Leviamo i ganzi di loggia

Il punto di Aldo Grandi

In due anni la Lucchese è passata dall'inferno al paradiso, dall'essere una piazza dove nessuno voleva più andare a una società cui tutti vorrebbero appartenere

13/07/2009 19:38

Com'è curioso il mondo del calcio. E non soltanto quello. Solamente due anni fa il direttore sportivo Silvio Giusti si aggirava, nei saloni dell'hotel milanese deputato ad ospitare il calciomercato, senza sapere dove sbattere la testa, pronunciando tra sé e sé la frase: "Ma cho cosa mi ci ha mandato a fare qui se non ha un euro per pagare lo stipendio a nessuno?". Il presidente Fouzi Hadj voleva fare gli acquisti necessari per tentare l'assalto alla serie B, ma i pochi giocatori provenienti dal Martina Franca, senza stipendio da mesi e con la prospettiva di non riceverne per altrettanti, non solo non contribuirono a fare granché, ma vissero esperienze economiche francamente assai deludenti.

Lucca e la Lucchese erano diventate una sorta di Alcatraz da cui fuggire per respirare un po' e sentirsi nuovamente liberi. Nessuno voleva venirci e quando si prospettava l'ipotesi, ecco che il tam tam di radio calcio provvedeva a sconsigliare simile passo. Qualcuno, ovviamente, ci cascò e c'è cascato e ne ha anche pagato le conseguenze. Ora, a soli due anni dalla tragedia sportiva più grande che abbia colpito i colori rossoneri in 103 anni di storia, la Lucchese è tornata ad essere, con Giuliano Giuliani e i suoi partenrs, una slocietà seria, ambìta, in grado di fungere da esempio per le altre società della categoria. E' stato un salto notevole, grazie all'impegno di gente come Valentini e come gli altri, gente che non fa nulla per nulla, ma che, almeno, non millanta e dice chiaro ciò che vuole.

Adesso non ci si deve più vergognare a dirsi tifosi della Lucchese. Verrebbe quasi da dire che con tutti gli scempi e le vergognose devastazioni edilizie compiute grazie alle scelte della giunta Fazzi, è assurdo che si stia qui a disquisire su un impianto da realizzare nella periferia cittadina. Ma tant'è. Di certo questa è un'occasione irripetibile. O l'amministrazione comunale la coglie al volo, o sarà l'ennesima delusione per tutti. Si può essere favorevoli o contrari al nuovo stadio, ma si deve avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità. Favilla lo sa e deve scegliere. Mettendoci la faccia.

Al. Gra.

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