L'intervista
by gazzetta lucchese
Caro direttore Minotti, ci sono tanti Paperoni anche nel Banco Popolare, ma non a Lucca. Ecco come le altre banche del gruppo di cui fa parte la Cassa di Risparmio di Lucca, Pisa e Livorno aiutano le squadre locali di calcio
30/09/2010 13:37
Il Banco Popolare, di cui fa parte anche la Cassa di Risparmio di Lucca Pisa Livorno, ha come slogan "le tue radici, il tuo futuro". Eppure delle radici c'è ben poco, a partire dal nome, parzialmente modificato. Per non parlare del simbolo: tre anonimi omini verdi rosso e blu al posto del Volto Santo tanto caro ai lucchesi. E di lucchese non ha nemmeno il direttore, che è di Roma, si chiama Francesco Minotti, tifa la Roma e con molta onestà ha dichiarato nell'intervista a Aldo Grandi al Corriere di Lucca, e riportata anche da Gazzetta Lucchese, di non essere certo un grande tifoso della squadra rossonera. Ci mancherebbe, stiamo parlando di un bancario che oggi è qui domani chissà dove. Radici lucchesi, zero. Quanto al futuro, chissà cosa riserverà.
Minotti dice però che ha simpatica la Lucchese. Ed è già qualcosa. Non abbastanza però per investire su di essa. Alla domanda di Grandi sull'atteggiamento freddino riscontrato da Giuliano Giuliani sul tema sponsorizzazioni, Minotti l'ha presa di petto e ha risposto in modo secco, quasi piccato: "Si ha l'idea che le banche debbano essere una sorta di Paperon de Paperoni. Oggi non è più così. Siamo in tempi di vacche magre e, casomai, avrebbero bisogno che qualcuno fosse munifico nei loro confronti, se mi consente la battuta". Nulla di stanziato al momento. Giusto, anche le banche devono tirare la cinghia come tutti. Anzi, forse, come sostiene il ministro Tremonti, la dovevano tirare pure prima e di più.
Del resto non è una novità, altro che crisi: la Cassa da anni non versa granché alla Lucchese, anche se, a onor del vero, il predecessore di Minotti restò 'bruciato' perché, ai tempi di Fouzi Hadj, effettivamente, diede 200 mila euro, senza garanzie e mai più rivisti, alla società rossonera. Il felice cambio di proprietà non pare abbia smosso più di tanto i vertici aziendali. Le vacche magre, però, nel Banco Popolare, quando si parla di calcio e sponsor, pare siano solo in piazza San Giusto, nonostante la Cassa sia considerata una delle aziende più rilevanti e produttive di tutto il gruppo.
Gazzetta Lucchese si è presa lo sfizio di andare a controllare se, e a che titolo, le altre banche che compongono questo che è un gruppo con oltre 2200 sportelli, finanziano le società calcistiche del loro territorio, e in particolare quelle professionistiche. Partiamo per questo breve giro che ci condurrà nell'Italia del nord e in quella centro-meridionale.
Prima tappa, Novara. Dov'è la sede della Banca Popolare di Novara che, sfruttando il felice momento della squadra azzurra approdata dopo una vita in serie B, è main sponsor della squadra. Il suo nome, insomma, campeggia sulle maglie ufficiali. E di sicuro non gratuitamente. Spostiamoci in Lombardia, precisamente a Bergamo, sede del Credito Bergamasco che non fa mancare il proprio sostegno all'Atalanta essendone co-sponsor. Restiamo in Lombardia ancora un attimo, quanto basta per arrivare a Cremona. La Banca Popolare di Cremona è infatti sponsor silver dei grigiorossi.
Rimontiamo ora virtualmente in macchina e arriviamo nel produttivo nord-est. Qui troviamo la Banca Popolare di Verona che è main sponsor del Chievo Verona. Il suo marchio compare sulle maglie della seconda, almeno per popolarità e blasone, squadra della città scaligera. Avviciniamoci al Po, scendiamo verso Reggio Emilia e Modena, dove ha origine il Banco di San Gemignano e San Prospero. In Emilia puntano sui giovani e scommettono su quelli della Reggiana, visto che l'istituto è sponsor del settore giovanile granata.
Vogliano arrivare a dare uno sguardo al bel mar Ligure? Massì, puntiamo su Chiavari, ridente cittadina del genovese. Qui l'istituto bancario per eccellenza è il Banco di Chiavari e della Riviera Ligure, la squadra si chiama Virtus Entella e in essa ci gioca una vecchia e cara conoscenza rossonera: Antonio Magnani. E indovinate un po' cosa fa la banca locale? Sponsorizza la squadra biancoceleste.
Ora, volante ben stretto, spostiamoci sino sull'Adriatico, a Pescara. La Cassa di Risparmio di Pescara è una vera e propria istituzione da quelle parti ma quest'anno, forse complice una possibile imminente vendita ad un altro gruppo bancario, non si è impegnata in sponsorizzazioni della società allenata da Eusebio Di Francesco. In compenso, ha concesso la fideiussione da 800 mila euro che ha permesso l'iscrizione alla serie B della squadra abruzzese. Senza considerare che l'istituto in questione ha ripetutamente salvato il club calcistico cittadino dalla scomparsa.
Per strada abbiamo perso la Banca Popolare di Lodi, la Banca Popolare di Crema, la Cassa di Risparmio di Imola, la Banca Popolare del Trentino e il Banco San Marco. Tutte queste realtà non finanziano le squadre di calcio cittadine, ma non va dimenticato che quest'ultime militano in campionati dilettantistici, spesso in Eccellenza.
Dove c'è calcio professionistico, invece, il gruppo Banco Popolare investe e non poco. Unica eccezione? Indovinate un po'. Solo in Toscana i Paperoni non abitano in banca. E la consolazione di essere in compagnia di Pisa e Livorno non può certo bastare. O magari, proprio per non inimicarsi le altre piazze vicine a piazza San Giusto, preferiscono tenersi lontani dal calcio? Se fosse così, ancora una volta c'è da rimpiangere la vecchia Cassa. Quella dei lucchesi.
Gazzetta Lucchese