Cronaca Partita
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La Guardia di Finanza indaga sulla cessione di Di Gennaro al Gallipoli. Gli investigatori e la procura vogliono capire dove sono finiti i soldi pagati dal presidente del Gallipoli Barba per il giocatore al momento del suo definitivo trasferimento. Prima o poi qualcuno dovrà raccontare la verità
07/06/2009 23:57
Quando la Guardia di Finanza effettuò il blitz all'interno della
sede della Lucchese Libertas 1905 in via delle Tagliate, trovò in un
cassetto numerosi contratti relativi a calciatori in forza alla
Lucchese. Fatta una serie di controlli incrociati, apparve chiaro che
qualcuno aveva avuto di più di quanto era stato pattuito così come
qualcun altro non aveva avuto nemmeno quello che era stato messo nero
su bianco. Poco importa. Le Fiamme Gialle esaminarono, ad esempio, i
ritagli di stampa che parlavano della cessione del giocatore Francesco
Di Gennaro al Gallipoli. Anzi: la cessione dell'altra metà di Di
Gennaro al presidente Barba, dopo che Hadj, ormai ridotto all'osso, ne
aveva già ceduta la metà.
Il presidente rossonero avrebbe voluto, ma non potuto, attendere
la fine della stagione sperando di poter vendere il calciatore ad una
cifra superiore. In realtà la drammatica situazione economica della
Lucchese, senza soldi e con i giocatori sul sentiero di guerra perché
non pagati, scelse di disfarsi del ragazzo. A quel punto, quando la
notizia della cronica assenza di denaro si era diffusa ai quattro
venti, iniziò una estenuante trattativa tra un uomo, Fouzi Hadj, senza
neppure più un soldo, e un presidente, il senatore Barba presidente del
Gallipoli calcio, che di soldi, a quanto pare, ne aveva una montagna.
Si rincorsero voci e prezzi, dal 900 mila euro che Hadj avrebbe voluto
per la metà del cartellino del bomber ai 500 mila più realistici per un
giocatore estremamente valido, ma che nell'ultima stagione aveva
tentennato in rossonero. Comunque sia Barba aveva il coltello dalla
parte del manico perché Fouzi Hadj aveva un disperato bisogno di quei
soldi.
E' a questo punto che scattò il famoso viaggio del presidente
sirio-armeno a Lecce, accompagnato da alcuni personaggi del suo staff.
A Lecce, ospite di un albergo in pieno centro, le cronache raccontano
di un presidente dalla barba lunga su e giù per le strade della città
in attesa della venuta di Barba che, a quanto pare, aveva molte cose da
fare e solo dopo un paio di giorni arrivò all'incontro con Hadj. Voci
ben informate raccontano o hanno raccontato che il presidente del
Gallipoli dimostrò di essere un gran signore e di avere, per Hadj, un
grande rispetto e di non voler approfittare della gravissima condizione
economica sua e della società rossonera. Gli stessi collaboratori di
Hadj glene diedero atto. Barba, in sostanza, pagò Di Gennaro più di
quello che avrebbe potuto solo facendo leva sulle difficoltà economiche
della Lucchese e del suo presidente.
Cosa accadde poi? Fouzi Hadj incassò il denaro e se ne tornò a
Pieve Ligure. Nessuno ha mai saputo quanto fu pagata la seconda metà di
Di Gennaro. Si sa solo che in Lega fu depositato un contratto di
compravendita per 85 mila euro. Una cifra, onestamente, ridicola e non
corrispondente al valore reale del bomber napoletano. Sui mezzi di
informazione apparvero scritte cifre ondeggianti tra i 400mila e i
600mila euro, ma nessuno ha saputo mai con esattezza quanto Di Gennaro
è stato, realmente, pagato e, soprattutto, dove sono finiti i soldi che
Barba avrebbe consegnato a Fouzi Hadj.
Bancarotta, quindi, per distrazione? Sì, ma a patto che gli
investigatori riescano a dimostrare... l'indimostrabile. Quanto alla
posizione del giocatore, egli è assolutamente estraneo alla
contrattazione, essendo stata condotta dai due presidente senza che il
bomber ne venisse messo al corrente se non in maniera superficiale. Di
Gennaro, una volta andato in porto l'affare, ebbe a confessare, secondo
alcune indiscrezioni, che era stata la sua vendita a salvare la
Lucchese dal fallimento. Questo perché Fouzi Hadj non aveva più nemmeno
i soldi per pagare i palloni e solo la generosità di Alessandro Ristori
fece sì che un robusto numero di essi venisse messo a disposizione
della Lucchese per fare allenare la squadra. Giusti, Bellucci, Magli
anticiparono soldi per pagare parte dei debiti della Lucchese senza mai
più rivederli. Barba, dunque, fornì ossigeno alla Lucchese.
Qualcuno, prima o poi, dovrà raccontare, seduto a un tavolo,
quello che accadde veramente, i tentativi, malsani e maldestri,
effettuati da Fouzi Hadj per tappare i buchi che la sua incapacità
aveva creato, le persone con cui era entrato in contatto per cercare di
ricevere aiuto finanziario nella speranza di poter salire in serie B e
rimettersi in piedi. La Lucchese, da quel momento, diventò per lui un
oggetto personale di cui disporre a proprio piacimento depauperandola
di tutto ciò che riteneva appartenere anche a lui visti i soldi che,
bene o male, vi aveva investito. Un vecchio consiglio è sempre stato
quello di seguire il profumo dei soldi per capire dove essi siano,
eventualmente, finiti.
A. G.