Leviamo i ganzi di loggia
Il punto di Aldo Grandi
Lite tra il Comune di Lucca e il centro sportivo Sandro Vignini diventato, ormai, un intralcio per la realizzazione del progetto di ristrutturazione del Porta Elisa. Ecco la storia di una guerra annunciata
08/11/2009 12:33
Vittorio Tosto, ex giocatore rossonero negli anni Novanta e attuale coriaceo difensore dell'Empoli, lo aveva preannunciato: "Qui mi sa che hanno fatto i conti senza l'oste". E alla luce della decisione del Comune di Lucca di affidarsi alle vie legali per risolvere la questione, aveva perfettamente ragione. Di cosa stiamo parlando? Semplice. Il Comune di Lucca ha promesso alla Lucchese Libertas 1905 di Giuliani e Valentini di concedere, per il progetto di ristrutturazione del Porta Elisa - investimento stimato circa 40 milioni di euro - anche lo spazio dove adesso si trova il centro sportivo Sandro Vignini, dato dal Comune in concessione alla Lucchese e da questa, all'epoca di Fouzi Hadj, ceduta a Silvio Giusti, Marcello Montanari e Vittorio Tosto, in sostanza alla Green Soccer srl. La Lucchese del businessman sirio-armeno è, poi, fallita, ma il contratto stipulato con la Green Soccer (i cui soldi servirono a pagare i contributi per tentare di salvare la Lucchese e di iscriverla al campionato di C1) secondo quanto ha stabilito anche il curatore Giannecchini di Viareggio, è regolare e potrà essere mantenuto in vigore per tutta la durata del medesimo, ossia dieci anni e, forse, anche di più.
All'indomani del fallimento Giuliano Giuliani rileva la Lucchese chiamandola prima Sporting e, poi, acquistando il marchio e la coppa Italia di serie C vinta a Palermo dai rossoneri un secolo fa, sborsando i 50 mila euro chiesti dal curatore fallimentare. Un gesto, quello del presidente, straordinariamente significativo a dimostrazione che la società rossonera voleva a tutti i costi ritornare da dove era venuta. Nel frattempo Vittorio Tosto, tramite il suo legale Gaetano Anastasio, si adoperava con il Comune di Lucca e con la curatela fallimentare della vecchia Lucchese per essere in regola con tutta la normativa. Non solo. Di tasca propria ha ristrutturato parte dell'impianto facendolo diventare un vero e proprio punto di riferimento per gli appassionatio di calcio e di calcetto. Lo stesso presidente rossonero ha stipulato una convenzione che permette alle giovanili rossonere di potersi allenare, quando vogliono, sui campi sintetici della ex Accademia del calcio. Tosto, per sgomberare ogni eventuale sospetto o legame con il passato, concorda con Silvio Giusti, il quale non vuole rappresentare un ostacolo, l'acquisto della sua quota e, inoltre, liquida Marcello Montanari, diventando, così, l'unico proprietario della Green Soccer.
Giuliani e Valentini non sono dei mecenati del pallone e, mettendo sul piatto milioni di euro, vogliono, inevitabilmente, e lo fanno capire a più riprese, poter costruire il nuovo stadio sui terreni di San Donato che hanno acquistato anni fa. Il sindaco Favilla, con l'assessore Moschini e gran parte della giunta, sono d'accordo e ben volentieri accetterebbero la proposta della società Valore e della Cipriano Costruzioni, ma la situazione edilizia dopo l'assurda politica dell'amministrazione Fazzi, è al collasso. Quartieri interi, come S. Anna e non solo, sono in rivolta. I comitati ambientalisti e paesani minacciano di insorgere contro ogni eventuale altro progetto di cementificazione del territorio. Favilla, da buon ex democristiano, sa che non può tirare la corda più di tanto, anche perché, al suo interno, non tutti sono così manifestamente favorevoli. merge, così, la solita via di mezzo all'italiana. No allo stadio nuovo, sì alla ristrutturazione del vecchio Porta Elisa. Giuliano Giuliani, persona concreta, lui sì uomo d'affari, ma, soprattutto, imprenditore, fa buon viso a cattivo gioco e, in attesa di tempi migliori, accetta l'ipotesi.
A questo punto, tuttavia, appare chiaro che per investire 40 milioni di euro e realizzare uno stadio moderno con tutto ciò che questo significa pur mantenendo il limite di intoccabilità per la tribuna coperta e la gradinata, vincolati dalla soprintendenza, lo spazio che ospita sia la curva ospiti sia il centro sportivo dedicato alla memoria di Sandro Vignini, costituiscono una condizione sine qua non per portare avanti il cantiere e giustificare un mega-investimento come questo. Ma Vittorio Tosto, pluricontattato, non ne vuole sapere di abbandonare tutto anche se all'inizio gli vengono prospettate soluzioni più o meno rattoppate per cercare di convincerlo. Niente da fare. La Lucchese resta alla finestra e attende che il Comune mantenga quello che ha detto, ma Giuliani sa anche che sedersi a un tavolo e parlarne è sempre meglio che affidarsi a una squadra di avvocati. Così incontra Vittorio Tosto e prova a trovare un'intesa. Quest'ultimo fa capire chiaramente che non vuole essere di intralcio a un simile progetto, ma che non può certo dimenticare il fatto di aver speso una ingente somma per acquistare la gestione del centro sportivo e provvedere alla sua ristrutturazione.
Qui si ferma la storia. Il Comune di Lucca, visto che non vuole spendere gli 800 mila euro da versare a Vittorio Tosto per rilevare il centro sportivo, fa sapere all'avvocato Anastasio che si rivolgerà ai propri avvocati con l'incarico di procedere, eventualmente, anche a un contenzioso in sede civile. L'assessore Moschini, che non è un neofita della politica, non commenta più di tanto limitandosi a dire che lui non ne sa niente e che alla vicenda penserà l'ufficio legale del Comune, ovviamente pagato dai contribuenti. In sostanza il centro sportivo dedicato alla memoria di due ex giocatori rossoneri, Sandro Vignini e Massimiliano Fiondella, morti entrambi in altrettanti incidenti stradali, invece di essere un fiore all'occhiello per tutti e per la città in primis, è diventato un ostacolo da superare se non, come pensiamo sia nelle intenzioni, da abbattere. Cosa penserebbero di tutto ciò Sandro e Massimiliano? E cosa ne pensano Vittorio Tosto e Silvio Giusti? Aspettiamo una risposta che, ci auguriamo, sia sollecita.