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Passano i mesi, il Comune va avanti nel progetto per la ristrutturazione del Porta Elisa, Giuliani aspetta sulla riva del fiume, ma il centro sportivo Sandro Vignini non solo non molla, ma, addirittura rilancia. Come andrà a finire?

18/12/2009 00:20

Non ce ne vogliano i Soloni del calcio rossonero se torniamo su un argomento apparentemente trito e ritrito, ma quello che è successo alla festa di lunedì scorso al Centro Sportivo Sandro Vignini deve far riflettere e si presta a tutta una serie di equivoci che sarà bene chiarire al più presto. Partiamo dall'inizio: Vittorio Tosto organizza la presentazione del libro su Sandro Vignini e affianca nell'evento anche una sorta di appuntamento amarcord della Lucchese più forte e più bella di tutti i tempi. Chiama in causa anche la sfortunata vita di Massimiliano Fiondella e unisce i familiari dei due ex rossoneri in un'unica festa cui hanno preso parte personaggi del calibro di Marcello Lippi e Enrico Castellacci oltre all'ex presidente Maestrelli e ai calciatori ex rossoneri della serie B.

Nulla da dire, il pomeriggio è scivolato via piacevole grazie anche alla disponiblità di tutti coloro che sono intervenuti, per primo il tecnico della Nazionale campione del mondo. Il Comune ha brillato per la sua assenza, ma Lido Moschini, assessore allo Sport ha spiegato, proprio su queste pagine, il motivo della sua impossibilità a partecipare. Moschini è una persona corretta, risponde quando viene chiamato in causa, non si tira mai indietro. Ma il Comune di Lucca non è solo Moschini e qualcun altro, quantomeno per una questione di sensibilità, avrebbe potuto fare visita al centro sportivo Vignini di via dello Stadio. Anche la Lucchese Libertas di Giuliano Giuliani avrebbe potuto e dovuto fare di più. C'era Paolo Giovannini, questo è vero, ma non sarebbe stato sbagliato spedire una delegazione di giocatori e tecnici a far conoscenza con la Lucchese dei record (non quella di Fouzi Hadj beninteso) cui la tifoseria è sempre attaccata dal ricordo di campionati intensi anche se spesso sofferenti. Qui si continua a pensare che tra la Lucchese di una volta e quella di ora ci sia una spaccatura non rimediabile. Credo che, al contrario, bisognerebbe fare in modo che la frattura diventi un fattore di unione affinché il passato faccia parte del presente e quest'ultimo si edifichi ed edifichi sul passato. 104 anni di storia non si possono spezzettare a piacimento.

Ecco, davanti a tutto ciò, c'è il problema dello stadio e della sua ristrutturazione. Vittorio Tosto gestisce il centro sportivo pur sapendo che il progetto del Comune prevede che l'area da lui occupata deve rientrare nell'ambito dei lavori. Ci sono 40 milioni di euro in ballo e lui, intelligente e furbo com'è, non può pensare di fare l'eroe o l'agnello sacrificale. Non ne ha né la voglia né il fisico. La Lucchese, intanto, non vuole entrare in queste beghe. E se Tosto rilancia ogni volta dando più visibilità al centro sportivo e promuovendo tutto ciò che riguarda la memoria per Vignini e Fiondella, il Comune si rimette agli avvocati per far sloggiare Tosto & C. e intanto va avanti facendo finta di niente. Peccato che le settimane e i mesi passano e qui non c'è verso di mettere tutti seduti ad un tavolo e cercare di risolvere la discussione piuttosto accesa. Il Comune vuole l'area del centro sportivo che Tosto non vuol cedere se non dietro precise garanzie (economiche e non solo) e la Lucchese non intende venire in soccorso di alcuno per abbreviare i tempi. Il Comune non vuol tirare fuori i soldi, la Lucchese nemmeno. Tosto desidera sì una somma congrua rispetto a quella investita, ma chiede anche delle garanzie, come, ad esempio, la curva intitolata a Sandro Vignini, o la palestra intitolata a Massimiliano Fiondella. E' un gran casino. Tosto come farà a spiegare ai tifosi e non solo, perché ha deciso di smantellare la struttura dedicata proprio a Vignini e a Fiondella e di cederla alla Lucchese e al Comune? E il Comune, che bluffa spesso, come pensa di uscire da questa situazione di impasse-involuzione? Il presidente Giuliani attende fiducioso con qualche accenno di nervosismo e impazienza e ognuno, com'è inevitabile, tira acqua al proprio mulino. Ma andando avanti ognuno per sé e aspettando che Dio sia con tutti, non si corre il rischio di ritrovarsi nel caos e nella paralisi più completa? E, inoltre, invece di prendersi e prenderci in giro - e prendere in giro i Fiondella e i Vignini, si potrebbe decidere subito senza attendere gli ipocriti accordi dell'ultimo minuto? Lo stadio va ristrutturato? Va bene, allora stop alle tergiversazioni e si cominci a parlare come si mangia. Chiaro.

A. G.

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