Erimo bàmbori

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"Mi presento sono il sosia di Buffon"

13/03/2008 18:31

Si chiama Domenico Casella (nella foto), ha 32 anni e vive a Lucca, anche se è nato a Catanzaro. Oltre ad essere l’allenatore dei bimbi del 1999 della Lucchese Junior, ha un hobby particolare: da qualche anno, infatti, fa parte di una nazionale particolare, la nazionale italiana sosia e lui, neanche a farlo apposta, vi partecipa come sosia di Gigi Buffon.

"Tutto è cominciato per scherzo - racconta - con delle foto inviate al sito della nazionale dove sono state subito pubblicate. Partiamo, però, dall’inizio. Io ho dato e sto dando la vita al calcio, ho giocato ventidue anni in porta, sono un portiere, il ruolo più difficile e più bello che un bimbo possa scegliere".

Quali i tuoi ricordi?

"I miei ricordi sono tanti, ma quello che più rammento è il mio primo mondiale festeggiato sulle spalle di papà in piazza ad urlare forza Italia. Io uscivo di scuola , mangiavo sì e no qualcosa e poi via, prendevo la mia borsa, più grossa di me, mi facevo i miei tre chilometri a piedi sul lungomare. Dimenticavo di dire che fino a diciotto anni ho vissuto in Calabria, precisamente a Paola".

Tanti allenamenti immagino.

"Immagini bene. Mi allenavo tutti i giorni, il mio primo sogno fu di entrare nella squadra del paese che militava nel campionato nazionale dilettanti. Quanti sacrifici ho fatto, non potevo permettermi di comprare dei guanti nuovi, dovevo cercare di farli durare tanto, li curavo con attenzione, me li lavavo sempre io perché ci parlavo con i miei guantini, sia se prendevo gol e sia se paravo bene. I miei compagni li cambiavano ogni settimana, ma io non ne facevo un problema. Il bello era essere lì in quel campo di terra battuta con il pallone di cuoio a volte tutto rotto".

Quando il sogno è diventato realtà?

"Sono cresciuto fino a realizzare un mio grande sogno, giocare nella prima squadra, sono riuscito a farmi convocare e diventare il portiere della Grande Paolana. Nel '93 mi sono trasferito a Lucca dove ho continuato a giocare nelle varie squadre della Lucchesia. Volevo sì, fare un provino a Lucca, ma ero troppo grande. Il mio sogno da piccino era diventare il portiere della Nazionale come il mitico Zoff o il grande Buffon".

Come sei arrivato ad allenare i ragazzini?

"Un giorno il mio amico Riccardo Nardi, attualmente allenatore delle giovanili della Lucchese, mi disse: 'Te la sentiresti di allenare i giovani portieri del San Vito? Io non mi feci pregare e da allora sono entrato in un nuovo mondo, per questo ringrazio anche il signor Barsotti, non è facile far capire a un bimbo il calcio o fargli entrare dentro l’amore che hai te per questo sport".

E come è andata?

"Con molta determinazione sono riuscito a trasmettere loro la mia passione e il mio amore verso questo sport. Ho continuato ad allenare i baby portieri sia al San Vito sia al Pescia. Quando vedevo che loro mettevano in atto tutto ciò che io avevo insegnato loro, era bellissimo e mi gratificava, mi dava forza per continuare ad amare questo sport. Dopo aver allenato per ben quattro anni i portieri, mi fu offerta la possibilita di confrontarmi con dei bimbi piccoli non portieri, ma bimbi che si affacciavano per la prima volta su di un campo di calcio . Questa possibilità me l'ha data la Lucchese Junior con il suo direttore Agusto Rotolo che mi aveva osservato durante i camping fatti d’estate. Per me è iniziata una nuova avventura, la prima cosa che insegni ad un bimbo del 2001 / 2002 è innamorarsi di quella sfera che è il pallone".

Finalmente alla Lucchese...

"In poco tempo mi è stato dato un nuovo compito molto più difficile, ma entusiasmante, allenare una squadra di calcio, il '99. Quando Agusto mi ha telefonato dicendomi che avrei dovuto allenare il '99, la mia prima risposta fu che non mi sentivo all’altezza, ma lui ha molta fiducia in me e io cerco di ricambiarlo".

Torniamo alla nazionale dei sosia.

"Come ho detto avevo un sogno e in gran parte l’ho realizzato. Non gioco nella Nazionale italiana, ma giocando in una nazionale particolare, una nazionale che gioca partite di solidarietà dove io come sosia di Buffon, insieme ad altri sosia come il suo presidente Ivano Casiero sosia di Roberto Baggio, giochiamo per regalare un sorriso e cerchiamo di raccogliere soldi per chi ne ha bisogno. Il calcio è anche questo, io ho incontrato il grande Gigi e questo è un altro sogno che ho relaizzato. Un giorno mi piacerebbe portare lui dai miei bimbi per far conoscere loro una persona così fantastica".

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