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Il punto di Aldo Grandi

Fouzi Hadj e la sagra degli errori: quattromila firme non si può far finta di non vederle

07/06/2008 20:07

 

Aldo Grandi

E' la sagra degli errori. E badate bene che non stiamo parlando di debiti né di fornitori o di giocatori che chiedono quello che devono avere da sei mesi. No. Può capitare a tutti un momento di difficoltà anche se da noi, a Lucca, è la prassi. Nessuno, quindi, vuole nuovamente rimproverare Fouzi Hadj per quello che non ha fatto. Il presidente rossonero ha speso tanti soldi per la Lucchese, l'ha salvata da un fallimento sicuro, ha fatto sognare per un paio di anni, forse meno, i tifosi e gli addetti ai lavori, poi, però, sono iniziati i guai e i dolori e ne stiamo pagando ora le conseguenze. Così come, diciamolo pure, le sta pagando lui e a caro prezzo.

Premesso questo, non si può non far notare al numero uno rossonero che il suo orgoglio smisurato, oltre che a fargli dimenticare di accettare i consigli delle persone che lo hanno sempre sostenuto, gli ha impedito anche di vedere che cosa stava covando sotto la cenere. Il risultato è presto detto: sono state raccolte quasi quattromila firme che verranno consegnate martedì al sindaco in Consiglio Comunale con la speranza che Favilla aiuti i tifosi a convincere il presidente che è ora di lasciare. Quest'ultimo si è lasciato sfuggire di mano il bene più prezioso che aveva, la fiducia e il sostegno dei tifosi rossoneri. Lucca, caro presidente, ha pochi pregi e, secondo chi scrive, anche molti difetti. Ma su tutti gli si può riconoscere la capacità di attendere prima di formulare giudizi: i tifosi hanno accettato le sue promesse, hanno gradito il suo impegno economico, l'hanno celebrata, vezzeggiata, applaudita, sostenuta. Per lei hanno criticato i giocatori, i loro beniamini, hanno sperato che lei spazzasse via tutto e ripartisse da solo e da zero. Poi, però, si sono sentiti traditi perché hanno dovuto scoprire da soli in che baratro - e non certo soltanto per colpa sua - era finita la Lucchese. Lei avrebbe dovuto e doveva parlare loro, convincerli della sua buona fede, mettere a rischio la sua faccia e la sua credibilità. A Lucca, anzi, a Marlia, esiste un proverbio che dice: "Paré e un esse è come filà e un tesse". Tradotto significa: Parere e non essere è come filare e non tessere". Tutta apparenza e niente sostanza quindi?

I tifosi hanno raccolto quattromila firme, altre ne troveranno. Chi scrive pensa di conoscerla bene e sa quanto ha sofferto in questi ultimi mesi per far fronte ai suoi problemi, di quali gesti di generosità lei è capace e lo ha dimostrato più volte, di come abbia alienato beni personali per aiutare la Lucchese che era ed è la sua società. Ha, però, sbagliato nei modi e nella sostanza non capendo che prima di giungere a questo punto avrebbe dovuto fermarsi un attimo. Lei ha sempre detto che una società si costruisce con la società stessa, seria e credibile, con i giocatori e con i tifosi. Queste componenti stanno vacillando e i tifosi sono quelli più delusi. Trovi il modo di recuperarli e può farlo solo attraverso il recupero della sua credibilità nei loro confronti. E' un'impresa ai limiti dell'impossibile, da titani. 

Comunque sia, questi tifosi hanno un merito: amano questa squadra e la Lucchese e meritano non le sue critiche o i suoi attacchi, ma rispetto e comprensione. E umiltà.

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