Leviamo i ganzi di loggia
Il punto di Aldo Grandi
Quel che resta da fare... prima che sia troppo tardi
15/06/2008 16:32
Aldo Grandi
La Guardia di Finanza ha effettuato un blitz nella sede di via delle Tagliate dove ha acquisito-sequestrato documentazione relativa alla contabilità del periodo compreso tra il primo luglio 2006 e il 12 giugno 2008: dalle fatture ai bilanci, dai registri alle ricevute dei pagamenti, dagli estratti conto a tutti i documenti utilizzati in questi due anni. Un colpo di scena prevedibile, all'indomani del mancato pagamento degli F24 che ha determinato la penalizzazione di due punti a carico della Lucchese. Debito con l'erario, ammontante a circa 180 mila euro, che non è stato ancora saldato. E il fisco, giustamente, non dimentica. Qualcuno dice che si tratta di un controllo di routine: ci viene da ridere. Alla Lucchese, ormai, anche l'eccezionale è diventata routine, ma nessuno ha il coraggio di scendere dal piedistallo e dire che la situazione non è, come pensano di farci credere, critica. E' drammatica.
Forse non tutti si rendono conto di che cosa stia accadendo. Noi avevamo detto che, prima di sparare, avremmo aspettato la fine del campionato per non creare turbativa e turbamenti, ma dopo la sconfitta con la Pistoiese ogni impegno a evitare polemica è saltato, anche se la goccia più vergognosa di questa farsa in corso di svolgimento è stata la vicenda dei contributi non pagati e per i quali la Lucchese ha avuto anche la verifica fiscale delle Fiamme Gialle.
Siamo stanchi. E stufi. Di tutto ciò che sta accandendo e dei protagonisti - si fa per dire - di questo dramma che è un'offesa al buon senso e alle regole di una sana gestione economica. Ma come si fa a portare avanti così una società? E si voleva andare in serie A! Ma nemmeno tra i dilettanti. Qui c'è gente che dovrà spiegare come è stato possibile ridurre la Lucchese in questo stato. Il presidente Fouzi Hadj parla di complotto. Ma di chi? Dei giornalisti? Dei tifosi? Delle potenze demo-giudo-pluto-massoniche? Dei comunisti che mangiano i bambini? O dei nazisti che mangiano gli ebrei? Delle banche che aspettano venga loro restituito il denaro prestato? Dei fornitori che ancora aspettano di vedersi pegate le fatture emesse una dopo l'altra? Dei giocatori che hanno il brutto difetto di pretendere di essere pagati? Dell'allenatore che ha avuto la cattiva idea di schierarsi con i suoi ragazzi per non perdere quell'ultimo pizzico di credibilità che gli rimaneva? Dell'idraulico che non voleva più venire a riparare la caldaia perché non veniva pagato e dei calciatori che erano stanchi di farsi la doccia con l'acqua fredda? Della cooperativa che si occupa della gestione del manto erboso del Porta Elisa e che vanta decine di migliaia di euro di crediti e dei giocatori rossoneri che si erano rovinati le gambe sul prato concimato con 15 giorni di ritardo per motivi economici? O di Braglia, l'unico, che ha avuto il coraggio di raccontarlo e che, di fronte a un clima di caccia alle streghe si è assunto la responsabilità di aver aperto bocca?
Antonio Magli si è dimesso. E ha fatto bene. Dopo la vicenda del deferimento e della penalizzazione era il minimo. Giovanni Torre si è dimesso. Anche per lui vale lo stesso discorso del segretario. Ma gli altri? Cosa aspettano a chiedere scusa e trarne le dovute conseguenze per quello che è accaduto, per quello che sta accadendo e per quello, eventualmente, che accadrà? Di Fouzi Hadj non ci interessa dal momento che ha dimostrato di non tenere in minima considerazione l'opinione di chi non la pensa come lui. Di monsieur Kutufà, nemmeno ci abbiamo mai parlato. L'unico a cui sentiamo di voler dire due parole è Silvio Giusti, una delle persone, pur con i suoi difetti e gli errori commessi, a dannarsi l'anima per questa squadra e per questa società.
Secondo noi non resta altro da fare, a monsieur le Presidént, che iscrivere la società al campionato tirando fuori quello che serve e, poi, sedersi ad un tavolo e con grande umiltà dichiararsi pronto ad esaminare le offerte di acquisto. Fuori, quindi, i soldi per i giocatori e per l'iscrizione, per il tecnico e per lo staff, per i dipendenti tutti e, poi, appello a chi vuole acquistare la Lucchese sobbarcandosi i debiti da scalare al momento di stabilire il prezzo di vendita. Del resto il nostro Hadj dovrebbe spiegarci che senso avrebbe tirare fuori tre milioni di euro oggi e altrettanti domani per creare una squadra che non avrebbe aspirazioni di salire in B - come lui stesso ha detto - e che, quindi, sarebbero soldi interamente buttati. Cui prodest? L'orgoglio di non andarsene via sconfitto? Con questa motivazione si rischia davvero di veder saltare la Lucchese e questo non è nemmeno ipotizzabile.
E' arrivato il momento di guardare in faccia la realtà. E la realtà, di questi utlimi due anni di gestione - economica, calcistica, finanziaria, di immagine - ha una sola parola corrispondente: fallimento. Invece di prenderne atto e di comportarsi di conseguenza, si continua a parlare di denaro che dovrebbe arrivare - e magari arriverà anche - di miracoli a destra e a manca, ma non si può pensare di poter andare avanti con i miracoli. L'economia non è una barzelletta e le società si gestiscono rispettando certi canoni e certe regole. Silvio Giusti si sta dando da fare per piazzare alcuni giocatori e ricavare qualche soldo che serva ad abbassare il quantum richiesto per salvare la società. Nella prossima settimana dovrebbe avere tre o quattro incontri in proposito. La sua è una corsa contro il tempo. Fouzi Hadj ha promesso che già da domani pagherà tutti. Ma ci rendiamo conto di che cosa sta accadendo? Siamo ad un passo dal baratro e pretendiamo di saltarci sopra invece di fermarsi prima.