Leviamo i ganzi di loggia
Il punto di Aldo Grandi
L'arbitro non ha ancora fischiato e la Lucchese perde già 1 a 0: questo lo spirito giusto per affrontare le... vespe di Capuano
19/10/2007 21:11
Sono alcune giornate che la Lucchese entra in campo concentratissima, aggressiva, determinata. E' già un grande passo avanti, se si pensa allo stato di apparente apatia a cui ci aveva abituato nelle prime giornate del torneo. Tuttavia questo atteggiamento, seppure confortante, non sempre paga. Contro le vespe di Ezio Capuano che entreranno in campo con le note del Gladiatore di Ridley Scott, ci vorrà qualcosa di più. Ebbene, forse sarebbe opportuno che, almeno una mezz'ora prima di entrare sul terreno di gioco qualcuno cominciasse a pensare che lo spirito giusto potrebbe essere quello di giocare il primo minuto e tutto il resto convinti di stare, ormai, sul punteggio di 1 a 0 per la Juve Stabia. Questa è una sorta di training autogeno che, se introiettato a memoria, può davvero fornire subito un atteggiamento aggressivo nei confronti dell'avversario. E' anche vero che un eventuale gol potrebbe far alleggerire la pressione, avendo raggiunto, seppure solo virtualmente il pari, ma, in realtà essendo in vantaggio di una rete. Comunque sia in gare come quelle di domani la grinta e il carattere, unite alla consapevolezza dei propri mezzi che quasi mai si accompagna all'incoscienza, possono far fare quel benedetto/maledetto salto di qualità che i colori rossoneri attendono da tre anni. Invece, ogni volta che la squadra centra un risultato di prestigio, ecco che la domenica successiva arriva l'immancabile doccia fredda.
I giocatori, tutti indistintamente, sanno quello che devono fare e sanno quello che i tifosi vogliono da loro: impegno, professionalità, risultati. La società è chiamata a proteggere questa concentrazione, ad aiutarla, a far sì che i ragazzi debbano pensare solo a giocare e a vincere e non, come, purtroppo, è accaduto in passato, ad altre questioni che con il pallone hanno poco a che fare. Siamo ad un punto della stagione cruciale: ogni passo falso si rischia di pagarlo a caro prezzo nel corso della stagione. Piero Braglia è sempre lì, granitico, orgoglioso, rabbioso, mai domo, stressato e stressante come solo lui riesce ad essere alla vigilia del match. E pensare che l'altra sera ha invitato i giocatori a cena fuori e, poi, li ha voluti lasciare da soli affinché diventasse, quella, un'occasione per cementificare il gruppo. Grande stratega e stregone, il nostro Piero. Sin dall'inizio abbiamo sempre detto che lui è e sarà, fin che resterà a Lucca, il vero valore aggiunto di questa Lucchese. Lui lo sa e, come già ai tempi del ritiro di Pievepelago, non ha alcuna intenzione, fortunatamente, di dimenticarselo.