Leviamo i ganzi di loggia

Il punto di Aldo Grandi

Al binario 42 treno in partenza per destinazione play-off: ultima chiamata

21/03/2008 14:26

 

Aldo Grandi - La Nazione

Non nascondiamoci dietro un dito. O una mano. O dietro cosa vi pare. La Lucchese che domani sfida il Potenza è arrivata a un punto di non ritorno. E' giunta, cioè, al classico bivio: se vince tornerà in piena corsa non solo per i play-off, dove si trova a pieno titolo, ma per la promozione finale diretta alla serie B. Se perde o se pareggia, invece, vedrà per forza di cose ridimensionare le proprie possibilità. Quindi, a dirla tutta, non esistono alternative: o si battono i lucani oppure... si battono i lucani. Questa semplice verità l'hanno compresa tutti, giocatori in primis, tecnico a ruota se non, addirittura, davanti, dirigenti a fianco e tifosi al seguito. Chi, però, non ha ancora compreso che cosa potrebbe accadere alla Lucchese qualora dovesse fallire l'obiettivo play-off è la città, sono le sue istituzioni, le sue categorie professionali, che sembrano vivere al di fuori di una realtà che va al di là del mondo, per molti e a torto, effimero, del pallone.

Qui bisogna che qualcuno inizi a comprendere, nella sua profonda presunzione e ignoranza, che il calcio non è un pianeta lontano anni luce dai nostri problemi e dalla vita quotidiana. Il calcio, soprattutto quello di serie C, quello, tra l'altro, in cui si muove la Lucchese, non è altro che uno dei mille tasselli del mosaico che compone la vita di ciascuno dei suoi protagonisti. I calciatori non sono dei Vip né delle stelle, ma gente che lavora, magari divertendosi e che lo stipendio, piuttosto che averlo alla fine di ogni mese, ce l'ha ogni due o tre mesi. Se tutto va bene. Quindi facciamola finita con l'aria di sufficienza che si legge nei volti e si sente affermare dalle bocche di incompetenti, persone che sono molto più sporche o appartengono a un mondo molto più ipocrita e sudicio di quello del pallone.

Almeno sul rettangolo verde le raccomandazioni servono a poco e la sfida si svolge undici contro undici, arbitro permettendo, ma sempre all'insegna di una sana competitività. Altro che politica, altro che pubblica amministrazione, altro che mega aziende private, altro che, pertdonateci l'espressione, ruffiani e leccaculo di turno! Questo mondo è pieno di mediocri e se è vero che la maggior parte dei calciatori e di coloro che gli girano intorno non sono né saranno mai dei pozzi di scienza e di cultura, èa nche vero che, gladiatori contemporanei, sono tra i pochi a lottare ad armi pari e senza trucchi: chi corre corre, cho segna segna, chi è più bravo, in genere, vince. Nella vita di tutti i giorni, nel lavoro di tutti i giorni, raramente i più bravi e i migliori emergono: spesso vanno avanti i più ossequiosi e i meno disposti a portare avanti e proprie idee. Non è forse vero che se gli imbecilli volassero il cielo sarebbe pieno di uccelli?

Un'ultima annotazione: tra i pali, domani, ci sarà Castelli, al quale manifestiamo tutta la nostra ammirazione e l'augurio di dimostrare quello che, da sempre, ha saputo far vedere e, magari, anche di più.

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