Leviamo i ganzi di loggia

Il punto di Aldo Grandi

Business is Business, ma con qualche differenza

20/08/2008 13:45

 

Business is Business dicono gli inglesi. E hanno ragione. Negli affari, così come in amore e in guerra, ognuno combatte con le armi che ha e spesso, se non sempre, le regole e i buoni propositi vanno a farsi benedire. Quello che sta accadendo a Lucca è davvero emblematico di una certa situazione purtroppo tutt'altro che rara. Da un lato c'è una società, la Lucchese Libertas 1905, precipitata radicalmente nel calcio che non conta grazie all'incapacità del suo presidente e dei suoi dirigenti. E se i secondi, bontà loro, hanno avuto, alla fine, la dignità di farsi da parte, lui, Fouzi Hadj, resta ancora in sella per fare o tentare non si sa bene che cosa. Non bastava aver rovinato la società, averla umiliata davanti a tutta Italia, aver costretto i tifosi a sobbarcarsi il peso della scomparsa, dopo 103 anni di storia, dal calcio professionistico. E senza nemmeno una parola di scuse. Dopo tutti i danni provocati dal presidente Fouzi Hadj forse qualcuno avrebbe desiderato un po' di buon gusto e un addio semplice e sobrio, magari anche con la coda tra le gambe, invece dei proclami o dei j'accuse a cui nessuno crede più da un pezzo.

Ma gli affari sono affari e Hadj non ne vuol sapere di mollare senza aver prima tentato di raccattare qualcosa che serva a diminuire il suo debito. Quando Di Campli minaccia di far saltare l'accordo con la Lega per il saldo dei giocatori rossoneri fa il suo gioco ad un tavolo, beninteso, dove le regole sono, ormai, lettera morta. A nostro avviso gli emolumenti per Bonfanti & Soci, calciatori che hanno militato alle dipendenze della Lucchese Libertas, dovrebbero essere pagati dal signor Fouzi Hadj essendo stati suoi dipendenti, ma, ormai, nella vita, è vero tutto e il contrario di tutto. La tattica del gruppo facente capo a Hadj è provare a ogni costo a ottenere qualcosa: soldi, considerazione, aiuto, riconoscimenti più o meno virtuali. Dall'altra parte c'è una nuova società che faticosamente sta cercando di uscire dai marosi e che niente vuole avere a che fare con la vecchia Lucchese Libertas. Viene da chiedersi come mai Fouzi Hadj non abbia, dopo la scoperta del mancato pagamento degli F24 e della penalizzazione, nominato un commercialista lucchese di provata fiducia affidandogli il compito di fare i conti e renderli pubblici. Poi, a quel punto, si poteva anche vendere e restare in C1. Invece niente di tutto questo e gli imprenditori locali - Cipriano in testa - non se la sono sentita di andare a vedere le carte con il rischio di trovare chissà quali mancanze. Comunque sia ora è troppo tardi. Lo Sporting Lucchese sta crescendo piano piano. I fratelli Giuliani di Cipriano Costruzioni non sono dei benefattori o dei mecenati. Sono imprenditori con il pallino del guadagno, ma hanno il diritto di provare a fare calcio esattamente come Fouzi Hadj ha avuto il diritto, il coraggio e la faccia di farlo morire, almeno e fortunatamente solo a Lucca. A molti, noi compresi, l'idea di un nuovo stadio non solletica più di tanto, ma sotto il profilo del buon gusto, o del garbo se vogliamo dirla alla lucchese, sono loro ad avere la precedenza: se non per la storia, per l'assenza totale di demeriti.

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