Leviamo i ganzi di loggia

Il punto di Aldo Grandi

Anche i giornalisti lucchesi respingono... l'assalto dei tifosi amaranto

30/03/2008 20:16

 

Aldo Grandi - La Nazione

Vogliamo considerarla una goliardata o una pessima dimostrazione di educazione da parte di alcuni tifosi amaranto seduti in tribuna? Peraltro parlare di educazione per certa gente è un eufemismo. Il parapiglia scoppiato in tribuna stampa al termine della partita è avvenuto per questo motivo: poco prima del fischio finale, al momento del clamoroso errore di Cesaretti, il sottoscritto aveva battuto il pugno sul tavolo accanto al proprio, in tribuna stampa, dove non c'era quasi nessuno. Uno sfogo personale come ne capitano a decine durante la gara. Più in basso, un soggetto tutto tatuato, magro finito, maglietta a mezze maniche e con un paio di occhiali Ray-Ban, si è girato e ha cominciato a inveire utilizzando una terminologia piuttosto colorita alla quale, inevitabilmente, è stato risposto prima con un tentativo di razionalizzazione, poi, vista l'inutilità dello sforzo, con l'invito ad andare a quel paese.

Un normale battibecco come ne avvengono un po' ovunque in tutti gli stadi d'Italia. A fine partita, però, il tifoso esagitato è venuto proprio sotto le postazioni della stampa e, davanti ai giornalisti aretini che già si erano scusati in precedenza per l'idiozia del personaggio - e che ringrazio così come ringrazio un giovane dello staff tecnico dell'Arezzo il quale, poco prima, era passato tra le file scusandosi a nome della società: "Le persone maleducate e ignoranti ci sono dappertutto" - ha urlato le seguenti parole all'indirizzo del sottoscritto coinvolgendo, inevitabilmente, anche gli altri cronisti lucchesi: "Siete una città di merda, siete gente di merda". Avrei anche potuto spiegare, così come mi ha simpaticamente suggerito più tardi Silvio Giusti, che io non sono di Lucca, ma ho preferito rispondere per le rime a questo signore il quale, all'improvviso, ha scavalcato le transenne, è entrato nell'area riservata alla stampa e ha aggredito chi scrive che, ovviamente, non ha potuto che difendersi. Altri tifosi sono arrivati ad assalire qualche altro collega e il tutto è stato sedato dall'intervento della polizia e dei carabinieri che hanno portato via il tifoso amaranto e allontanati gli altri che avevano già varcato il limite delle ringhiere.

E' intervenuto a difesa dei cronisti lucchesi l'avvocato Fiorenzo Storelli, che ringrazio, qualche poliziotto, dei carabinieri, un paio di amici del presidente Fouzi Hadj. Tutti, comunque, hanno potuto assistere al vergognoso episodio. Vergognoso perché non esiste che una persona non sia libera di manifestare liberamente ciò che pensa di una gara o di un evento quando questo è espresso in maniera civile e tanto più quando riguarda la propria squadra. Diceva mio nonno che se gli imbecilli volassero il cielo sarebbe pieno di uccelli. Ebbene, aggiungo io, oggi ad Arezzo a stento si vedeva la luce del sole.

C'è da aggiungere che in sala stampa, nel dopo gara, non sono mancati scambi verbali piuttosto duri e al limite della regolarità con i giornalisti locali. E' un peccato, ma succede anche questo. Un grazie, invece, a quei colleghi con i quali, alla fine, è stato possibile chiarire tutto. Vorrei aggiungere che il calcio è, tutto sommato, un gioco e che andrebbe preso a piccole dosi. Siamo tutti dei poveri scribacchini di provincia. Cerchiamo di non dimenticarlo cercando di indossare i panni di coloro che spargono il Verbo ai quattro venti.

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