Un vuoto generazionale da colmare

05/11/2009 10:59

Due punti sul San Marino e dietro, a seguire, ma più distaccato, il Prato. La Lucchese sembra aver rallentato il passo, ma, nella realtà, sono gli altri ad aver ripreso a correre, perché i rossoneri stanno andando piuttosto bene. Il potere, diceva una volta Giulio Andreotti, logora chi non ce l'ha, ma essere sempre primi da oltre un anno, dover mantenere la testa della classifica significa avere sulle spalle una responsabilità enorme e uno stress altrettanto forte. La truppa di mister Favarin è ben protetta e circondata da affetto e organizzazione, certo se anche la città si muovesse un po' di più non guasterebbe. Comunque sia nessun problema, primi, secondi o terzi, una pausa ci può anche stare, l'importante è arrivare a primavera con tanta birra in corpo e voglia di agguantare il traguardo. Ecco, per fare questo non serve ritornare sul mercato, visto che la Lucchese ha, senz'altro, se non la squadra più titolata, senza dubbio la più completa. C'è la necessità di vedere tornare sugli spalti una generazione di giovani che, purtroppo, è scomparsa con la vecchia Lucchese, con la chiusura della curva Ovest con l'abbandono di gente come Carruezzo e soci che aveva fatto, per anni, la storia dei rossoneri. Mettiamoci pure vicende giudiziarie di vario genere che hanno amputato certe frange più violente e la precedente fuga dalla curva per trasferirsi o a casa o in gradinata, fatto sta che quello cui assistiamo è un veroe  proprio vuoto generazionale e non si vedono, all'orizzonte, segnali di risveglio. Che cosa può fare, dunque, la società, per richiamare questi ragazzi? Tornare a visitare le scuole e cercare di farsi conoscere, soprattutto, nelle scuole superiori e medie inferiori grazie ad incontri con i giocatori che raccontino le loro esperienze e si facciano conoscere il più possibile. La frattura tra vecchio e nuovo è stata totale e totalizzante e, al di là del giudizio, ha voluto dire ricominciare da capo. Con tutte le difficoltà affettive del caso.