Leviamo i ganzi di loggia
Il punto di Aldo Grandi
Right or Wrong It's My Team. Appello all'unità: la squadra ha bisogno di tutti
13/09/2007 22:21
Aldo Grandi - La Nazione
Nessuno avrebbe voluto arrivasse questo momento, ma era
inevitabile. A questo punto meglio ora che più avanti. Stiamo parlando
non solo della prima sconfitta, quella di Ancona, ma della inevitabile
pioggia di perplessità e critiche sulle capacità caratteriali di questa
squadra, apparse lontane anni luce da quelle, conosciute, risapute e,
purtroppo, non sempre imitabili, del suo allenatore. Detto ciò,
tuttavia, bisogna intenderci. E' vero, i ragazzi hanno mostrato
parecchie lacune, ma è altrettanto certo che giocano insieme da appena
270' di campionato e qualche altro scampolo di partitella più o meno
inutile. Non dimentichiamoci che contro il Crotone i dieci undicesimi
della squadra erano assolutamente nuovi di pacca. Criticare, quindi, va
bene, ma farlo tanto per fare allora no. Saremmo all'autolesionismo, al
masochismo esasperato. Tutto, nella vita così come nel calcio, è
perfettibile e ci sta anche di sbagliare, nella scelta dei giocatori,
nel loro impiego, nella capacità di gestirli. Ma una cosa deve essere
chiara una volta per tutte: quest'anno non ci saranno avvicendamenti,
il presidente Fouzi Hadj - ed era ora! - ha deciso di lasciar fare al
tecnico e al direttore sportivo. Non metterà più piede nello
spogliatoio se non per complimentarsi per qualche buon risultato o
qualche buona impresa. Se qualcuno pensa di poter contestare a
prescindere, è bene che si ricordi chi è che mette i soldi. Lo dicevamo
anche ai tempi di Grassi, finché era lui a pagare, aveva il diritto di
scegliere, anche di restarsene una vita in serie C. Ma dal momento che
Hadj ha scommesso di riuscire a salire in B, prima o poi ci riuscirà.
Per cui va bene, va benissimo sparare a destra e a sinistra, ma quando,
poi, c'è da aiutare squadra e tecnico, stop. Fronte unico. Braglia è un
vincente e lo ha dimostrato, ma non interessa, o almeno, a noi non
interessa soltanto che vinca, piuttosto che dia il massimo per
riuscirci. L'ambiente è fondamentale per una squadra che vuole salire,
tanto più quando si tratta di undici e anche più, ragazzi sbarcati per
la prima volta in terra lucchese. Mettiamo da parte la solita
incapacità ad entusiasmarsi, il solito disfattismo, il solito
denigrare, giudicare, sbeffeggiare. Proviamo a vedere positivo, a
incoraggiare, ad aiutare; a gioire per le vittorie e a soffrire per le
sconfitte, ma pronti a ripartire, a incitare, non soltanto a
distruggere. Non è facile, ma vale la pena di tentare. Il
provincialismo e la presunzione si combattono anche così.