Leviamo i ganzi di loggia
Il punto di Aldo Grandi
A Nocera un assaggio e un anticipo di ciò che sarà la stagione di Prima Divisione
25/01/2010 00:40
A Nocera Inferiore, poche ore fa, si è tornati a respirare aria
di serie C. 1, però. Era dai tempi in cui la comitiva rossonera
viaggiava su e giù (soprattutto giù) per lo stivale. che non si
respirava un'atmosfera come quella vista e avvertita allo stadio
campano. E' bastato un colpo d'occhio direttamente dal campo per
rendersi conto di come, da quelle parti, il calcio, C1 o C2 non
importa, ha ancora un significato. Che poi sia quello giusto è tutto da
vedere, ma se uno degli ingredienti per accertare la portata del
fenomeno è quello del tifo e delle sue manifestazioni lecite, allora
ieri pomeriggio non mancava davvero niente. La curva della Nocerina ha
costantemente incitato i suoi beniamini, ha sventolato le bandiere, ha
cantato e urlato. E la presenza di questo 12° giocatore si è percepita,
eccome.
A metà ripresa al cronista-fotografo si è avvicinato un reporter
locale che gli ha chiesto: "Ma come mai non ci sono gli ultras della
Lucchese?". Rispondere non è stato facile, ma inevitabile: "Non ce ne
sono più". E' vero? E' falso? Chissà. Di sicuro è quello che appare e
che, probabilmente, è. Comunque sia la gara con la Nocerina, squadra,
quest'ultima, non certo eclatante, è stata una sorta di assaggio
anticipato di ciò che sarà l'anno venturo qualora la Lucchese dovesse
sbarcare nella categoria superiore. In particolare se dovesse essere
inserita in un girone comprendente anche squadre meridionali. E' vero
che al Sud vincere è più difficile per le squadre che scendono dal
Nord, ma il calcio è molto, troppo più esaltante sotto il profilo
agonistico. E a Nocera la Lucchese ha dimostrato di avere temperamento,
di saper affrontare a testa alta qualunque situazione ambientale, di
aver mantenuto la calma anche nei momenti più difficili. E' stato bravo
Favarin - che con la Scafatese di momenti analoghi ne ha dovuti
affrontare parecchi - a far capire subito a Iannini con il quale ha
avuto un diverbio, che la Lucchese non era scesa a Nocera per farsi
impressionare. E' stato un peccato non poter schierare Chadi e
Scandurra, non perché chi ha preso il loro posto abbia demeritato, ma
perché la loro esperienza, stazza e visione di gioco avrebbe senz'altro
costituito un argine ulteriore agli assalti, volenterosi, ma senza
costrutto, dei padroni di casa.
Grande prova di carattere e maturità, quindi, da parte dei
rossoneri di Favarin. Il tutto può condensarsi nelle parole, a fine
gara e prima di salire sul pullman, di Damiano Biggi, uno dei giocatori
più in forma del momento nonostante le sue 33 primavere: "Cos'è
accaduto quando ho segnato? Io ero spalle all'azione e quando ho visto
la palla sono scattato in avanti. Ho sentito, sì, qualcuno che diceva
buttala fuori, ma una volta davanti al portiere tra il buttarla via e
provare a tirare, ho scelto questa seconda ipotesi, anche perché poteva
anche essere un modo per farmi sbagliare quello di gridarmi di spedirla
fuori". Faccia tosta? Cinismo? Furbizia? Diciamo che Biggi ha battuto
la Nocerina con le stesse armi con cui, al Sud, sono soliti intimorire
e approfittarsi delle squadre che sbarcano su questi terreni infuocati.