La Buca di S. Antonio ripropone la 'bistecca alla Colberg': un modo per creare entusiasmo intorno alla squadra rossonera

03/03/2008 11:41

Hans Christian Colberg sbarcò a Lucca nel 1950 e giocò in serie A tre anni. Proveniva da una famiglia di proprietari di peschereggi a Copenhagen. Biondo, alto poco più di un metro e settanta centimetri, correva su e giù per la fascia destra. Nel suo soggiorno a Lucca, insieme con la moglie anche lei danese, era diventato un affezionato frequentatore della Buca di S.Antonio, il prestigioso ristorante di Via della Cervia. Franco Barbieri (nella foto), il socio fondatore del locale, lo ricorda benissimo e rammenta quale fosse il piatto preferito del giocatore ogni qualvolta, al termine degli allenamenti, piombava al ristorante: "Lo ricordo bene, quel giocatore danese, biondo e dai capelli ricci. Arrivava qui ancora con i capelli bagnati dall'allenamento e si sedeva in una stanzina che avevamo apposta per lui. Viveva con la moglia in una casa in Piazza San Frediano. Voleva e mangiava solo la bistecca fatta a modo suo e che noi chiamammo, da allora, bistecca alla Colberg. Era una bistecca cotta in padella con sopra e cucinate a parte due uova all'occhio di bue. Poi, la cipolla fresca. Tutto poggiato sopra la carne, un piatto davvero appetitoso. Colberg voleva del buon vino rosso, ovviamente e visto il periodo, al fiasco. Colberg divenne un vero amico, una persona di una umanità straordinaria. Dell'Italia amava tutto. Ancora oggi il figlio, che è un famoso architetto, ci viene a trovare. E' stato, quello, un bel periodo, con giocatori come Scarpato, Naj, Toth che venivano da noi, giocatori semplici, simpatici, umili".

A distanza di oltre cinquant'anni Giuliano Pacini e Franco Barbieri hanno deciso di proporre il piatto a chiunque voglia rivivere emozioni di un tempo. Un modo come un altro - magari ce ne fossero un po' ovunque - èer creare entusiasmo intorno a questa squadra che si sta giocando la serie B. Complimenti!

Gazzetta Lucchese