in sostanza, è fuori da ogni prospettiva. "Noi vorremmo arrivare ad un concordato preventivo - aggiunge Bulleri - Ci proveremo, ma non è detto che ci si riesca. In troppi sembrano metterci i bastoni tra le ruote". Peccato che i primi a metterli, i bastoni tra le ruote, siano stati proprio i genovesi con Gallo e compagnia. La Valore con Giovanni Valentini ha fatto poco, anzi, ha fatto molto affinché la Lucchese Libertas non finisse nelle mani dei tre moschettieri Susanna-Auricchio-Vincenzini che, almeno, 500 mila euro in moneta sonante glieli avrebbero dati; e altrettanto, il signor Valentini ha fatto per non far giungere la società al suo socio ed ex amico Giuliano Giuliani. Quante volte quest'ultimo, si è sfogato dicendo a chiare lettere ciò che pensava di valentini e della Valore, salvo chiedere di non scriverlo perché importante era salvare la Lucchese a tutti i costi e provarci fino all'ultimo.

La Cassa di Risparmi di Lucca Pisa e Livorno vantava un credito, ad agosto, nei confronti della Valore spa, di oltre 50 milioni di euro che, un mese fa, erano scesi a 18 milioni di euro. Ovvio che le banche non intendano chiedere il fallimento della società immobiliare, anche perché delle case non sanno che farsenme in tempi di crisi di liquidità. La Lucchese Libertas 1905, però, è, ormai, destinata al fallimento e, a quel punto, ci auguriamo che la Guardia di Finanza vada a controllare come si è svolta la presunta vendita delle quote societarie dalla Valore alla Nice srl. Le malelingue sostengono che Valentini abbia fatto poco o nulla per salvare la Lucchese Libertas e questo per far 'pagare' a Lucca il suo atteggiamento, a suo avviso ostruzionistico, nei confronti del gruppo pratese. Comunque sia, la realtà parla da sola. Noi, che non siamo garantisti, ci auguriamo che, qualcuno, faccia la fine di Fouzi Hadj: venti giorni a Marassi all inclusive. Solo che il povero Fouzi, in carcere, c'è finito perché si è finto un qualunque idraulico e perché non aveva aperto il cancello alle Fiamme Gialle. Sprovveduto e sciocco, come sempre. Questi, dubitiamo che arrivino a fingersi camerieri o autisti. E dietro le sbarre, lo sappiamo, ormai, non ci finisce più nessuno.

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