Leviamo i ganzi di loggia
Il punto di Aldo Grandi
Caro Bulleri lei, probabilmente, è, davvero, in buona fede, ma che senso ha andare avanti così? Accetti il nostro consiglio e ceda il marchio all'attuale, unica, vera Lucchese
17/12/2011 00:23
La magistratura lucchese è stata bocciata dalla Corte di Cassazione a Roma che ha respinto il ricorso della pubblica accusa sulle misure cautelari ai danni di alcuni personaggi in vista oltre a rinviare al mittente affinché lo valuti, il dissequestro dei beni della Valore spa di Giovanni Valentini all'epoca socio di maggioranza della Lucchese Libertas 1905. Secondo quanto più volte dichiarato dai vertici della Nice srl, società cui Valentini aveva ceduto per 800 mila euro le sue quote di maggioranza nel sodalizio rossonero, furono, proprio, quegli arresti a impedire che l'operazione di passaggio delle quote e di salavataggio della società rossonera in C1 avessero successo.
Noi che, alle favole, non crediamo più ammesso che, qualche volta, abbiamo, incautamente, potuto crederci, non avevamo bisogno della decisione della Corte di Cassazione per ritenere più o meno innocente Giovanni Valentini e la Nice srl per la fine della Lucchese Libertas 1905. Questo, per il semplice motivo che, per chi scrive, sotto il profilo sportivo e umano, sia Valentini e la sua Valore spa sia la Nice srl di Bulleri, Gianfranceschi, Montali e chi più ne ha più ne metta, sono gli unici responsabili di quanto accaduto. Valentini ha fatto pagare a caro prezzo, ai tifosi rossoneri, gli sgarbi patiti dalla classe politica e amministrativa lucchese; la Nice srl si è ridotta a gestire una società calcistica di terza categoria che della Lucchese Libertas 1905 ha solo e soltanto il nome; infine, vedi, ad esempio, l'avvocato Gianfranceschi, a Piacenza lo hanno trattato molto peggio di come noi, a Lucca, abbiamo fatto anche se, l'autore di queste righe ricorda benissimo, non erano in pochi a sostenerne la causa quel giorno, nell'aula Magna del ristorante di via Cesare Battisti nel centro storico.
Vengo, però, adesso, al comunicato diffuso poche ore fa dalla Lucchese Libertas 1905 e dal suo ufficio stampa, cosa singolare perché, in genere, una società di terza categoria è già tanto, spesso, se riesce ad avere un campo dove allenarsi e relativi palloni. Ma questa si chiama Lucchese Libertas 1905 e ha 106 anni di storia: già, ma ai tifosi rossoneri questo non fa né caldo né freddo. Alla guida di questa società c'è un certo Montali affiancato, almeno nella sostanza, da Giuseppe Bulleri. Con quest'ultimo chi scrive ha avuto occasione di parlare in diverse occasioni e, alla luce, anche, del comunicato diffuso in maniera piuttosto dilettantesca e inusuale, è probabile che, davvero, Pino Bulleri abbia agito in buona fede e, tutt'ora, continui a farlo. Il problema, però, è un altro. Qual è il senso di tutta questa storia?
C'è una società denominata Lucchese Libertas che nessuno ama e nessuno vuole considerare degna del suo storico nome. La città di Lucca ha già deciso che la Lucchese è la Fc Lucca fondata da lucchesi e protagonista del campionato di Eccellenza. Allora perché Bulleri non fa un gesto che lo riscatterebbe di tutto il recente passato? Quale? Trovare il sistema di cedere il marchio alla Fc Lucca! Il proprietario della Lucchese Libertas, Montali, si augura, probabilmente anche per qualche promessa ricevuta in ambuito romano o giù di lì, che la Lucchese Libertas potrebbe, visto il suo pedegree, ottenere, in un futuro più o meno remoto, il salto di categoria, magari, addirittura, in prima o seconda divisione. Possibile? Secondo noi no, ma sognare è legittimo.
Epperò, qui a Lucca dove la gente ama la concretezza del presente e disdegna l'aleatorietà del futuro, la città vuole avere solo e soltanto una squadra che rappresenti i propri colori e quella squadra non può né potrà mai essere la Lucchese Libertas 1905 di Montali e Bulleri. Quest'ultimo ha chiesto, talvolta, il nostro parere e noi, comprendendo la sua, apparentemente sincera partecipazione emotiva a questa avventura, gliel'abbiamo dato. Ora, davanti a questo comunicato che dimostra, evidentemente, l'intenzione di andare avanti fino in fondo, non possiamo fare altro che fare come le stelle, che stanno a guardare...