Leviamo i ganzi di loggia

Il punto di Aldo Grandi

Grazie alla Sporting Lucchese e a tutti coloro che stanno facendo il possibile per tornare dove i colori rossoneri avrebbero dovuto restare. Un plauso ai fratelli Giuliani e una bacchettata a chi non sa fare altro che denigrare

08/12/2008 13:23

Sette punti di vantaggio sulle immediate inseguitrici (Gavorrano e Montevarchi), un'atmosfera da far invidia per la sua compattezza e serenità, giocatori che stanno marciando a passo di carica, un entusiasmo ritrovato, un tifo che ha bisogno di tornare a credere e a sognare, una società seria che sta dimostrando cosa significa gestire le cose in maniera chiara, lucida, trasparente. E, soprattutto, che paga i propri debiti. Questo è il bilancio, più che positivo, che il diesse Giovannini, il tecnico Favarin, il presidente Giuliani possono vantare di aver conseguito a poco più di tre mesi dal loro insediamento.

Adesso, quando le cose non stanno andando bene, ma benissimo, c'è chi sostiene che, tanto, era già tutto scritto in anticipo, che la Sporting Lucchese non sta facendo altro che il proprio dovere, che tutto sommato era prevedibile perché i soldi spesi per allestire una formazione d'altra categoria erano stati spesi. In sostanza tutti sono diventati professori in grado di spiegare che il successo del viaggio rossonero in serie D è ed è stato scontato sin dall'inizio. Eppure come non ricordarsi le partite in cui gli applausi e i cori erano scomparsi dal Porta Elisa e in trasferta. Come non pensare all'atmosfera di pessimismo che aleggiava intorno alla squadra dopo le sconfitte di Sesto Fiorentino e con l'Arrone in casa. Come non andare con la memoria, senza nemmeno fare tanti sforzi, alle critiche, alle considerazioni, ai giudizi avventati, ai facili scetticismi, alla dietrologia male endemico degli italiani?

Una cosa va detta a chiare lettere: non ci vuole Nostradamus per intuire che Giuliano Giuliani e lo staff dirigenziale della Sporting Lucchese non sono graditi a tutti i lucchesi. Il motivo? Vallo a sapere. Sembra, purtroppo, che lo sport principale degli abitanti di questa meravigliosa terra sia quello di godere delle disgrazie altrui e/o di sputare sulle loro realizzazioni. Invidia? Provincialismo? Diffidenza? Presupponenza? Meschinità? Comunque sia il calcio rossonero sta tentando di rientrare tra i professionisti e, a quanto pare, gli unici ad averlo fatto e a poterlo fare, sono stati proprio i fratelli Giuliani. "Lo hanno fatto per puro calcolo e per interesse, non certo perché amano i colori rossoneri". Questa è la frase ricorrente nei commenti dei Soloni nostrani. A parte il fatto che non si capisce per quale ragione non dovrebbero perseguire anche un interesse personale in questa loro avventura in un ambiente che non conoscevano, ma nel quale hanno saputo trovarsi come pesci nell'acqua. Se c'è ancora qualcuno che ricorda con piacere i tempi recenti e l'uragano devastante di Fouzi Hadj, prego s'accomodi. Di un presidente che investe dieci milioni di euro e poi fa fallire la società, non sappiamo cosa farcene. L'incompetenza e l'incapacità non sono un difetto, ma il frutto della presunzione.

Noi, alla Sporting Lucchese, ai fratelli Gabriele e Giuliano Giuliani, ai loro soci più o meno simpatici, al diesse Paolo Giovannini - complimenti per la sua serietà e l'onestà professionale, nonché per la sua modestia  - al mister Favarin, ai giocatori e dal primo dei dirigenti all'ultimo dei dipendenti, non possiamo dire altro che grazie. Senza condizioni. Senza di loro, Valore compreso, non saremmo qui a pensare già al campionato venturo tra i professionisti. E non è stato così facile come qualcuno vuol farci credere. Il merito sappiamo tutti che va ripartito tra coloro che hanno voluto fermamente questa scelta, amministratori pubblici compresi. Che non saranno degli angioletti, ma che qualcosa di buono hanno combinato.

Chi critica l'attuale dirigenza, dimostra ancora una volta di non aver capito niente. Si pretende dagli altri quello che nessuno di noi sarebbe in grado né vorrebbe rischiare: i propri soldi. Giuliani e Valore lo hanno fatto ricattando la città con la storia del nuovo stadio? Ebbene, se anche fosse, nessuno ha ancora detto sì al progetto mentre invece Giuliani & soci hanno dimostrato tangibilmente che quello che avevano promesso lo hanno mantenuto. Per cui, alla fine, se c'è qualcuno in credito, sono loro. Questo non vuol dire che lo stadio a San Donato andrà sicuramente fatto. Anzi. Conoscendo l'amore che Giuliano e Gabriele hanno per i colori rossoneri, siamo certi che resterebbero al timone della società anche se l'impianto megagalattico non dovesse ricevere il via libera dal Comune. Ma questo proprio perché a parte l'interesse personale, in questa avventura ci hanno infilato la passione del tifoso. Se, poi, qualcun altro, lo ha fatto con altri scopi, questo non è nostro compito analizzarlo. Almeno per ora.

Vedremo, dunque, cosa accadrà nei prossimi mesi. Il diesse Giovannini si sta muovendo sul mercato con grande perizia e tranquillità. Sa che può aspettare il cavallo giusto forte del primato in classifica. Giuliani ha incontrato Maurizio Silva, l'inventore della Lucchese Libertas 1905 in terza categoria. I due si sono stretti la mano e, probabilmente, si rivedranno con l'obiettivo di trovare un accordo, curatore fallimentare permettendo, sul passaggio del nome e del marchio dalla vecchia alla nuova società. C'era voglia, davvero, di tornare solo a parlare di calcio. Non foss'altro che per questo, i dirigenti della Sporting meriterebbero la nostra fiducia. Condizionata, beninteso, ma esente, al momento, da qualunque critica.

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