Leviamo i ganzi di loggia
Il punto di Aldo Grandi
La diffida di Covili Faggioli equivale a una dichiarazione di guerra anche verso l'Fc Lucca e Giannecchini e soci non possono far finta di non accorgersene
21/02/2012 00:48
Chi scrive si era ripromesso di parlare, finalmente, di quanto, ed era l'ora, mi ero divertito ieri pomeriggio al Porta Elisa assistendo ad una gara deliziosa e ricca di bel gioco e azioni interessanti, giocata su rtmi agonisticamente più che decenti e con una squadra, quella rossonera, davvero, a tratti, esaltante. Così se, a inizio partita e con il grigio del cielo a fare da spettatore, ho compatito i tifosi presenti e invidiato quelli che se ne erano rimasti a casa, alla fine ho recitato un doveroso mea culpa ringraziando di aver messo piede allo stadio per una partita che, senza dubbio, è stata la migliore disputata dalla squadra di mister Lazzini in questo campionato. Freschezza e voglia di giocare divertendosi sono stati gli ingredienti principali di questa domenica da ricordare.
Fatta questa premessa, ecco che, però, questa mattina, all'apertura della posta elettronica, ho trovato la spiacevole sorpresa della diffida rivolta al Comune di Lucca da parte del solito commissario liquidatore della Lucchese Libertas 1905 Vladimiro Covili Faggioli. Costui, per niente intimorito dall'imponenza e dalla importanza del nome che di Ulianov, un grande della Storia, continua, sistematicamente, a punzecchiare la città di Lucca in primis e le sue istituzioni simile alla puntura di una zanzara che non vuol saperne di abbandonare il... campo. La diffida firmata dal Lenin rossonero susciterà, è evidente, qualche perplessità tra i personaggi dell'amministrazione lucchese. Un ricorso al Tar, con tutto quel che ne conseguirebbe in caso di sconfitta e tenendo conto dell'esistenza di un altro ricorso pendente davanti al Tar della Toscana, non è cosa da poco.
Faggioli lo sa e sa anche che i politici, prima di rischiare anche solo un euro delle proprie tasche, vogliono essere non certi, ma matematicamente sicuri di poter fare liberamente ciò che vogliono. A questo punto, tuttavia, credo sia giusto tirare le orecchie alla attuale e unica società che rappresenta il calcio a e di Lucca, l'Fc Lucca di Nicola Giannecchini e Bruno Russo. Di fronte ai ripetuti tentativi di disturbo posti in essere dal Vladimiro di casa nostra, essi hanno sempre tenuto e mantenuto un atteggiamento di disinteresse quando non, addirittura, di menefreghismo egoistico convinti, giustamente, che la querelle fosse tra Comune e Lucchese Libertas 1905 e che a loro non spettasse mettere bocca né dito tra moglie e, appunto, marito.Purtroppo, però, come diceva un caro e vecchio amico, quell'Aldo Natoli ex parlamentare comunista, tra i fondatori del Manifesto, se tu non ti occupi della politica e delle cose che ti riguardano, saranno la politica e quelle cose, prima o poi, a occuparsi di te.
La convenzione per la concessione dell'utilizzo dello stadio e dei campi dell'Acquedotto sono fondamentali per la riuscita del progetto di Bruno Russo e soci. Il settore giovanile non può vivere sotto la minaccia di una revoca o di uno sfratto improvvisi. Ecco perché, secondo me, è necessario che la società dei magnifici sette - troppo spesso troppo lucchesi e restii a prendere posizioni chiare e definite - si decida a far conoscere la propria, univoca voce. Noi ci auguriamo, indipendentemente da ciò che spera il dottor Piacentini della ex Cassa di Risparmio di Lucca che con il corpo è a Lucca, ma con la testa a Verona, che il giudice decreti il fallimento della Lucchese Libertas 1905. Lo abbiamo già detto e lo ribadiamo e, sotto il profilo tecnico, giuridico ed economico oltreché morale ed etico, ci sembra un nonsenso che ancora non sia stata emessa questa sentenza.
Tuttavia, i Giannecchini, i Russo, i Gonzadi, i Micheloni, le Nannini, i De Luca, gli Sgrò non possono restare a guardare come se la cosa non li interessasse. E anche i tifosi è giusto, a cominciare da Lucca United, che facciano, civilmente, sentire la propria voce. E' vero, come ha detto il capo ultras del Piacenza a Faggioli e Gianfranceschi in fuga: "Qui non siamo a Lucca". Da queste parti, infatti, la violenza non è di casa, ma nemmeno l'ignavia o la mancanza di coraggio ad assumersi le proprie responsabilità e la società Fc Lucca dovrebbe, ormai, averlo capito.