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Unica vittima di tutta questa storia è la Lucchese Libertas 1905: come il Titanic, ha viaggiato a una velocità troppo superiore a quella di cui era capace. E alla fine è scoppiata

31/12/2008 05:58

A pensarci bene, davanti alle ipotesi di lavoro portate avanti dalla curatela fallimentare, appare evidente, con tanto di dati e fatti alla mano, che la Lucchese Libertas 1905 è stata lasciata morire lentamente, agonizzante, disperata, sola. Tutti coloro che avrebbero dovuto fare qualcosa per evitare la sua morte, non hanno fatto altro che provocarne o, quantomeno, ritardarne il decesso. Inutile e anche umiliante per una società dal passato più che glorioso. Se i consiglieri di amministrazione, dall'ultima gestione Grassi fino a tutta quella di Hadj non hanno compiuto il loro dovere, lo stabilirà il giudice del tribunale che sarà chiamato ad esaminare la relazione dell'avvocato Giannecchini. Comunque sia, basta sforzarsi un po' per comprendere che la Lucchese Libertas è stata letteralmente stordita e stroncata, dissanguata lentamente e altrettanto lentamente riabilita con flebo di acqua zuccherata che non hanno né curato il male né fornito un po' di sollievo. Tutti coloro che sostengono di aver amato e di essersi sacrificati per questa società, in realtà, in un modo o nell'altro e, magari, anche in buona fede, hanno contribuito ad affossare una nave il cui viaggio era già segnato in partenza, un po' come il Titanic nel 1912. La nave rossonera ha viaggiato a una velocità superiore a quella che avrebbe potuto sopportare e, alla fine, è scoppiata. In quanti si sono salvati e in quanti si salveranno dal naufragio?