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Il punto di Aldo Grandi

Favilla, politico per eccellenza, conosce i tempi della gestione amministrativa di una comunità: e come la formichina, mette in dispensa tutto ciò di cui avrà bisogno al momento giusto

22/06/2009 23:38

Su una cosa siamo tutti d'accordo. Il sindaco di Lucca Mauro Favilla è un politico di elevato spessore, non nel senso che sia chissà quale mago della scienza di gestire e amministrare una comunità, quando nell'essere capace di adattare se stesso e gli altri ai tempi che la politica richiede. Non va dimenticato, infatti, che il politico e, ancor più l'amministratore di cose pubbliche, ha a che fare con tempi molto più lunghi e dilatati nel tempo rispetto a un imprenditore che fa, spesso, della tempestività nelle decisioni, necessità e virtù.

Favilla, inoltre, è un vecchio democristiano, appartenente a una classe politica e generazionale che non solo conosceva cosa fare e come fare quando assurgeva a qualche incarico istituzionale, ma che, in sostanza, era tagliata per questo. Quando Favilla parla, non dice mai sciocchezze, misura le parole, a volte riesce perfino ironico. Non si può non restare affascinati dalla cultura e dalla compostezza del personaggio, anche se il suo esitare fosse figlio più dell'insicurezza e della pavidità piuttosto che di una strategia studiata a tavolino. Il sindaco di Lucca è come un muro di gomma, nel senso che tutto ciò che gli viene sparato contro gli rimbalza: lo rispedisce al mittente che, sfinito, rinuncia a continuare nella protesta. Ecco, la grande dote di Favilla e di tutta una generazione cresciuta sotto l'insegna dello scudocrociato, è proprio quella di non lasciarsi né intimorire né condizionare dalle spinte che arrivano dall'esterno. Sarà anche esitante, ma non ci sembra un pavido, sicuramente non è né un decisionista né un impulsivo, piuttosto un sornione che ascolta tutti e non dà ragione a nessuno.

Ebbene, in questa vicenda del nuovo stadio, Favilla è stato capace di portare tutti sulla sua lunghezza d'onda, a cominciare da Giuliano Giuliani che ha dovuto scalare le marce e mettersi in fila. Favilla lo stima, è favorevole alla costruzione di un nuovo stadio con annessa cittadella dello sport, ma sa anche che chi comanda a Lucca sono i commercianti, Ascom in testa e Confesercenti. Sa anche che è meglio averli vicini, soprattutto i primi, visto che i loro voti sono estremamente utili. Ma è consapevole che dopo gli scempi di S. Anna e di altre zone sottoposte, grazie all'ex sindaco Fazzi, a una vera e propria cementificazione selvaggia e inutile oltreché economicamente fallimentare e destabilizzante del mercato, sono sufficienti e che ogni altra devastazione porterebbe la gente e i comitati a insorgere pubblicamente. Così attende il momento giusto e sa che quando questo arriverà, sarà stato capace di individuare una soluzione che salvi i cavoli, ma, soprattutto, le capre. Noi siamo convinti che ci riuscirà. Lui, ancora più di noi. Basta, però, che il suo attendismo sia figlio dell'intelligenza e dell'arguzia piuttosto che frutto della cattiva abitudine che ogni politicante - e non politico - finisce per avere dentro di sé.

Aldo Grandi

Nella foto: la sede della Lucchese

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