Allievi Nazionali:
Baraldi: un esordiente con venticinque anni di esperienza alle spalle. Intervista al tecnico rossonero
11/10/2007 14:11
Come essere esordienti dopo oltre 25 anni di calcio. Come
provare ancora un nuovo tipo di emozione su un campo di calcio dopo
averle passate praticamente tutte. Queste sono state le sensazioni di
Gabriele Baraldi, gloria della Luchese, nuovo tecnico degli Allievi
Nazionali della società rossonera, che domenica scorsa ha festeggiato
il suo pimo successo da allenatore. Non sarà stata una partita
impossibile, il Fo.Ce.Vara non è certo la Juventus, ma è stata una
gioranta molto particolare. Così la definisce Baraldi: "Una sensazione
molto strana, ben diversa dal gioire per un gol o per una vittoria
ottenuta giocando. Qui le sensazioni sono totalmente diverse, perchè ti
senti partecipe in modo differente e con una felicità meno personale.
Segnare un gol ad esempio è una gioia principalmente per sè stessi.
Riuscire, invece, a far vincere una squadra, ancor di più se composta
da talenti in giovane età, permette di rendere felici i ragazzi stessi,
che se la sono meritata alla grande, e i genitori. Una sensazione da
condividere con più persone. In effetti non pensavo dopo tutto questo
tempo nel calcio, che avrei ancora avuto spazio per una nuova emozione".
Il tecnico Baraldi, però, è già perfettamente calato nella sua
parte, e ci racconta la partita e questo inizio di stagione della sua
squadra: "Non era una partita difficilissima, l'avversaria ci ha dato
ampi spazi per giocare e noi siamo stati bravi a sfruttarli.
Probabilmente è stata più significativa la prestazione della settimana
prima a Parma, contro i ducali, formazione di ben altro spessore. Lì
abbiamo tenuto il campo e dato grattacapi ad una squadra che sarà tra
le più forti del campionato e già in quella occasione ho capito che
questa squadra sta facendo bene".
A questo punto, però, qualche
altra curiosità sulla sua nuova carriera di allenatore nasce spontanea,
soprattutto, su come gli sia venuta questa voglia: "Diciamo che era
qualche anno che mi sentivo allenatore in campo e, perciò, ho voluto
provare da subito questa esperienza. Per questo motivo ringrazio la
Lucchese che mi ha dato questa opportunità. Per me è una vetrina molto
importante e, soprattutto mi permette di cominciare in maniera, per
così dire, più soft, in un campionato in cui davvero vale
principalmente il lavoro fatto con i ragazzi e nel quale vi è meno
esasperazione attorno al solo risultato della gara".
Se il
presente è radioso, viste le premesse, lo potrà essere anche il futuro,
ma la curiosità è sapere come se lo immagina Baraldi il suo futuro da
allenatore, se è una carriera he ritiene percorribile, o poco più di
una esperienza: "Io ci provo. So perfettamente che diventare allenatore
ad alti livelli nasce solo da una componente molto complesssa, un
cocktail di capacità e fortuna che non capita a tutti, ma comunque già
essere qui è un bel traguardo. Aver avuto subito questa fiducia è segno
del fatto che evidentemente ho seminato bene nei miei anni di
giocatori, specialmente a Lucca, e questo mi rende onorato. Per il
futuro non si può dire nulla, posso solo assicurare che se da giocatore
ho cercato di imparare qualcosa fino all'ultima partita che ho
disputato, ancor di più da allenatore lo farò, visto che sono solo
all'inizio".
A questi livelli, ci vuole un po' di esperienza, ma
la conoscenza dei meccanismi complessi che regolano questo assurdo
mondo del pallone è l'aspetto più importante nel bagaglio tecnico di un
allenatore e quelli Baraldi li conosce come il ticchettio di un
orologio. Per questa ragione, ci permettiamo di commentare, prevediamo
giorni felici per il Baraldi-tecnico, forse anche più gloriosi di
quelli del Baraldi-giocatore.
Per una bella storia che finisce, una splendida storia sta per cominciare.
A.A.