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Senza pudore: la Commissione Disciplinare conferma le sanzioni a carico di Lucchese e Fiorentina che non avevano disputato un match di Giovanissimi Regionali B per la morte del genitore di un piccolo rossonero avvenuta pochi istanti prima della gara. Gara persa, punti di penalitą e multe

10/02/2011 18:47

Il buonsenso? Seppellito. La sportività? Solo quando ci sono telecamere o qualche iniziativa da pubblicizzare con inutili terzi, quarti e quinti tempi. La cavalleria e il rispetto dell'avversario? Roba da '800, non scherziamo. Ricordate la gara dei Giovanissimi Regionali B Lucchese-Fiorentina del dicembre scorso che non fu disputata perché, per unanime volontà delle due squadre, si ritenne non ci fossero le condizioni per giocare una partita quando pochi istanti prima del via era morto improvvisamente il papà di un giovane calciatore?

Bene, il Giudice Sportivo in prima istanza aveva sanzionato entrambe le formazioni - la Fiorentina, cavallerescamente, aveva anch'essa ritenuto di non disputare il match - con lo 0-3, un punto di penalità e una multa di oltre 100 euro. Né più né meno come se le due squadra avessero deciso di non giocare per protesta o perché non ne avessero voglia preferendo una scampagnata al mare. Incredibile. Ma al peggio non c'è mai fine.

E così oggi è arrivata la sentenza di secondo grado della Commissione Disciplinare chiamata in causa dai reclami delle due società. Il risultato? a parte un'ipocrita e pelosa solidarietà ai giovani calciatori da parte dell'organo giudicante, è stata confermata in toto la sentenza di primo grado. Con la beffa, naturalmente, del pagamento delle spese per il ricorso.

A questo punto, una domanda ci sorge spontanea: vale di più una vita di una persona o una gara tra 22 ragazzini che peraltro non fa nemmeno classifica proprio per la loro tenera età? E ancora: che valori è in grado di esprimere questo calcio? C'è qualcuno che ancora trova il coraggio di pensare che gli ultrà siano il male assoluto del calcio. Ci chiediamo cosa ci sia di peggio e di meno formativo per dei bambini di 12 anni che vedersi umiliati in un gesto dettato dal dramma o dalla volontà di venire incontro all'altrui dramma. Sono danni incalcolabili. Ripetiamo incalcolabili dal punto di vista dei valori dello sport. La norma però è stata salvaguardata. Davvero un bel sollievo per questi burocrati. Sopprattutto pensando ad un mondo, quello del calcio, appunto, dove sono state ripescate squadre che non avevano titolo, squalificati per pochissime giornate famosi giocatori colpevoli di veri e propri atti di violenza gratuita, iscritte formazioni che potevano al massimo chiedere l'affiliazione alla bocciofila di quartiere quanto a requisiti economici. Se questo è il calcio, certi sepolcri imbiancati dalla morale facile sarebbe meglio si andassero a nascondere. Risparmiandoci le facili ipocrisie dai bambini che entrano mano nella mano o che portano striscioni di pace, tolleranza e amenità varie. Non lo faranno mai: sono senza pudore.

Gazzetta Lucchese

 

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