Leviamo i ganzi di loggia
Il punto di Aldo Grandi
Con Piero Braglia senza se e senza ma
01/12/2007 09:39
Aldo Grandi - La Nazione
A tenere banco, questa settimana, sono state le polemiche
seguite all’annuncio, in realtà avvenuto davanti a uno sparuto
gruppetto di tifosi, che Piero Braglia resterà fino alla fine della
stagione dopodiché salperà per altri lidi. Il tecnico maremmano ha,
successivamente, detto che si tratta di una cosa già spiegata un paio
di mesi fa, all’indomani della sconfitta casalinga con la Massese e
che, quindi, non c’è niente di nuovo sotto il sole. E’ vero, ma è
indubbio che il ribadirlo dopo aver perso un derby di Coppa Italia e a
seguito di fischi e invettive personali tra cui il classico ‘pisano di
merda’, non possono non far pensare e preoccupare chi, alla Lucchese,
tiene davvero. Noi siamo tra coloro che, da sempre e non da ora,
ritengono Piero Braglia il vero valore aggiunto di questa squadra. In
un mare in tempesta come quello attraversato dalla barca rossonera
negli ultimi mesi, solo un esperto navigatore come lui poteva evitare
l’affondamento. Aiutato, in questo, da un ottimo ufficiale in seconda
come Silvio Giusti. Se non fosse stato per quest’ultimo e per i robusti
anticipi versati, se non fosse stato per la caparbietà, l’onestà, la
forza di volontà dell’allenatore di Grosseto, se non fosse stato per la
finalmente raggiunta consapevolezza del presidente Hadj di snellire la
baracca e di puntare tutto su due uomini più il prezioso Antonio Magli,
a questo punto non saremmo allo sfascio. Saremmo alla devastazione
completa.
E’ chiaro che Piero Braglia è stanco. Non solo per quello che ha
dovuto fare, o non fare, per tenere unito il gruppo, ma anche per dover
sopportare le consuete esternazioni degli immancabili imbecilli che,
puntuali come orologi, gufano e rompono ad ogni piè sospinto. Se la
gente solo conoscesse i dettagli e le vicende che hanno attanagliato la
vita della Lucchese, allora prima di aprire la bocca ci penserebbe su
dieci volte e, poi, la terrebbe chiusa. Braglia resta a Lucca perché
non è un codardo e perché ha promesso a Fouzi hadj e a Silvio Giusti
che farà il possibile per dare loro una soddisfazione. Resta anche
perché, però, è un orgoglioso, uno che non molla mai, un allenatore che
dentro di sé coltiva la convinzione che anche nelle serie maggiori
sarebbe, anche lui, un possibile vincente. Fortuna ha voluto che,
grazie ai buoni uffici di Giusti, Hadj sia riuscito a farlo venire a
Lucca. Ebbene, entro Natale la società deve pensare a mettere le cose a
posto, magari con un bel… regalo da far trovare ai giocatori, a tutto
lo staff tecnico e non solo, sotto l’albero che sicuramente verrà
allestito nella sede di via delle Tagliate.
Contro il Sorrento la Lucchese ha tutto da perdere e niente da
guadagnare. Proprio per questo scendere in campo con il coltello tra i
denti è un eufemismo. Serve non un coltello, ma qualcosa di più. A
cominciare dalla capacità di trasmettere fiducia nei ragazzi. Domenica
ritroveremo Massimo Rastelli, indimenticabile attaccante della Lucchese
di Maestrelli e Grassi; e Alex Brunner, un portiere e un triestino che
hanno lasciato il segno. Per quel che riguarda la Lucchese resta da
definire, in tutti i sensi, la posizione di Zizzari (nella foto).
Tornerà il suo momento?
Gazzetta Lucchese