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Una targa murata viene rimossa e nessuno, in casa rossonera, ne sa qualcosa. Ma chi sovrintende alla sicurezza e alla inviolabilità dello stadio? Soprattutto, non è stata una goliardata, ma un atto vandalico

22/02/2010 11:14

Avremmo voluto, in questa rubrica settimanale, occuparci della Lucchese e della situazione venutasi a creare dopo il pareggio di ieri contro il Gubbio; avremmo voluto, cioè, sottolineare come, a dispetto dei pochi punti racimolati nelle ultime gare, la formazione di Favarin resta ancora in vetta e con tutte le carte a disposizione per riprendere la sua corsa; avremmo anche voluto aggiungere che mai, come in questo momento, servirebbero l'aiuto e il sostegno non dei tifosi, ma della città tutta, a cominciare dalle istituzioni per finire con i soliti snob del calcio d'alta quota, che vorrebbero sempre qualche cosa di più di quello che potrebbero avere recandosi al Porta Elisa. Avremmo, quindi, voluto parlare di tutto ciò, ma non possiamo farlo.

Il perché è presto detto. Un paio di settimane fa qualche buontempone coprì la targa murata in tribuna Vip e dedicata a Franco Scoglio con un cartello con su scritto il nome di Alessandro Bianchi, l'ex calciatore e dirigente rossonero deceduto lo scorso anno. Nella notte (si presume) tra sabato e domenica, sempre il medesimo buontempone che si definisce Ultras (probabilmente più di uno) ha, addirittura, rimosso la targa facendola sparire chissà dove e sostituendola con un cartello identico a quello dell'altra volta e dedicato sempre alla memoria di Alessandro Bianchi.

Premesso che non abbiamo niente (ci mancherebbe!) contro Bianchi, così come contro Franco Scoglio, viene spontaneo domandarci come si possa accedere a un impianto sportivo come il Porta Elisa e smurare, indisturbati, una lapide o targa che dir si voglia, apposta nel cuore della tribuna coperta. I mezzi di informazione hanno, a quanto pare, ironizzato sulla cosa prendendola come un fatto di costume più che un atto vandalico. Perché di quest'ultimo si tratta: di un gesto vandalico ingiustificato. E questo indipendentemente dalla dedica della targa che avrebbe potuto, per quel che ci riguarda, essere intitolata a qualunque altro personaggio.

La questione è un'altra. E' come se, ad esempio, poiché il fascismo è caduto il 25 luglio 1943 dopo aver condotto alla rovina l'Italia, allora dopo la Liberazione, nel 1945, tutto ciò che il fascismo aveva edificato, sarebbe dovuto andare distrutto. E passi per le statue o i monumenti raffiguranti Mussolini, ma che cosa dire della stazione di S. Maria Novella, dello stadio dei Marmi, delle città di Latina (Littoria), Fertilia, degli edifici realizzati secondo un'architettura certamente, a nostro avviso, non felice, ma nemmeno da disprezzare se paragonata a certi aborti prodotti da menti eccelse negli ultimi quarant'anni. La targa che Fouzi Hadi fece applicare in tribuna Vip dopo la morte di Franco Scoglio, ex allenatore della Lucchese e consigliere spirituale dell'ex presidente sirio-armeno, può anche essere considerata un'iniziativa poco felice, ma quando fu fatta, Hadi e il suo entourage erano sulla cresta dell'onda e nessuno si sognò di oscurarla né, tantomeno, di rimuoverla. 

Poi ci fu il fallimento e tutto quello che è accaduto dopo. E ora, tifosi che si definiscono ultras, hanno deciso di gettarla via. Abbiamo già visto dove sono finiti i Bulldog, esempio di tifoseria che con la passione per lo sport ha ben poco a che fare. Adesso c'è qualcun altro che pretende di arrogarsi il diritto di decidere che cosa va rimosso o mantenuto. Ma la cosa che più sorprende è il silenzio della società e dei suoi vertici che, almeno, avrebbero potuto e dovuto commentare la vicenda, appoggiandola (difficile pensarlo) o condannandola. Invece niente. Nemmeno una parola. Una targa si può anche rimuovere (resta da vedere l'opportunità di un gesto ispirato dalla morte di una persona) ma deve avvenire non per mano di gente che non ha nemmeno il coraggio di identificarsi, bensì per volere della società calcistica di competenza, ossia della Lucchese di Giuliani e Valentini, che dovrebbero anche spiegare i motivi della rimozione e conseguente sostituzione. 

Concludiamo, quindi, dicendo che il problema non sta (o non sta soltanto) nel sostituire una targa con un'altra, ma, soprattutto, assumersi la responsabilità di un'azione che solo e solamente la Lucchese Libertas 1905 può decidere di assumersi. Perché a lasciare che altri facciano ciò che, magari, in molti vorrebbero fare, si dimostra soltanto la propria incapacità a proteggere ciò che deve essere tutelato (l'integrità dell'impianto) e a lasciare potere di intervento a chi (ultras o chiunque altro) non può e non deve avere. Aspettiamo, dunque, di conoscere il parere dei vertici di viale San Concordio. E lo aspettiamo presto.

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