Leviamo i ganzi di loggia
Il punto di Aldo Grandi
Caro Fausto, è arrivato il momento di abbandonare la partita: non sempre si può vincere, qualche volta si può perdere
10/07/2008 19:04
Aldo Grandi
Questa è l'ultima volta che l'autore di queste righe si rivolgerà pubblicamente al presidente della Lucchese Libertas. E lo farà abbassando i toni e cercando di mettere da parte la delusione e l'amarezza per la fiducia tradita dopo tre anni di sostegno, conditi, è vero, con qualche critica, ma con troppa, incondizionate stima e amicizia.
Chi scrive non crede di doversi vergognare per aver creduto che Fouzi Hadj potesse condurre la Lucchese in alto. Non solo perché, casomai, era in buona compagnia, ma anche perché ha sempre avuto l'impressione e la sensazione che quest'uomo avesse dei principi morali e un'umanità che traspariva dai suoi modi. Diciamo che se colpa c'è stata, quella va cercata nell'aver sempre voluto vedere il bicchiere mezzo pieno invece che mezzo vuoto. E mezzo vuoto, purtroppo, lo era effettivamente, almeno negli ultimi due anni di gestione hadjana. Si potrebbe definire entusiasmo, quella voglia di pensare positivo sempre e comunque, di saper prendere la vita con ottimismo perché, come diceva un vecchio detto, la differenza tra il pessimista e l'ottimista è che a quest'ultimo riescono possibili anche le cose impossibili.
Purtroppo è andata in modo diverso. E quando, sulla strada di ritorno da Sorrento, è arrivata la notizia del deferimento, qualcosa è scattato e anche la fiducia cieca, la stima, il rispetto, si sono dovuti arrendere di fronte all'evidenza di una delle più grosse porcate cui mi sia stato possibile assistere. Perché qui le cose sono due: o c'è stato il dolo e allora Hadj può essere solo che cacciato nel peggiore dei modi, nemmeno compatito, ma solamente denigrato. Oppure c'è stata negligenza, e allora siamo davanti a degli incapaci dove l'incapacità di saper gestire una società storica come la Lucchese grida vendetta - ovviamente in senso metaforico - al solo parlarne!
L'amicizia, quella no, quella sarebbe rimasta, comunque. Ma qualcuno, nella fattispecie Fouzi Hadj, giudica gli amici a seconda di come gli rispondono e lo considerano. Se dicono sempre yes, allora sono buoni per tutte le stagioni, altrimenti, diventano nemici. Oggi, 10 luglio 2008, quando i colori rossoneri sono ad un passo dalla scomaprsa dal calcio professionistico, il Comitato 1905 Orgoglio Lucchese dice di aver raggiunto la quota necessaria a completare l'iscrizione della Lucchese al campionato di prima divisione, nonostante la mannaia dei dieci punti di penalizzazione che sempre Fouzi Hadj ha regalato ai suoi sostenitori.
A Genova, però, Hadj nicchia e non vuole mollare, nonostante sappia benissimo che gli imprenditori lucchesi sono disposti a pagare solo se lui se ne va. Il presidente sostiene di avere i soldi e che già domani, 11 luglio, ultimo giorno della settimana utile per staccare 156 assegni circolari per pagare gli stipendi - lunedì sarebbe un massacro - sarà a Lucca per fare il proprio dovere, con la collaborazione di due istituti di credito che dovranno mettergli adisposizione almeno due impiegati ciascuno. Si assiste, così, a un braccio di ferro che non porta acqua al mulino di nessuno. Allora, caro Fausto, vorrei dirti queste parole:
Io so che tu hai messo milioni di euro in questa società, ti ho visto gioire e felice per la Lucchese, ho apprezzato la tua generosità verso calciatori e tifosi, verso la città, ho capito quanto ti può essere costato vendere la villa di Bogliasco, gli appartamenti di Nervi, i box a Montecarlo, le auto, per riuscire a tenere in piedi questa impresa. Avresti potuto mandare tutto a puttane e non lo hai fatto: per orgoglio? Per paura? Per incoscienza? Comunque sia adesso sei arrivato ad un momento cruciale nel quale devi decidere cosa fare da grande: restare e rilanciare, lasciare da sconfitto. E' vero che la vita si giudica dai risultati, ma è altrettanto vero che non sempre si può vincere e che, anzi, qualche volta si può perdere e imparare dalla sconfitta. Credo che il messaggio del Comitato 1905 che ti chiede di abbandonare la partita per fare strada ai nuovi imrpenditori del domani, debba essere ascoltato e accettato con serenità. Continuare ad andare avanti significherebbe investire ancora milioni di euro in un'impresa per la quale sei, ormai, a livello di immagine e di credibilità, perdente. Che senso ha intestardirsi in tutto ciò? Pensaci su questa notte e, domani, dai una risposta a questi ragazzi che stanno facendo il possibile per cullare un sogno. Poi, credimi, cerca di capire che gli amici, quelli veri, non dicono sempre yes.