Leviamo i ganzi di loggia
Il punto di Aldo Grandi
Pera, il simbolo di una rinascita che ha radici lontane
07/04/2009 10:23
E' fatta. La Sporting Lucchese ha centrato la matematica promozione in Seconda Divisione. E' stata, questa stagione con l'epilogo fantastico della conquista del ritorno in C2, la fine di un incubo. Un terribile sogno dal quale non ci eravamo saputi svegliare fino, almeno, a meta' campionato, ossia quando e' apparso chiaro a tutti che i rossoneri avrebbero ammazzato il torneo. Che cosa dire, dunque, di fronte a questa dimostrazione di potenza? Innanzitutto il simbolo di questa squadra, al di la' dei meriti che vanno equamente distribuiti, e' lui, Manuel Pera da Lammari, un ragazzo, a volte, al di sopra delle righe per certi suoi atteggiamenti, ma sempre in grado di fare la differenza la' davanti, dimostrando, soprattutto, una grande, straordinaria imprevedibilita' ed e' questa dote che lo ha lanciato come una meteora nel calcio professionistico, se e' vero, come sembra, che altre squadre di categorie superiori lo hanno cercato.
Bisognerebbe dire grazie a tanta gente. A Giuliano Giuliani, presidentissimo oltre ogni misura, capace di canalizzare tutto cio' che riguarda la societa' assumendosi in prima persona le responsabilita', mai pretendendo di scavalcare i ruoli dei suoi collaboratori. Paolo Giovannini, direttore sportivo modesto, ma efficace, gia' al lavoro per preparare l-assalto al campionato di C1. Mister Favarin, simpatico, semplice, onesto, un uomo che sa dare il meglio di se' senza mai strafare ne' delegare o scaricare sugli altri cio' che e' di sua competenza. Poi, uno ad uno, arrivano anche gli altri, i cui nomi ci vengono in mente, ma per non fare torto a nessuno preferiamo non citare.
Discorso a parte meritano i tifosi. Loro sono stati, davvero, i piu' encomiabili, determinati, sicuri, fiduciosi. Chi non ricorda le prime due, tre gare al Porta Elisa? Non si sentiva ne' un coro ne' un applauso. Roba da cimitero. Poi, piano piano, la gente ha ritrovato la voglia di gridare, di incitare e, finalmente, con la partita di sabato scorso, ma anche prima, con le trasferte, e' ritornata la voglia di sentirsi rossoneri, voglia mai sopita, ma, purtroppo, mortificata e devastata dall'insipienza di un uomo che ha tradito una intera citta', istituzioni comprese, che gli aveva dato fiducia. Adesso la Sporting Lucchese e' tornata dove doveva tornare. Giuliani non puo' far finta che l'anno prossimo dovra' e potra' essere l'anno della riscossa definitiva, del tornare dove siamo stati abbandonati due anni fa.
Commozione. Chi scrive non ha potuto essere presente alla festa della promozione, avendo un impegno personale gia' prenotato in tempi non sospetti. Eppure, anche a centinaia di chilometri di distanza il telefonino ha chiesto piu' volte come stesse andando la partita. Ripensando a come termino' l'ultimo campionato di C1, con la sconfitta in casa con la Pistoiese e la dura, durissima contestazione alla dirigenza rossonera, oggi sembra di vivere un'altra vita. Grazie a tutti. Nel dispiacere di non esserci, a festeggiare la promozione, anche la consapevolezza che, in fondo, era giusto cosi'. La gioia per la promozione e il successo e' enorme, ma altrettanto grande e' stata la delusione patita con la scomparsa della Lucchese Libertas, affondata da una dirigenza e da una persona cui il sottoscritto aveva dato piena e totale fiducia. Quindi, una catarsi era necessaria, e non aver festeggiato e' stata una punizione, potremmo dire, meritata. Cambiata la pelle, adesso si puo' nuovamente tornare a sorridere. In fondo, chi e' stato senza peccato scaglia la prima pietra.
Al. Gra.