Leviamo i ganzi di loggia

Il punto di Aldo Grandi

Ragazzi, per favore, regalateci un sogno

13/12/2007 17:45

 

Aldo Grandi - La Nazione

Questa volta la rubrica è dedicata, esclusivamente, ai giocatori rossoneri: uno per uno, indistintamente. Anche se il timoniere di questo mezzo miracolo è, a tutti gli effetti e salvo improbabili e impossibili smentite, Piero Braglia, questa squadra merita un applauso straordinario per aver saputo tirarsi fuori da una situazione ai limiti della insostenibilità. E con quali problemi, tra l'altro. Abbiamo fatto il giro di boa: 27 punti, per come si erano messe le cose dopo la sconfitta con la Massese, sono un traguardo impensabile. Domenica terza gara in otto giorni, per di più in fondo allo stivale, a Crotone, terra di Calabria, in riva allo Jonio. Alzi la mano chi, 45 giorni fa, avrebbe giurato di dover partire per questa destinazione trovandosi a un passo dal secondo posto: ebbene, quella mano alzata può essere solo la nostra. E ne siamo orgogliosi. Mai abbiamo mollato, sempre ci abbiamo creduto, anche quando, a Potenza, eravamo quattro gatti (in realtà molti di meno) a sostenere e ad assistere i rossoneri.

La città deve sapere che questi ragazzi stanno facendo il loro dovere e anche di più. I tifosi devono capire che quest'anno, a differenza della stagione passata, questo gruppo ha scelto di dimostrare, lottando, tutto il suo valore e la sua professionalità. E non si può non essere grati e felici per questo, per questo attaccamento ai colori, alla parola data, agli impegni assunti quando hanno scelto di vestire la casacca rossonera. Gazzoli, un portiere di altra categoria che è tornato a Lucca perché credeva e crede in un progetto; Nocentini, inizialmente quasi irriconoscibile, poi cresciuto fino a diventare un gladiatore insostituibile; Guidi, un ragazzo onesto, semplice, che ogni tanto si perde nei suoi pensieri, ma che quando è concentrato non è inferiore a nessuno; Morello, nelle prime partite quasi indisponente e, comunque, insufficiente, e ora una vera e propria bestia, impeccabile, sicuro, determinante, un guerriero insuperabile; Scalise, un giovane acquistato senza, magari, nemmeno troppa convinzione, che a Sanbenedetto del Tronto sbagliò un gol fatto, che si è dovuto sobbarcare mesi di panchina, ma che, alla fine, ha tirato fuori grinta, orgoglio, sacrificio, abnegazione, un giovane semplice la cui dedizione al proprio lavoro merita di essere presa ad esempio della truppa dei 'Braglia Boys'; Renzetti, un amico, un giovane che ha già al suo attivo una valanga di partite, modesto, silenzioso, ma solo perché timido, maturo per la sua età, con alle spalle una famiglia strutturata che ne ha forgiato carattere e volontà. Uno di quelli che potrebbe approdare in serie A nel futuro prossimo. Straordinaria la sua capacità di riproporsi con folate offensive che qualcuno, negli anni passati, voleva limitare, bravo e avanti così, per di più innamorato di Lucca a tutti gli effetti; Bono, furetto-folletto dalle mille risorse e dalle sette vite: semplicemente un grande; Briano, il più serioso, riservato, maturo, il più saggio, il senatore per antonomasia quando ancora i senatori avevano un senso; De Simone, simpatico, disponibile, generoso, umano, fedelissimo di Braglia non perché ruffiano, ma perché un uomo dotato di sentimenti e di umanità e, per di più, in grado di fare la differenza sul rettangolo di gioco; Bertolini, ex Monza, un ragazzo timido, educato, che alle parole preferisce i fatti e che non ha mai sollevato una polemica o un problema, un giocatore che, quando è in vena, semina avversari come birilli; Giglio, autentica sorpresa: siciliano, personaggio sicuramente tosto e sincero, mai sopra le righe, capace di sopportare e soffrire in silenzio per poi proporsi a suon di gol, calciatore che, in campo, prende un sacco di botte, ma non reagisce mai; Masini, proprio lui, che più invecchia e più sembra giovane. 'Maso', uno che comincia sempre in panchina e finisce per diventare assolutamente insostituibile. Con Braglia è cresciuto ancora, soprattutto, sotto il profilo della personalità, un ragazzo umile che non si abbatte mai e che sputa anima e sangue su ogni pallone, il fratello naturale di Antonio Magnani; Azizou, il marocchino naturalizzato francese che quando viene chiamato a fare il proprio dovere non si tira mai indietro; Bolzan, sostituto naturale di Renzetti, aveva iniziato da titolare, ma ora si siede spesso in panchina. Ciò nonostante obbedisce e si mette a disposizione, ragazzo colto e intelligente, sensibile ed educato. Braglia può contare sulla sua voglia di riscatto; Zizzari, forse un po' troppo presuntuoso all'inizio, sulla scia di Cipolla finisce per auto allontanarsi dal gruppo. Sfortunato in molte occasioni, se vuole riprendersi deve ritrovarsi. Difficile che lo faccia da queste parti; Castelli, un portiere che fa la riserva, ma che è come se fosse titolare, un ragazzo eccezionale, serio, di parola, che merita la Lucchese quasi quanto la Lucchese merita lui. Bravo a Pistoia e ogni volta che è stato chiamato in causa; Bonfanti, da Vinci, persona bravissima, elemento trascinante, tecnicamente validissimo, onesto, uno che non rompe più di tanto, che rispetta tutti, che gioca da undici anni sui campi di mezza Italia, un giocatore che l'anno scorso fece la differenza nelle prime partite, poi, maledetto infortunio, uno che se lo incontri, ti ci fermi a parlare perché dice sempre quello che pensa. Questa rosa merita l'elogio e la stima di tutti - città, tifosi, società, operatori del settore, giornalisti - Erano anni che non si vedevano a Lucca un gioco e un gruppo di questo genere. Ragazzi, regalateci un sogno.

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