Leviamo i ganzi di loggia
Il punto di Aldo Grandi
A San Giovanni con entusiasmo, ma ad ognuno le proprie responsabilità
21/09/2007 16:44
Aldo Grandi - La Nazione
La barca rossonera, grazie alla vittoria, rinfrancante e
rinfrescante, con il Martina, si appresta a veleggiare verso San
Giovanni Valdarno con l'intenzione di rientrare in porto con le stive
piene. E' una speranza che sa tanto di convinzione, ma visti i
precedenti e le delusioni degli ultimi anni, sarà forse il caso di
incrociare le dita e fare i debiti scongiuri. Comunque sia la partita
di domenica rappresenta quello che la sfida con il Martina stava a
significare sette giorni fa: ossia la necessità di una conferma, di
un'avvenuta svolta nell'approccio alla gara. Gufi, allocchi, civette e
barbagianni sono sempre in agguato, pronti, nuovamente, a far sentire
la propria voce, stonata, ad ogni piè sospinto. Ma questo non importa.
I veri tifosi rossoneri devono impedire che lo scetticismo e il
disfattismo facciano breccia nell'animo e nel cuore della maggior parte
dei supporters. Braglia aveva ricevuto la promessa che, in caso di
vittoria con il Martina, almeno 1500 tifosi sarebbero partiti per San
Giovanni. Battuti i pugliesi, il tecnico maremmano ha presentato la
cambiale all'incasso, ma, a quanto sembra, i numeri sono piuttosto
lontani da quelli sperati e promessi. Non importa. Più saremo e meglio
sarà. Settecento o ottocento, mille o millecinquecento, l'importante
sarà, per chi si sorbirà questa trasferta, di poter tornare a casa
contento di aver assistito a una partita in cui i giocatori hanno dato
tutto e anche qualcosa di più. Ripetiamo ancora una volta, a costo di
essere noiosi, che quest'anno, almeno per ora, tutto sembra funzionare
come in un'azienda che si rispetti, dove ognuno fa la sua parte e si
assume le proprie responsabilità: da Piero Braglia ai suoi ragazzi, da
Silvio Giusti al presidente stesso. Ebbene, questa tranquillità e
questa serenità (apparenti? Reali?) devono assolutamente essere una
costante di questa stagione, da parte di tutti, pena il ritorno ad una
situazione kafkiana e paradossale come quella dell'anno scorso, quando
di tutto si parlava (giocatori, stampa, città) fuorché di calcio
giocato. Un appello, quindi, a tutti: società in primis, giocatori,
tifosi, e via dicendo. Ognuno si assumi le responsabilità che gli
competono perché, questa volta, non ci saranno prigionieri. Chi
sbaglierà, verrà individuato e identificato, dopodiché dovrà rispondere
degli errori fatti. E' ovvio, stiamo parlando per metafore, ma
certamente nessuno sopporterebbe un'atmosfera come quella in cui siamo
stati costretti a lavorare e a vivere nell'ultima annata. Avanti,
dunque, con fiducia. A San Giovanni uniti dalla passione e
dall'entusiasmo. Questi, da soli, spesso riescono a smuovere persino le
montagne.