Caro Lazzini grazie per quello che ha fatto e, soprattutto, per come lo ha fatto

01/05/2012 19:22

A bocce ferme e a fari spenti lo possiamo dire senza timori: noi, mister Lazzini, lo avremmo tenuto. Innanzitutto perché ha vinto alla grande battendo ogni record e riportando entusiasmo in un ambiente depresso da due fallimenti consecutivi o quasi. In secondo luogo perché non ha mai fatto polemiche pensando solo e soltanto al suo lavoro. Infine, perché, l'anno prpssimo, aveva il privilegio di ripartire conoscendo benissimo l'ambiente e i ragazzi che aveva contribuito a far creascere. Soprattutto, però, perché Giacomo Lazzini ha allenato e agito mantenendo un profilo basso e modesto, mai sopra le righe, mai cercando di attirarsi simpatie attraverso comportamenti sbagliati, con una modestia e un'educazione, davvero, fuori tempo. Noi lo avremmo tenuto per queste ragioni e anche perché, ai tifosi, questo signore era piaciuto, con il suo modo di fare sempre gentile e ben disposto, attento a non rompere, in un negozio di porcellane, equilibri e ceramiche.

Da quando chi scrive segue la Lucchese, ossia dal 2005, di allenatori e presidente, sotto e sopra i ponti, ne sono passati parecchi. Con ciascuno si è creato, inevitabilmente, un rapporto di simpatia reciproca, di fiducia, di stima accresciuto anche dai risultati e, spesso, dalla consapevolezza delle difficoltà in cui, gli allenatori, si trovano, sovente, a dover lavorare. Perdere, ogni anno o quasi, questa stabilità di rapporti, umana in particolare, fa male e dispiace profondamente. Chi vince, tuttavia e chi paga ha, sempre, ragione per cui la società rossonera e Bruno Russo hanno tutto il diritto di fare scelte diverse e di non tenere conto di determinati fattori fra i quali il sentimentalismo può essere deleterio. Ci auguriamo e auguriamo ai colori rossoneri che l'anno prossimo, chiunque sostituirà il tecnico dei record, finisca per non farlo rimpiangere. A Russo riconosciamo il coraggio di avere optato per la strada più difficile: a lui, comunque andranno le cose, onori e oneri. A noi, almeno per ora, la speranza di tornare presto nel calcio che conta e che diverte.